sabato, Maggio 18

Breve storia della corsa allo spazio – Ep. 1

Quando comincia effettivamente la corsa per la conquista dello spazio tra Stati Uniti ed Unione Sovietica? Gli studiosi si dividono tra molte date possibili, ma forse la corsa allo spazio inizia effettivamente quando la prima bomba atomica sovietica, RDS-1, nota anche come Pervaja molnija (“primo raggio”), venne fatta esplodere con successo il 29 agosto 1949 a quattro anni dalla bomba americana.

Gli Stati Uniti si scoprono vulnerabili e lo spazio, improvvisamente acquista una dimensione strategica fondamentale, chi lo controlla può determinare le sorti di un nuovo conflitto mondiale. I due programmi spaziali nascono quindi sotto la spinta ed il controllo dei rispettivi apparati militari, soltanto che per l’URSS è più facile mantenere il controllo e l’obbiettivo che il complesso militar-industriale si è dato, mentre negli USA gli scienziati spingono per conseguire risultati scientifici prima ancora che militari.

Circa un anno dopo il primo test nucleare sovietico viene avanzata l’idea da alcuni scienziati durante un convegno dell’International Council of Scientific Unions di promuovere l’Anno Geofisico Internazionale. Esso fu indetto dal luglio 1957 al dicembre 1958 per coordinare su scala mondiale un insieme di ricerche volte a una maggiore conoscenza delle proprietà fisiche della Terra e delle interazioni tra il Sole e il nostro pianeta.

I sovietici però non stanno a guardare e nell’incredulità generale della comunità scientifica internazionale durante un congresso di astronautica a Copenaghen dichiarano che sono vicini ad inserire in orbita terrestre un satellite chiamato Sputnik (“compagno di viaggio”), Nessuno li prende sul serio. Si sbagliano, perché l’Unione Sovietica ha delle ottime scuole tecniche ed a capo del suo programma spaziale ha Sergej Pavlovič Korolëv (1907-1966) una mente brillantissima e geniale il cui nome come progettista-capo fu tenuto segretissimo anche fra i suoi collaboratori di più alto livello.

Per ovvie ragioni di propaganda politica e di sicurezza il regime sovietico aveva infatti deciso di non rivelare né il nome né l’identità del progettista capo che si celava dietro ai principali successi della corsa sovietica nel cosmo contro gli avversari americani.

Con la morte di Korolëv, avvenuta nel 1966 in seguito ad un’improvvisa emorragia in sala operatoria, il mondo intero è finalmente venuto a conoscenza della figura che negli anni precedenti era stata in grado di donare all’umanità le conquiste dell’esplorazione del cosmo, prima che gli americani recuperassero il divario che li divideva dal programma spaziale sovietico portando i primi uomini sulla Luna.

Il suo alter ego negli stati uniti è l’ex ufficiale e scienziato nazista Wernher von Braun che durante la seconda guerra mondiale lavorò allo sviluppo dei razzi in Germania, campo in cui ottenne successi senza precedenti. Fu l’ideatore del disegno e della realizzazione dei razzi V-2 che colpirono Londra nel corso del secondo conflitto mondiale. Dopo la guerra, assieme ad altri scienziati del suo gruppo, si consegnò alle forze statunitensi che, comprendendo il suo elevato talento scientifico, lo impiegarono immediatamente nello sviluppo dell’Operazione Paperclip, di natura segreta. Von Braun lavorò con l’esercito statunitense, per venire poi assimilato definitivamente nella NASA.

Negli USA von Braun realizza il razzo Redstone un modello evoluto di V2 alto 17 metri, tristadio e pesante una trentina di tonnellate. L’ex scienziato nazista lavora sotto la diretta supervisione dell’Esercito, ma gli Stati Uniti, contrariamente a quanto accade in URSS, sono attraversati dalla competizione senza esclusione di colpi fra le tre armi delle Forze Armate. Infatti Aviazione e Marina lavorano segretamente a loro progetti come ad esempio il missile Atlas sviluppato dalle forze aeree e quello Viking, anch’esso derivato dalle vecchie V2 dalla Marina.

Ovviamente questa mancanza di coordinamento e questa competizione interforze sarà una delle cause dell’iniziale supremazia sovietica nella corsa allo spazio.

…..continua…..

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