mercoledì, Maggio 15

Titano, luna di Saturno, molto probabilmente è inabitabile

Titano, luna di Saturno, molto probabilmente è inabitabile. Una ricerca condotta dall’astrobiologa Catherine Neish mostra che l’oceano sotterraneo di Titano, la luna più grande di Saturno, è molto probabilmente un ambiente non abitabile. Questo significa che non c’è speranza di trovare vita nel mondo ghiacciato. La scoperta rende noto che è molto meno probabile che si possa trovare la vita nel sistema solare esterno.

Catherine Neish ha spiegato che: “Sfortunatamente, ora dovremo essere un po’ meno ottimisti quando cerchiamo forme di vita extraterrestri all’interno del nostro sistema solare. La comunità scientifica è molto entusiasta della scoperta della vita nei mondi ghiacciati del sistema solare esterno. La nuova scoperta suggerisce solo che potrebbe essere meno probabile di quanto pensassimo in precedenza”.

L’identificazione della vita nel sistema solare esterno è un’area di notevole interesse per scienziati planetari, astronomi e agenzie spaziali governative come la NASA, soprattutto per la presenza di oceani. Titano ha un oceano sotto la superficie ghiacciata che è più di 12 volte il volume degli oceani terrestri.

Titano

Titano e l’acqua

Catherine Neish ha spiegato che: “La vita come la conosciamo qui sulla Terra ha bisogno dell’acqua. Quindi i pianeti e le lune con molta acqua sono corpi interessanti quando si cerca vita extraterrestre”. Nella ricerca, pubblicata sulla rivista Astrobiology, Catherine Neish e i suoi collaboratori hanno tentato di quantificare la quantità di molecole organiche che potrebbero essere trasferite dalla superficie ricca di sostanza organica di Titano al suo oceano sotterraneo. La ricerca ha sfruttato i dati raccolti dai crateri da impatto.

Le comete che hanno colpito Titano nel corso della sua storia hanno sciolto la superficie ghiacciata della luna. Gli impatti hanno creato pozze di acqua liquida che si sono mescolate con le sostanze organiche superficiali. Il liquido formatosi risulta più denso della crosta ghiacciata. Di conseguenza, l’acqua più pesante affonda attraverso il ghiaccio, forse fino all’oceano sotterraneo di Titano.

I tassi di impatto presunti sulla superficie di Titano, hanno permesso a Catherine Neish e i suoi collaboratori di determinare quante comete di diverse dimensioni avrebbero colpito Titano ogni anno nel corso della sua storia. Ciò ha permesso ai ricercatori di prevedere la portata dell’acqua che trasporta le sostanze organiche che viaggiano dalla superficie di Titano al suo interno.

Titano: la ricerca

Catherine Neish e il team hanno scoperto che il peso delle sostanze organiche trasferite è minimo, non superiore a 7.500 kg/anno di glicina, l’amminoacido più semplice che costituisce le proteine nella vita. Secondo Catherine Neish “La quantità di glicina non è sufficiente a sostenere la vita. In passato, le persone spesso davano per scontato che l’acqua fosse uguale alla vita, ma trascuravano il fatto che la vita ha bisogno di altri elementi, in particolare del carbonio”.

Titano è la luna ghiacciata più ricca di materiale organico del sistema solare. Quindi se il suo oceano sotterraneo non è abitabile, non è di buon auspicio per l’abitabilità di altri mondi ghiacciati conosciuti. Catherine Neish ha spiegato che: “Questo lavoro dimostra che è molto difficile trasferire il carbonio dalla superficie di Titano al suo oceano sotterraneo. In altre parole, è difficile avere sia l’acqua che il carbonio necessari per la vita nello stesso posto”.

Nonostante la scoperta, c’è ancora molto da imparare su Titano. Catherine Neish vuole scoprire di cosa è fatto. La ricercatrice specifica che: “È quasi impossibile determinare la composizione della superficie ricca di sostanze organiche di Titano osservandola con un telescopio attraverso la sua atmosfera ricca di sostanze organiche. Dobbiamo quindi atterrare lì e campionare la superficie per determinarne la composizione”.

Conclusioni

La missione Cassini-Huygens è l’unica ad essere riuscita a far atterrare con successo una sonda robotica su Titano per analizzare campioni. Ad oggi, è la prima sonda spaziale ad atterrare su Titano e l’atterraggio più lontano dalla Terra mai effettuato da un veicolo spaziale.

Catherine Neish ha spiegato che: “Anche se l’oceano sotterraneo non è abitabile, possiamo imparare molto sulla chimica prebiotica su Titano e sulla Terra, studiando le reazioni sulla superficie di Titano. Ci piacerebbe sapere se lì si verificano reazioni interessanti. Soprattutto dove le molecole organiche si mescolano con l’acqua liquida generata negli impatti. Se tutto lo scioglimento prodotto dagli impatti affondasse nella crosta di ghiaccio, non avremmo campioni vicino alla superficie dove acqua e sostanze organiche si sono mescolate“.

La ricercatrice conclude spiegando che: “Queste sono regioni in cui Dragonfly potrebbe cercare gli elementi prodotti dalle reazioni prebiotiche. Ciò ci potrebbe insegnare come funziona la vita e come potrebbe formarsi su pianeti diversi. I risultati di questo studio sono ancora più pessimistici di quanto pensassi per quanto riguarda l’abitabilità dell’oceano superficiale di Titano. Tuttavia, significa anche che esistono ambienti prebiotici più interessanti vicino alla superficie di Titano, dove possiamo campionarli con gli strumenti di Dragonfly”.

FONTE:

https://phys.org/news/2024-02-saturn-largest-moon-uninhabitable.html

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