sabato, Luglio 27

Una società incattivita

L’immagine che scaturisce da stampa, radio e televisione della nostra società è sempre più avvilente. Stupri e violenze sulle donne sono all’ordine del giorno. I disabili sono trattati con sempre maggiore insofferenza e disprezzo (basterebbe citare il comportamento del troglodita di Via Montenapoleone a Milano o quel campione di civiltà che ha scritto un cartello per “vendicarsi” della multa subita per occupazione di un posto riservato).
Non parliamo poi degli immigrati su cui si sta riversando un’ondata di xenofobia ed odio senza precedenti. Ad oggi manca soltanto che siano considerati responsabili del cambiamento climatico o dei terremoti per fare l’en plein su tutto quello che viene addebbitato alla loro presenza in Italia.
La politica invece di governare ed “educare” queste pulsioni profonde ed irrazionali della società, le cavalca da una parte e le asseconda dall’altra, dimostrando ancora una volta la mediocrità di un’intera classe dirigente.
In questo contesto non poteva che finire sacrificata agli interessi elettorali la legge sulla cittadinanza che soltanto chi non ha letto puo’ considerare permissiva.
Le persone vivono sempre di più dentro un particolarismo egoista e miope. Sempre più incapaci di empatia da un lato e di razionalità dall’altro.
Stato e cittadini si guardano in cagnesco e sembrano marciare su universi paralleli che non si incrociano mai.
In questo brodo non stupisce che sempre di più, spinte qualunquiste e neofasciste si facciano strada conquistando consensi inquietanti.
La caduta morale della nostra società ha ormai raggiunto livelli preoccupanti, nessuna istituzione sembra più avere una presa effettiva sulle masse.
Non la Chiesa, costretta ad incassare la sconfitta sullo ius soli e stretta tra i suoi veleni interni e l’incapacità di rigenerarsi profondamente.
Non la politica ridotta ad un’accolita di comparse dove i “leader” hanno lo spessore di gente come Renzi,Grillo, Alfano, Berlusconi, Salvini etc.
Non i Carabinieri, una volta porto di riferimento sicuro, adesso sempre più coinvolti in reati di cui la Benemerita una volta sembrava immune.
Non la Presidenza della Repubblica, affidata ad un’anziano signore, incapace di rappresentare quel senso di unità e garanzia che la sua Alta Magistratura dovrebbe costituire.
Non la stampa, sempre più prona al potente di turno ed incapace di guidare, come un tempo, grandi battaglie civili ed ideali.
Insomma siamo messi maluccio.

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