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Da Catania a Oxford, il lungo viaggio di “Senecio squalidus”

Il Senecio Squalidus è una pianta erbacea, montana e perenne che fa parte della famiglia delle Asteracee, la famiglia delle piante da fiore che conta il più alto numero di specie: 32.913, divise in 1.911 generi. Il solo genere Senecio di cui ci occuperemo brevemente in questo articolo vanta oltre 1.000 specie vegetali diverse.

Il nome senecio, deriva dal latino senex (anziano) e fa riferimento al pappo formato da esili e sottili peli biancastri della stessa identica lunghezza. L’aggettivo squalidus invece gli è stato attribuito da Carl Nilsson Linnaeus, conosciuto in italiano più semplicemente come Linneo (1707-1778), grande naturalista svedese a cui dobbiamo la moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.

La terra d’origine del Senecio Squalidus è costituita dai versanti vulcanici dell’Etna, in Sicilia, non lontano dalla città di Catania. Si tratta di un ibrido frutto dall’unione di Senecio aethnensis e Senecio chrysanthemifolius, con un’altezza variabile dai 30 ai 50 centimetri, la pianta ha foglie lanceolate e graziosi fiori gialli.

La distribuzione in Italia del Senecio squalidus

Questa pianta è stata protagonista della straordinaria colonizzazione di un’altra isola distante oltre 2400 chilometri: la Gran Bretagna. Ma procediamo con ordine. Il primo a notare questa pianta è il botanico siciliano Francesco Cupani, frate francescano vissuto nel XVII secolo e allievo di un altro religioso, il monaco cistercense Paolo Boccone, palermitano, professore di botanica a Padova e in seguito botanico di corte presso il granduca di Toscana Ferdinando II.

Sulla spinta del suo maestro Cupani si accinge nell’immane impresa di catalogare e classificare tutta la flora siciliana. Per un impresa così impegnativa al frate francescano serviva un terreno dove raccogliere e “allevare” le piante mano a mano che entravano in suo possesso. Sarà grazie all’aiuto del duca di Misilmeri, don Giuseppe del Bosco Sandoval, che nel 1692 fondò a Misilmeri, non lontano da Palermo, un orto botanico che ben presto divenne famoso in tutta Europa.

Per arricchire la “collezione” delle piante conservate in questa oasi naturalistica Cupani iniziò ad intessere relazioni e scambi con altri botanici del tempo, di mezza Europa. È molto probabile che alcuni dei semi di Senecio squalidus siano stati spediti da Cupani a William Sherard, illustre botanico inglese che aveva avuto modo di conoscere e con il quale intesseva un regolare rapporto epistolare.

Nel 1700 mentre Sherard svolgeva la funzione di tutor per la duchessa di Beaufort, Senecio squalidus già prosperava nei giardini ducali presso Badmington. Pochi mesi dopo la nostra pianta sicula è introdotta dall’Horti Praefectus Jacob Bobart il Giovane nel giardino botanico di Oxford. È da questo luogo che partirà l’attacco per la definitiva colonizzazione dell’intera isola.

Uno dei vantaggi evolutivi di Senecio squalidus è dato dalla sua origine in terre vulcaniche desolate e brulle che gli hanno conferito esigenze minime in termini di risorse energetiche. I suoi habitat preferiti in città sono le mura cittadine, le rovine, i cortili e, insomma, tutti quei luoghi poco apprezzati da altre specie vegetali. Nel 1794 Senecio squalidus ha colonizzato ogni muro di Oxford, risultando così caratteristica di quell’ambiente da essere conosciuta in seguito con il nome inglese di Oxford Ragwort. Dalla cittadina, lentamente la pianta si estende nelle campagne limitrofe, occupando per primo fattorie ed edifici abbandonati.

La svolta, per il rush finale dell’invasione avviene quando il 12 giugno del 1844, la Great Western Railways inaugura la sua stazione a Oxford e la unisce a Londra. Negli anni successivi altre linee ferroviarie metteranno in comunicazione Oxford con il resto della Gran Bretagna. La tenacissima pianta di Senecio squalidus si trova benissimo nel colonizzare il ghiaino posto fra i binari e intorno a essi, è un habitat che gli ricorda la terra natia fatta di lava, cenere e sabbia.

Ma non finisce qui, il continuo passaggio dei treni favorirà lo spostamento veloce e massivo dei filamenti bianchi del pappo che trasporteranno velocemente e per grandi distanze i semi della pianta. Metro dopo metro la pianta proveniente dalla Sicilia conquista il Nord della Gran Bretagna. Verso la fine del XIX secolo raggiunge numerose località dell’Inghilterra settentrionale; negli anni Cinquanta del XX secolo arriva nella Scozia centrale, quindi continua a diffondersi in quella settentrionale e nell’Irlanda del Nord, utilizzando negli ultimi anni anche i bordi delle autostrade.

Se questo insieme di circostanze può spiegare la completa colonizzazione della Regno Unito in meno di due secoli, rimaneva da chiarire un mistero, come poteva una pianta originaria di climi caldi e secchi, prosperare in un ambiente decisamente più freddo e umido? La risposta sta nelle ibridazioni, l’originaria pianta siciliana nel corso della sua invasione si è ibridata con specie autoctone non sterili acquisendo velocemente tutte le componenti genetiche necessarie per sopravvivere e prosperare in condizioni ambientali de tutto diverse.

Adesso il Senecio squalidus è una specie non più aliena del paesaggio verde britannico ma dopo un processo relativamente veloce si è per così dire “naturalizzata” diventando nei fatti una specie autoctona inglese.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

L’incredibile viaggio delle piante di S. Mancuso

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