sabato, Luglio 27

Alla ricerca della vita aliena – prima parte

Negli ultimi quaranta  anni la ricerca di forme di vita extraterrestre è  fortemente cresciuta, diventando uno degli obiettivi di punta  di astrofisici ed  astrobiologi. Il primo problema che abbiamo  di fronte quando ci accingiamo a percorrere  questa ricerca in grado di cambiare profondamente la nostra comprensione  dell’universo  è insita nella definizione stessa del termine vita. 

Cosa è esattamente la vita? Esistono decine di definizioni diverse, alcune opposte alle altre, alcune lacunose o contraddittorie, altre esageratamente elaborate ed antropocentriche. Una grande confusione che cela (male) la nostra difficoltà a definire in modo condiviso il concetto di vita. La comunità scientifica infatti non concorda ancora su una definizione universale di questo concetto, dividendosi aspramente soprattutto sull’estensione dell’attributo  di organismo vivente a virus o viroidi.

Forse la descrizione più efficace e quella più condivisa  è stata formulata dalla  NASA, l’agenzia spaziale  americana, essa recita: un sistema chimico autosostenibile e autoreplicante, in grado di sottostare alle teorie evolutive di Charles Darwin.

Nell’apparente semplicità  e sinteticità di questa definizione sono sottesi complessi processi che  possiamo collegare a qualunque organismo vivente sul  nostro  pianeta. La capacità di riprodursi, la  capacità di avere accesso e di utilizzare fonti energetiche  per  la propria  sopravvivenza, la capacità  di mutare e di evolvere attraverso la selezione naturale.

L’unica  forma di vita che conosciamo è quella che in  modo straordinario ed ancora non completamente compreso si è sviluppata sulla Terra. Gli ingredienti necessari sono però almeno in larga misura  abbondanti e disponibili nel resto dell’Universo.  Proviamo ad analizzarli sinteticamente  uno per uno.

Il  primo ingrediente appartiene ai mattoni fondamentali della vita ovvero ossigeno, carbonio, idrogeno ed azoto che da soli costituiscono il 96% degli organismi viventi terrestri. Soprattutto il  carbonio che con la  sua  straordinarietà di legarsi in lunghe molecole organiche forma la struttura dei sistemi viventi: aminoacidi, proteine, acidi  nucleici etc. Ossigeno, carbonio ed idrogeno sono abbondantemente presenti nel resto dell’universo e persino  molti composti organici come  gli aminoacidi sono stati rilevati nei meteoriti, nelle comete  e persino nelle  nubi destinate a formare nuove stelle.

Il secondo ingrediente è una fonte di energia. Anche in questo caso nessun problema in un universo popolato da centinaia di miliardi di galassie, ognuna delle  quali contenente centinaia di miliardi di stelle. E’ sufficiente che un pianeta extrasolare sia collocato  nella cosiddetta fascia abitabile della sua stella per ottenere il giusto calore  energetico.

L’ultimo ingrediente è l’acqua  allo stato liquido, l’elemento più problematico da scovare (almeno per adesso) nel cosmo. Non siamo certi che l’acqua allo stato liquido sia l’unico agente in grado di sviluppare  la vita, ma con le attuali conoscenze, quello che è sicuro e che l’acqua fornisce allo stesso tempo un’ottima protezione dalle radiazioni cosmiche e favorisce  delicati e preziosi processi chimici fondamentali per lo sviluppo della  vita come  noi la  conosciamo.

….continua….

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