Heinrich Himmler è stato uno dei gerarchi nazisti più potenti e spietati, autore materiale da un punto di vista burocratico, amministrativo e organizzativo, di quella che viene in gergo storico definita “la soluzione finale” rivolta alla “questione ebraica”. Himmler è considerato da molti storici l’anima nera del nazismo, il più spietato dei gerarchi. Lui stesso si definiva un “boia senza pietà”. Un ritratto privato e politico emerge attraverso la consultazione dei cosiddetti “diari segreti” di Himmler.
A questo proposito questo articolo è centrato principalmente sui diari per così dire privati del gerarca nazista. I diari di guerra di Himmler furono trovati invece in Russia nel 2013 in un archivio del ministero della Difesa a Podolsk. Scritti dagli assistenti di Himmler, contengono il suo programma giornaliero del 1937 e del 1938, l’anno della Notte dei cristalli, e anche degli anni critici 1943-1944. I diari furono confiscati dall’Armata Rossa dopo la guerra insieme ad altri documenti sequestrati nelle installazioni militari tedesche intorno a Berlino. Nel 1990 è stato ritrovato il diario del periodo 1941-1942.
Un’infanzia normale
Eppure, diversamente da tutti gli altri gerarchi nazisti, la sua vita era normale e, tutto sommato, agiata per gli standard del tempo. Heinrich Himmler nasce a Monaco di Baviera il 7 ottobre del 1900. Era il secondo di tre figli maschi: Ghebard il maggiore, Ernst il più piccolo. Il padre era un insegnante del ginnasio di Monaco, mentre la madre era una casalinga molto premurosa verso i figli. Ad Himmler non mancò l’affetto familiare, in poche parole.
La sua è stata una infanzia normale, con due genitori premurosi: il papà si preoccupava molto dell’istruzione dei figli, la mamma era una fervente cattolica, e Heinrich ne risentì positivamente per molti aspetti (aveva un suo codice etico, anche se sembra assurdo!).
Frequentò tutti gli ordini di scuola, arrivando a laurearsi come agronomo nel 1922, sempre a Monaco. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Himmler era quattordicenne: subito seguì con interesse gli avvenimenti bellici e insistette con i genitori affinché gli permettessero di partire come soldato-ufficiale. Il padre era stato istitutore del Principe Enrico di Wittelsbach, cioè un componente della casa reale di Baviera.
Questo gli permise di entrare nella scuola per ufficiali e di iniziare l’addestramento prima di finire il ginnasio, ma la guerra finì prima che Himmler potesse essere impiegato al fronte.
Il giovane Heinrich nella Repubblica di Weimar
Nel 1919, in seguito alla perdita della guerra, alla nascita della Repubblica di Weimar, e ai disordini che si creavano nelle fasce di popolazione più povera, in primis tra reduci militari incapaci di reinserirsi nella società, Himmler si arruolò in alcuni Freikorps per reprimere le varie forme di protesta violente che si avevano da parte di frange di persone povere, soprattutto con appartenenza ideologica al socialismo o al comunismo e che portò a veri e propri momenti di guerra civile (ricordiamo la Rivoluzione di novembre, la Lega Spartachista, la Repubblica Bavarese dei Consigli).
In Germania, nonostante la sconfitta, rimaneva forte il senso di identità nazionale, l’idea di popolo tedesco-germanico associata ad un forte sentimento di potenza che si sentiva propria (pangermanesimo). Ad appesantire il clima dobbiamo pensare alla “rivoluzione bolscevica” che aveva investito nel 1917 la Russia, portando al potere il partito bolscevico di Lenin prima, dell’avvento del “crudele” Yosef Stalin.
In Germania la paura di un allargamento di questa rivoluzione, contribuì in modo significativo a rafforzare sentimenti nazionalisti, con conseguenti disordini sociali dove i Freikorps dove Himmler militava, erano protagonisti per azioni di repressione, talvolta ingaggiati dal Governo della Repubblica di Weimar, politicamente orientata a maggioranza socialdemocratica e dove, le imposizioni del Trattato di Versailles, obbligavano, tra l’altro, la Germania della Repubblica di Weimar di avere un esercito che non superasse le 100.00 unità, la Reichswehr.
