E’ il 6 aprile 1996 quando l’allora Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton si presenta in televisione ed annuncia una scoperta choc della NASA la presenza di tracce di vita su Marte, il pianeta che da sempre nell’immaginario collettivo dell’umanità ha rappresentato la sede più certa ed affascinante di vita aliena.
Ovviamente non si trattava dei marziani o di forme di vita evolute e complesse ma di semplici microorganismi, ciò non di meno disse Clinton, se la scoperta avesse resistito ai necessari ulteriori vagli scientifici, sarebbe stata la scoperta con le più impressionanti implicazioni di ordine scientifico e filosofico della storia dell’uomo.
Cosa c’era alla base di questo annuncio sensazionale? Un piccolo frammento di roccia che aveva compiuto un viaggio straordinario e lunghissimo attraverso il Sistema Solare. Questo pezzetto di roccia si era formato circa 4 miliardi di anni prima su Marte e li se ne stava tranquillo fino a quando la superficie del pianeta rosso non era stata colpita da un meteorite che aveva disperso nello spazio decine di migliaia, forse centinaia di migliaia di detriti, alcuni dei quali cosi velocemente da sfuggire all’attrazione gravitazionale di Marte e perdersi nello spazio.
Tra tutti questi detriti vaganti nello spazio c’era anche il nostro piccolo frammento di roccia che dopo un viaggio di milioni di anni, circa 13.000 anni fa va a schiantarsi in una zona dell’Antartide chiamata oggi Alan Hills.
Nel 1984 Roberta Score, cacciatrice di meteoriti nell’Antartide, verso le 12 del 27 dicembre fermò il suo gatto delle nevi presso Allan Hills per osservare una curiosa formazione ghiacciata. Fu colpita da un meteorite di colore verdastro, lo raccolse e lo portò in laboratorio per analizzarlo. Il nostro piccolo frammento di roccia marziana fu battezzato ALH84001 (Allan Hills, 1984, 1°).
Solo nel 1993 però analizzando i gas intrappolati nel suo interno si scoprì che ALH84001 proveniva da Marte. Non era che uno dei tantissimi frammenti marziani piovuti sulla Terra nel corso del tempo, ma ALH84001 aveva una caratteristica che lo rendeva speciale. La sua datazione lo collocò nell’infanzia di Marte, quando il pianeta aveva appena 400 milioni di anni.
In un’epoca nel quale, secondo le teorie prevalenti, Marte era un pianeta abitabile, forse ancora più abitabile della Terra. Non soltanto si riscontrò che il piccolo frammento di roccia era stato a contatto con acqua liquida ma nella roccia c’erano sedimenti di molecole organiche complesse che sulla Terra sono associati all’attività ed alla decomposizione di microorganismi.
Lo studio della Nasa pubblicato su Science concludeva che le singole evidenze potevano avere anche cause non biologiche ma che prese nell’insieme non potevano che riferirsi alla presenza, in quell’epoca, su Marte, di vita aliena, nella forma batterica.
Con il passare del tempo però la comunità scientifica ha messo in discussione le conclusioni di questo studio e nella maggioranza dei casi propende per ragioni non biologiche alla base delle risultanze degli studi su ALH84001.
La prova incontrovertibile che in un remoto passato Marte fosse abitato, almeno da microorganismi, è ancora mancante.