sabato, Luglio 27

2 dicembre 1943: Missione suicida nei cieli tedeschi

La guerra di spie nel secondo conflitto mondiale è piena  di episodi di eroismo e dedizione, molti dei quali non sufficientemente onorati e ricordati. Uno  di questi avvenne la  notte tra il 2 ed  il 3 dicembre del 1943. I britannici si erano convinti che a guidare le azioni dei caccia notturni tedeschi svolgesse un ruolo chiave il radar di bordo Lichtenstein.

Dopo alcuni infruttuosi tentativi di comprenderne il funzionamento apparve chiaro che l’unico modo per acquisire dati significativi su questo  sistema d’arma nazista era inviare una missione investigativa nei cieli notturni della Germania. Una missione dal chiaro sapore suicida.

Si trattava di inviare un bombardiere nello spazio aereo nemico, farsi attaccare per avere il tempo di rilevare i segnali del radar tedesco e possibilmente  trasmetterli a Londra prima di essere abbattuti.

Per questa missione fu scelto un Wellington bimotore della squadriglia 1473 con equipaggio canadese a parte l’addetto ai radar, lo specialista elettronico Harold Jordan. Il bombardiere era pilotato da Ted Paulton, un ex operaio canadese di una fabbrica di automobili dell’Ontario.

Nella notte tra il 2 ed il 3 dicembre  del 1943 il velivolo si inoltrò nei cieli tedeschi ed intorno alle 4.30 del mattino, nei pressi di Magonza, rilevò effettivamente i segnali del  radar  Lichtestein. Nei dieci minuti che seguirono, in un crescendo spasmodico di tensione, Jordan iniziò a monitorare  chiaramente  i segnali  mentre un caccia nemico si  approssimava per intercettare il Wellington.

L’operatore  radio il sergente  maggiore capo Bigoray  trasmise un breve messaggio radio in codice preparato da Jordan per informare i servizi segreti britannici di quanto stava accadendo. Quando i segnali divennero quasi intollerabili  nelle  cuffie di Jordan, un caccia tedesco Ju 88 sbucò in coda al bombardiere  iniziando a sparare con i suoi cannoncini da 20 mm. Paulton lanciò il Wellington crivellato di colpi in picchiata mentre il  mitragliere  di coda apriva il fuoco contro il  caccia nemico.

Ma il pilota del caccia nemico  sapeva il  fatto suo, continuando a sparare selvaggiamente mise fuori uso la torretta di poppa  del bombardiere, ferendo il  mitragliere e  lo  stesso Jordan, prima alla spalla, poi alla mandibola ed  a un occhio che  perderà. Nonostante  le ferite  il radarista riuscì a scribacchiare un altro messaggio  per Londra e farlo trasmettere.

Poi improvvisamente, quando ormai il  tragico destino sembrava compiersi, si ritrovarono soli, il caccia tedesco era scomparso. Paulton si trovava con quattro membri dell’equipaggio feriti seriamente, la fusoliera  crivellata, il  bimotore gravemente danneggiato.

Per le successive tre ore  e mezza il  pilota canadese lottò per tenere in volo il Wellington facendo rotta  verso le coste inglesi.  Alle 6.45 del mattino con la  radio fuori uso  attraversavano la costa francese nei pressi di Dunkirk e trenta minuti dopo avvistavano le coste inglesi.  Ma il dramma  dell’eroico  equipaggio non era ancora  concluso. Paulton si rese conto che l’aereo era troppo danneggiato per tentare un atterraggio su pista, decise quindi che la loro unica chance di salvezza  era provare  un ammaraggio. 

Il  mitragliere Bigaray era però ferito troppo seriamente alle gambe per poter sgusciare  dal velivolo  una volta  ammarato  pertanto indossò il paracadute, si trascino penosamente vicino  allo  sportello di lancio, prese con  se una copia del rapporto su Lichtenstein redatto  da Jordan, e all’ordine del  pilota, si  lanciò nei pressi di Ramsgate, riuscendo ad atterrare sano e salvo.

Paulton puntò allora decisamente verso il mare nei pressi di Deal ed ammarò a circa 200 metri dalla costa. Il Wellington imbarcò rapidamente acqua e gli uomini feriti arrancarono verso  le uscite. Sgomenti si accorsero che il gommone di salvataggio  era andato distrutto e si arrampicarono freneticamente sulla fusoliera che lentamente  stava inabissandosi.

Fortunatamente per loro furono salvati da pescatori e barcaioli della  zona che avevano visto distintamente  il drammatico ammaraggio. Questa missione fu uno dei rari casi in cui l’eroismo e lo sprezzo del pericolo  furono riconosciuti e tutti i membri dell’equipaggio  ricevettero le più importanti onorificenze militari britanniche. 

I servizi segreti  inglesi acquisirono conoscenze fondamentali sul radar  tedesco che guidava le intercettazioni notturne infliggendo gravi danni alle incursioni alleate.

 

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