sabato, Luglio 27

Urano, il violentatore e Crono, il parricida

Urano, dio del Cielo era profondamente invaghito delle grazie di Gea, la Terra. Ogni notte andava a trovarla e la possedeva furiosamente mettendola ripetutamente incinta. Urano però detestava i figli generati dai suoi amplessi, appena nascevano li nascondeva nelle profondità della terra.
Gea era profondamente affranta da queste azioni malvage e soffriva terribilmente per la sorte dei figli, inoltre giacere con Crono adesso le era diventato insopportabile.
Allora in lei maturò un piano feroce, prima di tutto forgiò una formidabile falce con i denti affilati e aguzzi.
Quindi si recò nelle viscere della terra per incontrare i suoi figli che erano già molto numerosi. Essi si radunarono al cospetto della madre.
I maschi Ceo, Crio, Iperione, Giapeto e Crono, il più giovane di tutti e le femmine Tia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe con la corona d’oro e la dolce Teti.

Gea si rivolse ai figli maschi e propose loro di interrompere le azioni scellerate di Urano attraverso l’unica soluzione possibile: ucciderlo. Il piano era semplice quanto efficace, mentre Urano, una di quelle notti, la montava con il solito vorace furore sessuale, uno di loro, impugnata la falce appositamente forgiata, lo avrebbe attaccato alle spalle, uccidendolo.

I figli di Gea inorridirono davanti a questa proposta e nessuno si fece avanti. Nello sbigottito silenzio generale, Crono, il più giovane di tutti, che successivamente avrebbe sposato la sorella Teti, si offri’ di liberare la madre e loro, dallo spietato Urano.

Ed è cosi, che una notte, mentre Urano possedeva Gea coprendola tutta, Crono usci’ dal suo nascondiglio lo afferrò con la mano sinistra, con la destra prese l’enorme falce e rapidamente recise il sesso del padre, evirandolo.

Crono scagliò il sesso del padre lontano, il possente pene cadde nel mare fecondandolo e facendo nascere Venere, la dea dell’amore, mentre le ultime gocce del sangue e dello sperma di Urano si persero ancora una volta dentro Gea, generando le Erinni, i Giganti e le Ninfe del frassino, le Ninfe Meliadi, dalle quali nacque una dura stirpe umana.

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