Himmler si avvicina al nazionalsocialismo
In questo clima Heinrich Himmler comincia la sua “carriera” come fervente nazionalista tedesco, coltivando un’idea di “razza superiore” che è stata poi alla base dell’olocausto consumato nei campi di concentramento. Conoscere personaggi di questa significatività per l’epoca storica in cui sono vissuti non è una questione semplice, e non sempre possibile. Il problema è nelle fonti che si hanno a disposizione da poter consultare.
Di Heinrich Himmler nei decenni dopo la guerra si sono riusciti a recuperare e rendere pubblici documenti tali che, ad oggi, possiamo affermare senza ombra di dubbio, che è l’alto gerarca nazista che conosciamo meglio nella sua dimensione familiare, intima e privata.
L’epistolario dei coniugi Himmler
Questo è possibile poiché siamo in possesso di un epistolario pluriennale che Himmler ha tenuto tra il 1927 e il 1945 con la moglie, Marga Siegroth (cognome del suo primo marito con cui fu sposata tra il 1920 e il 1923), nata Boden, poi diventata, il 3 luglio 1928, la Sig.ra Margarete Himmler. Il materiale è stato recuperato nell’arco di alcuni decenni nel secondo dopoguerra, in vari momenti, ed esiste oggi una pubblicazione cartacea con il titolo “Heinrich Himmler. Il diario segreto. Attraverso le lettere alla moglie 1927-1945”, edito da Newton Compton Editori nel 2014 in versione italiana.
Per quanto riguarda le fonti reali, cioè i testi prodotti dai protagonisti, Himmler e la moglie, le vicissitudini che ce ne spiegano il destino, richiedono un racconto dettagliato di quanto è successo, tra traversie varie che si sono avute per moltissimo materiale documentale della Seconda Guerra Mondiale, nel clima che c’era in una Germania “annichilita”, ridotta in macerie, occupata da eserciti alleati che certo non si mostrarono sempre “gentili” nel trattare i vinti e quanto trovarono in territorio tedesco.
Il diario di Himmler è una testimonianza di come la Germania post 1945 fosse una terra anche di “saccheggio”, soprattutto quando soldati (ma anche ufficiali) arrivavano a mettere le mani su oggetti appartenuti ai nazisti, meglio ancora se gerarchi e ricchi, magari colpevoli di atrocità commesse contro l’umanità.
Il trafugamento
Nella primavera del 1945 due GI (abbreviazione di general issue, cioè oggetti generici di guerra, un modo ironico con cui si “chiamavano”, e consideravano, i soldati statunitensi durante la seconda guerra mondiale), appena finita la guerra (la resa incondizionata definitiva fu firmata da Keitel l’8 maggio), erano arrivati a Gmund, sul lago Tegernsee dove si trovava villa Lindenfycht, la residenza ufficiale di Heinrich Himmler e della sua famiglia.
Dopo averla “visitata” incontrarono un intelligence officers che da civile era uno storico, il quale saputo della visita fatta dai due, capì che quello che trasportavano era materiale prezioso e si offrì di acquistarlo. Uno dei due GI accettò e l’officers entrò in possesso di importanti documenti della famiglia Himmler, tra cui i diari manoscritti di Himmler giovane, tra gli anni 1914 al 1922. L’altro GI si tenne il “prezioso materiale”.
L’officers spedì in America il materiale e fino al 1957 non ci pensò più. Si ricordò della loro esistenza in un colloquio con l’amico storico Werner Thomas Angress e glieli consegnò. Angress, insieme al collega Bradley F. Smith, li tradusse e li pubblicizzò con un articolo sul “Journal of Modern History” nel 1959.
