lunedì, Maggio 20

Baobab, il gigante della savana

Secondo una credenza ben consolidata nel tempo, il baobab, albero nazionale del Madagascar e Senegal, avendo per vari mesi i rami spogli ed attorcigliati come radici, sarebbe in realtà stato capovolto da Dio per punire la sua incontentabilità.

Il suo nome deriva dall’arabo e significa “albero dai molti semi”, il suo genere Adansonia comprende otto specie, quasi tutte in Africa. Si tratta di un albero con un’altezza imponente che varia dai 5 ai 25 metri e che in taluni casi può arrivare persino ai 30. Il diametro del tronco rigonfio varia dai 7 agli 11 metri, ma qualcuno più grande arriva persino ai venticinque. Nell’arida savana, sembrano quasi, per la tipica forma, gigantesche bottiglie, capaci, per i molti alveoli del legno, di immagazzinare al loro interno anche 120.000 litri d’acqua. Questa enorme riserva d’acqua viene utilizzata sia dagli elefanti che dalle persone.

I rami, dalla struttura a raggiera, spogli nella stagione secca, si riempiono però di foglie composte palmate e presentano grandi fiori bianchi molto profumati , ma che durano un solo giorno; privi di nettare, hanno invece migliaia di stami. Essi producono frutti di forma ovoidale, dal pericarpo commestibile, contenenti un grande seme reniforme. L’impollinazione viene eseguita da varie specie di animali, come pipistrelli, lemuri notturni e falene.

Il baobab è sfruttato per produrre fibre, tinture e carburante. Inoltre le sue foglie sono consumate o fresche o secche. La polpa, disseccata e ripulita da semi e fibre, viene mangiata anche nel latte. Da essa si ricava una bevanda rinfrescante, ricca di vitamina C. Gli stessi semi si adoperano come addensanti di zuppe, ma anche fermentati in condimenti, arrosti oppure tritati per ricavarne olio.

Questo albero occupa anche un posto molto importante nell’immaginario e nella cultura atavica africana. Nel Madagascar e in vari stati africani, i baobab sono ritenuti dimore degli spiriti degli antenati e come tali venerati mediante offerte votive, come prodotti alimentari e rhum. Sulle porzioni di radici sporgenti dal terreno ci si siede a pregare e discutere.

Con i loro tanti doni, grandi serbatoi d’acqua davvero vitali nelle assolate savane, l’ imponenza e longevità (secondo alcuni fino a 3000 anni!), pur senza foglie, rallentano le loro attività, ma sarebbero secondo il mito che circonda questi alberi affascinanti dotati di tessuti fotosintetici anche all’esterno della corteccia. Secondo la leggenda , il baobab fu uno dei primi alberi ad essere creato da Dio, ma quando vide l’alta palma, la invidiò, chiedendo ed ottenendo un’altezza maggiore. Poi vedendo i bellissimi fiori della flamboyant, chiese ed ebbe anche i fiori. Ma quando chiese ancora di avere frutti come quelli ammirati nel fico, Dio si arrabbiò, lo sradicò e lo buttò a terra capovolto, con la chioma sotto e le radici in alto.

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