Ormai da circa un secolo sappiamo che il Sistema Solare è desolatamente privo, a parte la Terra, di forme di vita evolute e complesse. La ricerca della vita aliena pertanto si è focalizzata, date le condizioni ambientali, su forme di vita microbiche. Per microbo si intende, infatti, un essere vivente, vegetale o animale, di dimensione microscopiche. In pratica, un microrganismo. Viene usato come sinonimo anche il termine batterio, che non deve essere inteso esclusivamente nella sua accezione di batterio patogeno.
Esplorando ed analizzando le caratteristiche del Sistema Solare le condizioni dove potrebbe manifestarsi questa forma di vita, non appartengono ai pianeti ma a delle lune.
Una di queste è un corpo freddo e desolato, scarsamente illuminato dal Sole che appare cinque volte più piccolo che sulla Terra. Enorme, incombe su esso, Giove una sfera gassosa venata di bianco, arancione e marrone, che appare 30 volte più grande di quanto appaia la Luna sul nostro pianeta.
Le condizioni estreme sono rafforzate dalla temperatura che si aggira intorno ai -170° sotto zero e da un letale bombardamento di radiazioni che provengono da Giove, in grado di uccidere un essere umano in un solo giorno di esposizione. Questo satellite gioviano è Europa, grande poco meno della nostra Luna ed interamente ricoperto dai ghiacci.
Come può un ambiente così inospitale ed estremo ospitare la vita, sia pure in forma batterica? I ricercatori hanno iniziato a sospettare qualcosa esaminando le foto scattate dai passaggi della sonda Voyager che aveva evidenziato dei solchi rossastri sui ghiacci di Europa, come se in quei punti il ghiaccio si fosse spaccato e poi risaldato.
Sempre grazie alla sonda Voyager era stato scoperto che su Io, un’altra delle lune di Giove, erano attivi dei vulcani, probabilmente alimentati dall’influenza gravitazionale dell’enorme massa di Giove che riscaldava per attrito il minuscolo satellite.
Si ipotizzò che lo stesso meccanismo poteva agire anche su Europa. Nel 1995 quando la sonda Galileo arrivò nel sistema gioviano si raccolsero elementi che in base all’interazione del campo magnetico di Europa con quello di Giove, faceva supporre la presenza all’interno della luna di una grande massa di liquido salato. Inoltre Galileo confermò come i ghiacciai di Europa presentassero inequivocabilmente i segni di fratture poi ricomposte, un po’ come avviene sulle banchise di ghiaccio terrestri. Il modo con cui alcuni di essi si erano risaldati faceva pensare che avessero galleggiato prima della ricomposizione delle fratture.
Quindi tutti gli elementi fanno ritenere che la superficie di Europa sia ricoperta da ghiacci profondi una decina di chilometri e che sotto questa crosta ghiacciata ci sia un oceano di acqua allo stato liquido profondo un centinaio di chilometri, probabilmente salata, grande due volte gli oceani della Terra.
Calore ed acqua, due ingredienti fondamentali per lo sviluppo della vita quindi sarebbero presenti su questa luna desolata e gelida che fu scoperta per la prima volta da Galileo Galilei utilizzando un cannocchiale a rifrazione da 20 ingrandimenti il 7 gennaio 1610.
La possibile, alcuni scienziati affermano molto probabile, presenza di bocche idrotermali attive nel fondo di questo oceano interno determinerebbe tutte le condizioni per lo sviluppo di forme di vita molto elementari, appunto a livello di microrganismi.
Soltanto missioni specifiche potranno rivelare senza alcun dubbio se Europa ha sviluppato, sia pure in forma elementare, la vita.
L’Agenzia spaziale europea (ESA) ha annunciato per il 2022 il lancio della navicella JUICE (Jupiter Icy Moon Explorer), che esplorerà da vicino i tre satelliti maggiori del più grande pianeta del Sistema Solare: Ganimede, Callisto ed Europa. La sonda che raggiungerà il sistema gioviano nel 2030 avrà tra i suoi compiti l’individuazione di eventuali segnali di attività biologica sulle lune di Giove. Gli strumenti di bordo misureranno l’abitabilità dei satelliti confrontando fattori come chimica del carbonio, temperatura e pressione con le condizioni che consentono la vita sulla Terra.