La storia, così come è posta, non è condivisa come vera da tutti, poiché l’identità dei due GI americani, i primi a trovare il prezioso materiale, non è mai stata scoperta e di conseguenza non si conosce la loro versione dei fatti. Angress consegnò tutto il materiale all’Institution of War della Stanford University, California, che li rese disponibili al pubblico, e sono stati per molti anni una risorsa eccezionale per la ricerca storiografica (c’erano anche le lettere di Marga Himmler).
Un enorme mole di materiale
Nel 1995 il materiale è stato acquistato dagli Archivi federali di Coblenza, e da allora sono conservati tra le sue mura con la denominazione Nachlass Himmler (“Fondo Himmler”). Nei primi anni Ottanta in Israele comparvero altri documenti privati della famiglia Himmler (la parte di souvenir materiale “prelevato” dalla residenza Himmler, forse il materiale che il secondo GI non aveva voluto cedere all’intelligence officer sotto forma di microfilm).
Si tratta di circa settecento lettere scritte da Himmler alla moglie tra il 1927 e il 1945, i diari di Marga Himmler dal 1937 al 1945 (gli originali sono conservati all’US Holocaust Memorial Museum di Washington), il libretto originale di iscrizione di Marga Himmler al NSDAP (acronimo del partito nazista), il suo diario di gioventù scritto tra il 1909 e il 1916, un diario tenuto per raccontare l’infanzia della figlia Gudrun, il quaderno di poesie e il diario di Gudrun tra il 1941 e il 1945, quando era adolescente e accaddero i fatti più significativi per la sua vita.
Altro materiale recuperato sono alcuni registri dove Marga appuntava le spese domestiche, i regali di Natale, ricette, bollettini e i documenti consegnati dalla Gioventù hitleriana a Gerhard von der Ahè, figlio di una SS morta durante uno scontro con gli antagonisti politici, e per questo adottato dagli Himmler nel 1933 all’età di 4 anni. Infine sono state trovate molte foto, sciolte o contenute in appositi raccoglitori.
Come tutto questa documentazione sia finita in Israele rimane un mistero. Per molti anni sono stati in possesso di un sopravvissuto all’Olocausto che raccontò due versioni diverse su come ne fosse entrato in possesso: prima sostenne l’acquisto in un mercatino di pulci in Belgio, poi sostenne di averli avuti da un parente di Himmler, Karl Wolff, in Messico.
Il gerarca più conosciuto
Tra il 1982 e il 1983 gli Archivi federali di Coblenza hanno provveduto ad autentificare tutto il materiale in previsione di un acquisto mai avvenuto. Attualmente tutto questo materiale è di proprietà della documentarista israeliana Vanessa Lapa che lo ha impiegato per realizzare il film DesAnstandige (“L’uomo onesto”), presentato al Festival di Berlino nel 2014, momento in cui è stata svelata al grande pubblico l’esistenza dei documenti.
Il materiale originale di proprietà della famiglia Himmler recuperato (almeno fino ad oggi, quello conosciuto!), ci permette di dire che Heinrich Himmler è il gerarca nazista che noi conosciamo più approfonditamente, soprattutto per la sua sfera privato-familiare, attraverso cui traspare l’inquietante personalità di questo gerarca-boia.
Un matrimonio “fulminante”
Heinrich Himmler conosce sua moglie, Margareta Siegroth, nata Boden, nel settembre del 1927, in un casuale incontro in treno, durante degli spostamenti che ognuno dei due effettuava per ragioni personali. Le prime lettere sono semplici, con messaggi che rivelano come i due si siano piaciuti fin da subito e che in meno di un anno arrivarono al matrimonio, condividendo la passione per la vita rurale, di campagna.
Himmler era un agronomo laureato, mentre Marga era nata in campagna, figlia di un proprietario terriero, Hans Boden, presso Bomberg in Pomerania. Amava la campagna, gli animali e la natura, ed era una buona lavoratrice. Appena sposati, infatti, acquistarono una casa a Waldtrudering, nei pressi di Monaco (la città dove nel 1923 il partito nazista aveva tentato un colpo di stato, il cosiddetto “putsch di Monaco”. Monaco fu la città culla degli iniziali movimenti che porteranno alla nascita del partito nazista, la città dove viveva e operava Himmler, come “membro della NSDAP”, ma anche come funzionario, in quanto organizzava, dirigeva, coordinava, i gruppi nei vari territori.
Himmler fa carriera
Era stato assunto alla fine dell’estate del 1924, in sostituzione di Gregor Strasser (nome che rimarrà significativo nella storia della presa del potere di Hitler, fino alla sua eliminazione nella “notte dei lunghi coltelli”, nel giugno del 1934, quando Hitler e i suoi fedelissimi decapitarono i vertici delle SA, le Camicie Brune, e altri personaggi scomodi come appunto Georg Strasser) che era stato eletto al Landtag della Baviera, con la lista Volkischer Block(Blocco nazionalpopulista), un movimento che era una copertura per il nazionalsocialismo, reso fuorilegge dopo il tentato putsch del 1923 di Monaco.
Henrich Himmler fu incaricato della direzione del NSDAP per la Bassa Baviera, ricevendone uno stipendio: era il suo primo lavoro. L’impegno come coordinatore e organizzatore dell’NSDAP, è qualcosa che viene subito messa in risalto nelle sue comunicazioni con Marga, ed è proprio in base a queste comunicazioni che noi conosciamo il “gerarca e boia nazista in una dimensione a tutto tondo”, in quanto si rivelano due aspetti di una stessa personalità, quasi come essere di fronte ad un soggetto sofferente di disturbo schizofrenico, o di una personalità bipolare.
Una doppia morale
La corrispondenza iniziata tra Heinrich e Marga a partire dall’incontro in treno del 18 settembre del 1927, dimostra progressivamente questa ambivalenza di atteggiamento del futuro gerarca nazista: anche se le prime lettere non lasciano trasparire un vero interesse reciproco, nell’insieme l’epistolario ci restituiscono una immagine di Himmler come persona corretta, misurata nelle relazioni, affettuosa e protettiva, ironica in modo amorevole, etica e morale nei rapporti con Marga, ma anche nelle relazioni sociali in genere, a meno che non si riferisse alle persone classificate in senso “razziale”, le future vittime dei campi di sterminio gestiti come Reichsfuhrer delle SS da Heinrich Himmler.
Il razzismo era un sentimento e un atteggiamento abbastanza diffuso nella Germania del primo dopoguerra e al loro primo incontro, soprattutto per Marga Siegroth, si trattava di sentimenti e atteggiamenti “semplici”, comunemente diffusi nella società tedesca del tempo, soprattutto nelle fasce nazionaliste della popolazione.
Heinrich e Marga condividevano il rifiuto della democrazia e l’odio verso il comunismo che predicava una “rivoluzione per tutti i proletari del mondo”, e che poco si conciliava con l’idea di “nazionalismo tedesco”, conservatore e reazionario. Erano entrambi antisemiti, e quando scrivono riferendosi agli ebrei, la definizione sprezzante è “la banda di ebrei”, entrambi provavano disprezzo per il genere umano utilizzando l’espressione “quanto le persone sono false e cattive”.
Il ritorno alla terra
Amavano entrambi la natura, e così cominciarono a sognare di andare a vivere in campagna. Ricordiamo che tutto avvenne in pochi mesi. In meno di un anno si sposarono: si conobbero il 17 settembre del 1927, si sposarono il 3 luglio del 1928. In questo li accomunava una esperienza precedente che li portava all’amore per la terra: Himmler era un agronomo laureato, Margareta Siegroth era nata e cresciuta in mezzo alla natura, praticando tutti i lavori utili per una fattoria.
