La guerra di spie nel secondo conflitto mondiale è piena di episodi di eroismo e dedizione, molti dei quali non sufficientemente onorati e ricordati. Uno di questi avvenne la notte tra il 2 ed il 3 dicembre del 1943. I britannici si erano convinti che a guidare le azioni dei caccia notturni tedeschi svolgesse un ruolo chiave il radar di bordo Lichtenstein.
Dopo alcuni infruttuosi tentativi di comprenderne il funzionamento apparve chiaro che l’unico modo per acquisire dati significativi su questo sistema d’arma nazista era inviare una missione investigativa nei cieli notturni della Germania. Una missione dal chiaro sapore suicida.
Si trattava di inviare un bombardiere nello spazio aereo nemico, farsi attaccare per avere il tempo di rilevare i segnali del radar tedesco e possibilmente trasmetterli a Londra prima di essere abbattuti.
Per questa missione fu scelto un Wellington bimotore della squadriglia 1473 con equipaggio canadese a parte l’addetto ai radar, lo specialista elettronico Harold Jordan. Il bombardiere era pilotato da Ted Paulton, un ex operaio canadese di una fabbrica di automobili dell’Ontario.
Nella notte tra il 2 ed il 3 dicembre del 1943 il velivolo si inoltrò nei cieli tedeschi ed intorno alle 4.30 del mattino, nei pressi di Magonza, rilevò effettivamente i segnali del radar Lichtestein. Nei dieci minuti che seguirono, in un crescendo spasmodico di tensione, Jordan iniziò a monitorare chiaramente i segnali mentre un caccia nemico si approssimava per intercettare il Wellington.
L’operatore radio il sergente maggiore capo Bigoray trasmise un breve messaggio radio in codice preparato da Jordan per informare i servizi segreti britannici di quanto stava accadendo. Quando i segnali divennero quasi intollerabili nelle cuffie di Jordan, un caccia tedesco Ju 88 sbucò in coda al bombardiere iniziando a sparare con i suoi cannoncini da 20 mm. Paulton lanciò il Wellington crivellato di colpi in picchiata mentre il mitragliere di coda apriva il fuoco contro il caccia nemico.
Ma il pilota del caccia nemico sapeva il fatto suo, continuando a sparare selvaggiamente mise fuori uso la torretta di poppa del bombardiere, ferendo il mitragliere e lo stesso Jordan, prima alla spalla, poi alla mandibola ed a un occhio che perderà. Nonostante le ferite il radarista riuscì a scribacchiare un altro messaggio per Londra e farlo trasmettere.
Poi improvvisamente, quando ormai il tragico destino sembrava compiersi, si ritrovarono soli, il caccia tedesco era scomparso. Paulton si trovava con quattro membri dell’equipaggio feriti seriamente, la fusoliera crivellata, il bimotore gravemente danneggiato.
Per le successive tre ore e mezza il pilota canadese lottò per tenere in volo il Wellington facendo rotta verso le coste inglesi. Alle 6.45 del mattino con la radio fuori uso attraversavano la costa francese nei pressi di Dunkirk e trenta minuti dopo avvistavano le coste inglesi. Ma il dramma dell’eroico equipaggio non era ancora concluso. Paulton si rese conto che l’aereo era troppo danneggiato per tentare un atterraggio su pista, decise quindi che la loro unica chance di salvezza era provare un ammaraggio.
Il mitragliere Bigaray era però ferito troppo seriamente alle gambe per poter sgusciare dal velivolo una volta ammarato pertanto indossò il paracadute, si trascino penosamente vicino allo sportello di lancio, prese con se una copia del rapporto su Lichtenstein redatto da Jordan, e all’ordine del pilota, si lanciò nei pressi di Ramsgate, riuscendo ad atterrare sano e salvo.
Paulton puntò allora decisamente verso il mare nei pressi di Deal ed ammarò a circa 200 metri dalla costa. Il Wellington imbarcò rapidamente acqua e gli uomini feriti arrancarono verso le uscite. Sgomenti si accorsero che il gommone di salvataggio era andato distrutto e si arrampicarono freneticamente sulla fusoliera che lentamente stava inabissandosi.
Fortunatamente per loro furono salvati da pescatori e barcaioli della zona che avevano visto distintamente il drammatico ammaraggio. Questa missione fu uno dei rari casi in cui l’eroismo e lo sprezzo del pericolo furono riconosciuti e tutti i membri dell’equipaggio ricevettero le più importanti onorificenze militari britanniche.
I servizi segreti inglesi acquisirono conoscenze fondamentali sul radar tedesco che guidava le intercettazioni notturne infliggendo gravi danni alle incursioni alleate.