sabato, Luglio 27

Tex e le Triadi cinesi

Le avventure di Tex contro le sette criminali cinesi sono tra le più godibili della lunga saga bonelliana. L’ambientazione nella Chinatown di Frisco, i vicoli malfamati del porto, gli agguati nottetempo, le risse gigantesche sono tutti ingredienti che abbiamo amato senza ritegno.
Ma cos’erano veramente e come operavano le triadi cinesi nell’America del XIX secolo?
Soltanto tra il 1761 e il 1816 ne furono fondate trentanove. Esse assistevano gli emigranti appena giunti nel luogo di destinazione fornendo loro alloggio e assistenza finanziaria, diventando una sorta di società di mutuo soccorso e quindi affiancando alle attività criminali un ruolo sociale e di assistenza che cementava la comunità cinese nelle città degli Stati Uniti a più alto tasso di immigrazione orientale. Fu con la crescita a dismisura dell’ondata migratoria che le consorterie segrete iniziarono a creare dei veri e propri racket di protezione che si occupavano di gioco d’azzardo e contrabbando e successivamente anche al traffico di oppiacei.
Furono soprattutto cantonesi i primi ad andare negli U.S.A. e in Canada. Secondo le fonti più accreditate, fu nel 1848 che i primi cinesi sbarcarono negli Stati Uniti. Si trattava di un uomo e di una donna che andarono in California ma non si conosce per quale ragione. La prima grand’ondata migratoria avvenne con la corsa all’oro del 1849. Erano, generalmente, dei disperati, disposti a tutto, senza famiglia, provenienti dai villaggi della costa cantonese. Finita la corsa all’oro, diventarono lavandai, contadini o fecero altri lavori umilissimi. Negli anni settanta del XIX secolo, si calcola che in California ci fossero 49.277 cinesi che divennero, nel 1880, dopo il completamento delle ferrovie transcontinentali, 75.132. Ovunque erano trattati come reietti. Erano sottopagati: nel 1876, un cinese, in California, arrivava a guadagnare, dopo una durissima giornata di lavoro, novanta centesimi, un bianco arrivava a cinque dollari. Il loro lavoro sottopagato arricchiva le grandi industrie californiane e rendeva anche possibile l’instaurarsi del solito sistema di prevaricazione già sperimentato nel sud-est asiatico: vi erano dei reclutatori cinesi che arruolavano e controllavano i lavoratori e trattenevano una parte del loro già misero salario.

Anche qui, comunque, le autorità commisero lo stesso errore già commesso dagli inglesi e dagli olandesi, cioè lasciarono che le comunità cinesi si governassero autonomamente. Sorsero così le prime tongs (associazioni) che sussistono ancora oggi, non sempre con intenti criminosi. Il primo bianco ad infiltrarsi in una di queste società, la Che Kung Tong, di cui descrisse la cerimonia d’iniziazione, fu un giornalista di San Francisco che aveva passato la fanciullezza a Canton e che conosceva il cinese, alla fine del XIX secolo. Ma il permettere alle comunità cinesi di isolarsi e autogovernarsi portò alla creazione di gruppi criminali dediti al controllo del gioco d’azzardo e della prostituzione. Proprio la Che Kung Tong, ora detta Massoneria cinese, per esempio, si dedicava, negli anni cinquanta del XIX secolo, all’estorsione e alla violenza contro i compatrioti.

Spesso tra le tongs scoppiavano accese dispute per questioni di donne o per il controllo del territorio, queste dispute non raramente degeneravano in scontri armati.

Nel 1871, per una di queste dispute, a Los Angeles, uno sceriffo bianco fu ucciso. Scoppiò una rivolta, il cinese autore del fatto fu linciato, poi cominciò la caccia all’uomo, con uccisioni e distruzioni di proprietà. Ci furono più di venti morti ma otto bianchi furono condannati a pene leggerissime. Questo fatto è molto importante perchè, da quell’episodio, le tongs, al fine di non inasprire la reazione violenta dei bianchi, rivolsero la violenza solo contro persone della stessa etnia.

La più crudele delle lotte di potere conosciute come Tong wars fu quella combattuta a San Francisco dal 1894 al 1913 ed è a Frisco che è ambientata l’avventura “Il laccio nero”, n. 172, sceneggiata da Gian Luigi Bonelli e disegnata da Letteri.

Tex ed i suoi pards sono in visita di cortesia al loro amico Tom Devlin, Capo della Polizia di Frisco quando si imbattono in una squallida tratta di ragazze cinesi che, prelevate dai loro villaggi natii, vengono cedute al di là dell’oceano al miglior offerente. Chi indaga sullo sporco traffico rischia di finire strangolato con un laccio di seta nera! La tong fa capo alla maliarda Ah-Toy, meglio nota come la Figlia del Drago e a due suoi loschi complici: il lugubre consigliere Lao Tan, detto l’Artiglio Nero, e il viscido biscazziere Wong Ha Gum.

Ma con Tex in azione per la setta criminale il destino è segnato.

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