In più “il ritorno alla terra” era un ideale proprio del nazionalismo tedesco, esaltato da movimenti etnopopulisti che affiancavano l’operato del NSDAP. Inoltre Himmler aveva una paga modesta e per questo il pensiero di “arrotondare” con una produzione agricola autarchica e l’allevamento di animali, poteva favorire l’idea di mettere su famiglia, di avere una “bella casa pulita”, che doveva diventare un “castello di sicurezza”, e li avrebbe tenuti lontani dalla “sporcizia”. In più di una lettera Marga giudica come “sporcizia” tutto quello che non è tedesco!
Un matrimonio conformista
Un altro elemento che si rivela è la “severa formalità” attraverso cui Heinrich e Marga dialogano nelle prime lettere: non pongono domande sulla vita quotidiana, né sulla sfera intimo-privata (mancano, per esempio, domande sulle rispettive famiglie). In poche parole mancano curiosità ed empatia, e tutto si esprime attraverso formule rigide e stereotipate, scadendo, talvolta in frasi iperboliche e retoriche, come ad esempio, “Non dimenticare che dopo apparterrai soltanto a me”.
Se partiamo dal punto di vista di Himmler, possiamo dire quanto egli fosse stato educato a forti principi quali l’obbedienza e il senso del dovere, principi che ritroviamo ben sedimentati anche in Marga (lei pensò per molti anni alla casa, crescendo la figlia naturale prima, il figlio adottato poi, aspettando sempre con devozione il marito impegnato nel suo “lavoro politico”). In questo senso entrambi erano battezzati: Heinrich Himmler era cattolico, mentre Marga era di fede protestante. La religione ebbe importanza soprattutto all’inizio, per il matrimonio, ma poi subentrò una propensione alla spiritualità declinata in maniera complessa, esoterica, specifica del regime nazista.
Nei diari anche la fredda amoralità di Himmler
La loro “moralità” era permeata dai valori dell’ideologia nazista che avrebbe portato ad una sorta di “religione specifica del Terzo Reich”, di cui Himmler fu autore e fautore, nonché “grande sacerdote”, se consideriamo il suo ruolo di Reichfuhrer delle SS, cioè il loro comandante, in pratica secondo solo a Hitler per quasi tutto il Terzo Reich.
“Prima di andare a letto, ordinata la fucilazione di dieci ufficiali polacchi”. E’ solo uno dei tanti passaggi contenuti nei diari di Heinrich Himmler, l’architetto della Shoah, da cui si evince la fredda adesione alle teorie suprematiste ariane che saranno il fondamento della macchina del terrore nazista che provocherà milioni di morti nei campi di sterminio.
L’adesione alle teorie razziali era patrimonio comune dei coniugi Himmler. Il loro non fu un classico colpo di fulmine. Non successe tutto subito, ma gradualmente e già dai primi scambi di lettere si scorgono i tratti di quelle che saranno le colonne portanti della loro vita: attrazione fisica, rispetto reciproco scaturito in amore, tra i due e per la famiglia, ma sempre in un clima austero, rigido, disciplinato, dove prima venivano concetti più alti: Germania, nazione, terra, razza germanica, e poi tutti quei concetti per lo più oppositivi come abbiamo visto sopra, a partire dal disprezzo verso le persone non di razza germanica!
Himmler osteggiava il cosiddetto “sistema berlinese” anticamera di un antibolscevismo viscerale che porterà all’Operazione Barbarossa e a tutte le sue conseguenze, l’antisemitismo rivolto “alla banda degli ebrei” che prodromo all’Olocausto, con la morte violenta di 6 milioni di ebrei e 5 milioni di “indesiderati” nel Terzo Reich della razza superiore.
Himmler era un lavoratore instancabile, scrupoloso e devoto al capo, Adolf Hitler. La sua fu una carriera “costruita” su effettive capacità di oratore, organizzatore, nonché di devozione. Dalla sua corrispondenza possiamo capire come Himmler fin dagli anni ’20 fu impegnato in una dura gavetta tra personaggi che hanno fatto parte del “cerchio magico” di Hitler, fino al 1945.
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