lunedì, Aprile 29

Il sistema immunitario: le forze di sicurezza del corpo umano

Ognio giorno il nostro corpo è aggredito da una moltitudine di agenti patogeni, potenzialmente anche molto pericolosi per la nostra salute. Queste “aggressioni” sono però individuate, intercettate ed eliminate da un efficientissima forza di sicurezza dell’organismo, inquadrata nel caotico e articolato sistema immunitario.

Si tratta di un sistema complesso che si estende per tutto il corpo e comprende elementi che non assoceremmo facilmente alle sue funzioni, come le lacrime, il cerume e la stessa pelle.

Una vasta nomenclatura

Le cellule immunitarie che affrontano gli aggressori sono prodotte da linfonodi, midollo osseo, milza, timo e altre parti del corpo, attraverso un’enorme serie di reazioni chimiche. È facile perdersi nella vasta nomenclatura del sistema immunitario che comprende fra l’altro anticorpi, linfociti, citochine, chemochine, istamina, neutrofili, linfociti B, linfociti T, linfociti NK, macrofagi, fagociti, granulociti, basofili, interferoni, prostaglandine, cellule staminali ematopoietiche pluripotenti.

A complicare poi ancor più le cose ci sono cellule immunitarie che hanno un’unica funzione, mentre altre ne svolgono più di una, come ad esempio, interleuchina1 che oltra ad aggredire gli agenti patogeni è coinvolta nel sonno. Attualmente conosciamo più di 300 cellule immunitarie ma si sospetta che siano molte di più.

Pochi errori ma alcuni gravi

Un’altra caratteristica che rende particolarmente complessa la conoscenza del sistema immunitario e che pare non ne esista uno uguale all’altro, in altri termini ogni individuo ha il suo sistema immunitario e questo rende problematico comprenderli e curarli quando mostrano segni di malfunzionamento. Ogni tanto il nostro sistema immunitario sbaglia e attacca cellule sane, ma per il superlavoro che fa ogni giorno è straordinario quanto questo tasso di errore sia basso.

Nonostante questo basso tasso di errori è paradossale come una serie di malattie dette autoimmuni minino la salute dei decine di migliaia di persone. L’elenco è piuttosto lungo: sclerosi multipla, lupus, artrite reumatoide, morbo di Crohn e tanti altri disturbi, quasi tutti piuttosto severi e invalidanti. Si stima che circa il 5% della popolazione mondiale soffra di una malattia autoimmune e questo numero è in costante crescita.

Lupus

I linfociti

Proprio per evitare di commettere troppi errori e quindi di eliminare elementi innocui o addirittura utili al nostro organismo, il sistema immunitario è organizzato in modo complesso ed efficiente. Al centro del nostro sistema immunitario ci sono cinque tipi di globuli bianchi: linfociti, monociti, basofili, neutrofili ed eosinofili. I linfociti in particolare si dividono in due categorie principali: B e T. I primi sono prodotti dal midollo osseo, i secondi pur essendo prodotti anch’essi dal midollo osseo, fuoriescono dal timo.

La principale funzione del timo è di organo linfoide primario per lo sviluppo dei linfociti T, funzione che si attua già negli stadi più precoci dello sviluppo prenatale. Di fatto è come se il timo compia un’attenta opera di selezione rispetto ai linfociti T, tanto che al suo interno si trovano una grande quantità di cellule immunitarie morte. Sono quei linfociti che per così dire non hanno passato il “processo di revisione”.

A loro volta i linfociti T si dividono in due categorie: helper e killer. Gli helper aiutano aiutano i linfociti B a produrre anticorpi e altre cellule immunitarie a reagire, i killer attaccano e distruggono le cellule invase dagli agenti patogeni.

Un “database” prezioso

I linfociti T della memoria poi hanno l’utilissima capacità di ricordare i dettagli di agenti patogeni che hanno nel passato già aggredito il nostro organismo. Questa sorta di “archivio dei cattivi” permette una risposta più immediate e precisa in caso di una nuova aggressione. È una reazione che va sotto il nome di immunità adattativa o acquisita ed è il processo su cui si basa lo sviluppo dei vaccini.

Naturalmente i germi cercano di eludere le “forze di sicurezza” del nostro organismo e lo fanno inviando segnali chimici ambigui (come le contromisure che vengono lanciate da sottomarini o arei attaccati da un nemico) oppure spacciandosi come batteri benigni. Il sistema immunitario non ha soltanto il compito di individuare e colpire il “nemico esterno“, ovvero gli agenti patogeni che cercano di infettarci provenendo dall’ambiente che ci circonda, ma devono distruggere le cellule interne che non si comportano bene, come quelle cancerose.

La tempesta di citochine

I globuli bianchi hanno la capacità di poter uscire dal sistema circolatorio e attraversare i tessuti fino ad intercettare il “nemico“. Individuato l’invasore lo attaccano scagliandovi contro le citochine, le sostanze chimiche che causano febbre e malessere quando combattono un’infezione. Non è infatti l’infezione a farci sentire male, bensì il corpo che si difende.

L’attacco deve essere equilibrato, non troppo debole, altrimenti non si elimina il patogeno ma non troppo forte, altrimenti si distruggono i tessuti sani vicini al sito dell’infezione. È quello che è accaduto in diversi casi letali del Covid19. Nei casi più gravi il virus causa una vera e propria “tempesta di citochine”, ossia una reazione esageratamente violenta delle difese immunitarie del paziente che, anziché proteggerlo dal virus, attacca i suoi stessi organi determinando conseguenze nefaste.

Per saperne di più:

Linfociti T

Il fegato, il super laboratorio del corpo umano

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

fondazioneisal.it

Bryson, Bill. Breve storia del corpo umano: Una guida per gli occupanti

About The Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights