domenica, Aprile 28

Farmaci e calcio una relazione pericolosa

Le recenti premature morti di Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic hanno riacceso un dibattito che da anni anima non soltanto il mondo del pallone ma anche quello della scienza e della medicina. Si tratta dell’assunzione di farmaci, che soprattutto a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, venivano somministrati agli atleti per migliorarne le prestazioni sportive.

Si trattava di prodotti che galleggiavano in quella zona grigia che si colloca tra il doping vero e proprio e una certa maldestra e spregiudicata somministrazione di farmaci al tempo perfettamente legali. Sia chiaro si trattava (e seppure in forma minore visto la maggiore efficacia dei controlli) di un fenomeno che non riguarda soltanto il calcio, Dalle pillole blu dell’Oral-Turinabol, farmaco anabolizzante largamente usato nello sport della Ddr (l’ex Germania Est) ai beveroni e alle iniezioni somministrati nel calcio, italiano si è fatto uso di sostanze i cui effetti collaterali, anche gravi, erano a volte già conosciute all’epoca.

La lista dei decessi prematuri e improvvisi di calciatori è lunga, come lunga è la lista di malattie degenerative e tumori altamente invalidanti. All’indomani della morte di Vialli, calciatore, allenatore e opinionista tv molto amato, diversi calciatori hanno espresso preoccupazione sulle sostanze assunte su pressioni di medici sportivi e dirigenti delle loro ex squadre. Dopo Brambati, Raducioiu, Dino Baggio anche Antonio Di Gennaro, ex centrocampista e attualmente commentatore tecnico per le reti Mediaset ha raccontato come fosse una pratica diffusa l’assunzione di questi farmaci, addirittura in campo.

L’ex centrocampista ricorda il giorno del suo esordio in Serie A, il 10 aprile 1977, durante un Fiorentina-Juventus, quando approfittando di una interruzione di gioco dovuta ad un infortunio, il massaggiatore della squadra viola gli fece assumere del MICOREN. Spiega Gianfranco Beltrani, specialista di medicina sportiva e consigliere nazionale della Federazione medico sportiva italiana: “Il micoren è un analettico respiratorio, che veniva prescritto in caso di asma e pressione bassa,   fondamentalmente si tratta di un farmaco che migliora la respirazione, ma che presenta anche forti effetti collaterali, almeno a breve termine: vasocostrizione, tachicardia e problemi a livello cardiaco e cardiocircolatorio”.

Nel 1985, dopo essere stato usato massicciamente nel mondo del calcio per oltre dieci anni, il Micoren fu eliminato dai farmaci prescrivibili dall’introduzione della legge antidoping. Nessuno conosceva e in molti casi conosce ancora gli effetti a lungo termine di molti dei farmaci che gli atleti erano costretti ad assumere per “migliorare” la prestazione sportiva. La Fiorentina dove giocò Di Gennaro tra il 1976 e il 1980 fu segnata da una serie impressionante di morti premature: Beatrice (39 anni), Saltutti (56 anni), Longoni (64 anni), Ferrante (59 anni), Mattolini (56 anni). 

Questa drammatica concentrazione di ex atleti stroncati pèrematuramente è  finita al centro di un processo, conclusosi però con un nulla di fatto. Sugli effetti a lungo termine del Micoren infatti anche oggi si sa ben poco. Allora lo si usava come conferma anche Giuseppe Bergomi, ex bandiera dell’Inter e adesso commentatore tecnico per Sky, per “spezzare il fiato” e quindi permettere al calciatore di essere efficiente al 100% già dal primo minuto della partita e questo bastava.

L’abuso nell’assunzione di farmaci però non soltanto non si è interrotta ma riguarda anche il mondo dilettantistico del pallone. Una recente inchiesta coordinata dal centro di giornalismo tedesco Correctiv, sulle omertà degli abusi farmaceutici nel mondo del pallone in collaborazione con La StampaARD e France 2, ha condotto un sondaggio tra quasi 1200 giocatori a livello amatoriale in Germania. Il risultato è che oltre la metà dei partecipanti assume regolarmente farmaci come ibuprofene, paracetamolo e voltaren: medicine legali che possono essere assunte senza prescrizione e che non sono nella lista delle sostanze dopanti. Il fatto è che anche questi farmaci perfettamente legali se assunti in modo continuativo e arbitrario, a lungo termine, possono dare effetti collaterali anche molto gravi.

La lotta contro il doping sarà sempre una battaglia persa se le Federazioni sportive non proibiranno definitivamente e categoricamente tutti gli integratori e i farmaci, che anche essendo innocui e legali nel contesto scientifico attuale, non siano indispensabili per curare stati patologici dell’atleta. Il miglioramento delle prestazioni sportive deve essere ricondotto esclusivamente all’allenamento e all’utilizzo di materiali tecnici appropriati per ogni singola disciplina sportiva. Fintanto che questa scelta radicale non sarà effettuata e ci si limiterà ad implementare di volta in volta l’elenco delle sostanze potenzialmente dopanti, le società sportive con i loro medici sperimenteranno altri farmaci per percorrere quella scorciatoia per l’inferno assicurata da un uso perlomeno spregiudicato della chimica.

Foto di Phillip Kofler da Pixabay

Foto di Renno_new da Pixabay

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Wired.it

AGI

Irpimedia

About The Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights