Ma come sarebbe un mondo privo di massa? Non esattamente un posto idilliaco. Se fossimo privi di massa immediatamente ci comporteremmo come un fotone iniziando a viaggiare nello spazio alla velocità della luce. Da quel preciso istante il tempo, come ci insegna la relatività di Einstein, cesserebbe di esistere.
Certo non invecchieremmo mai, ma non avremmo neppure quel bagaglio esperienziale che fra l’altro ci consente di apprezzare questo stato cosi straordinario.
Se fossimo tutti particelle prive di massa non invecchieremmo mai ma, neppure vivremmo, per il concetto (e l’esperienza quotidiana) che attribuiamo a questo termine.
In compenso ci troveremmo in un Universo in cui sarebbe ricostituita la simmetria perfetta. Come espresso dalle parole di Steven Weinberg, nella sua Dirac Memorial lecture del 1986: “al livello più profondo, tutto quello che troviamo sono simmetrie, e risposte alle simmetrie”.
In parole semplici possiamo definire simmetria quando due sistemi hanno proprietà identiche l’uno rispetto all’altro.
In altri termini se si considera un “oggetto” (un vaso, una molecola, una particella elementare, un pianeta o l’intero universo) come un sistema fisico, diciamo che questo possiede una certa simmetria quando le sue proprietà, dopo la trasformazione che abbiamo operato su di esso, sono indistinguibili da quelle che aveva prima.
Agli albori dell’Universo il Modello Standard ( la teoria fisica che descrive tre delle quattro forze fondamentali note: le interazioni forte, elettromagnetica e debole – le ultime due unificate nell’interazione elettrodebole – e tutte le particelle elementari ad esse collegate) descrive un universo perfettamente simmetrico.
Poi è avvenuta, fortunatamente per noi, una rottura di questa simmetria perfetta che ha consentito la nascita della materia e conseguentemente di tutte le cose che costituiscono il nostro mondo.
L’agente responsabile di questa rottura è stato scoperto sperimentalmente nel luglio del 2012: il bosone di Higgs.