giovedì, Maggio 2

Il clown assassino

Tuti i ragazzini (e i loro genitori) della scuola elementare di Des Plaines, un sobborgo di 58.000 abitanti di Chicago, andavano pazzi per Pogo, il clown. Non c’era festa di compleanno o evento ludico scolastico che non avesse come protagonista questo pagliaccio grassoccio ideato da John Wayne Gacy, le sue batture surreali e i facili giochi di prestigio ne facevano immancabilmente l’anima della festa. Nessuno a Des Plaines conosceva però il passato inquietante di questo corpulento trantaseienne.

Già nel 1967 Gacy, che all’epoca abitava nello Iowa, aveva compiuto la sua prima aggressione a scopo sessuale ai danni di un adolescente, il quindicenne Donald Voorhees Jr., figlio di un suo conoscente. Gacy attirò il ragazzo in casa sua con la promessa di fargli vedere dei film pornografici,  poi lo fece ubriacare e lo costrinse a praticargli del sesso orale. Denunciato dal padre di Donald, Gacy convinse un suo giovane conoscente ad intervenire per dissuadere il ragazzo a testimoniare contro di lui. L’uomo, il diciottenne Russell Schroeder aggredì Donald Voorhees Jr. pestandolo selvaggiamente intimandogli di non testimoniare a carico di Gacy. Denunciato a sua volta e arrestato Russell ammise di essere stato “ingaggiato” da Gacy per il pestaggio della sua vittima.

Nel frattempo a John Wayne Gacy viene contestato un ulteriore reato a sfondo sessuale, il tentativo di stupro del sedicenne di nome Edward Lynch. Durante il processo, tenutosi il 7 novembre 1968, Gacy si dichiarò colpevole dell’accusa di sodomia nei confronti di Donald Voorhees, ma negò qualsiasi altra accusa circa Lynch, dichiarando di non essere assolutamente omosessuale bensì bisessuale, portando come prova il fatto che era sposato. Gacy venne giudicato colpevole del reato di sodomia ai danni di un minorenne il 3 dicembre 1968 e condannato a 10 anni di carcere da scontarsi nel penitenziario di Anamosa. Il giorno stesso del verdetto la moglie chiese il divorzio. Dopo soli 18 mesi venne rilasciato per buona condotta.

Nel 1971 si trasferì a Chicago e qui aprì un’impresa di costruzioni che con il tempo iniziò ad andare a gonfie vele. Nel frattempo si era iscritto al Partito Democratico di cui era diventato uno stimato attivista ed è in questo periodo che aderisce al “Jolly Joker Clown Club” i cui membri volontari, tutti mascherati da pagliacci, si esibivano regolarmente senza scopo di lucro in varie manifestazioni di beneficenza e negli ospedali dove davano spettacoli per i bambini malati. A fine 1975, Gacy creò il suo personaggio di “Pogo the Clown”:  si disegnava da solo i costumi e ideò il suo trucco personale. In questi anni continuarono le sue aggressioni sessuali a carico di giovani e giovanissimi maschi, alcuni dei quali assunti come operai dalla sua ditta di costruzione.

La svolta avviene nel 1978 quando il quindicenne Robert Piest uscì di casa promettendo alla madre che non avrebbe fatto tardi per la cena. Fu l’ultima volta che la madre vide Robert. Alla polizia la donna disse che sapeva che Robert doveva andare a parlare con un imprenditore per un possibile lavoro durante le vacanze scolastiche. Le indagini sveleranno che l’imprenditore in questione era Gacy, che abitualmente utilizzava la sua ditta di costruzioni come trappola per scegliere le sue vittime.

La Polizia si recò nell’abitazione di Gacy, una casetta isolata fuori città, per interrogarlo. Qui un inequivocabile tanfo di decomposizione che permeava sia la casa che il giardino, tradì il clown assassino. La successiva perquisizione permise di rinvenire non soltanto il cadavere di Robert Piest ma anche quelli di decine di altri ragazzi come lui. Il modus operandi di Gacy era sempre lo stesso, abbordava giovani, meglio se emarginati o sbandati con la promessa di un lavoro, per poi abusare di loro e ucciderli in tutta tranquillità nella sua casa.

Le indagini portarono alla luce l’infanzia e l’adolescenza del gioviale Pogo, contrassegnata da abusi e violenze. Durante il processo Gacy cercò di far passare la tesi dell’infermità mentale senza successo. Dopo un processo iniziatosi nel febbraio 1980, il 13 marzo dello stesso anno John Wayne Gacy venne riconosciuto colpevole di omicidio plurimo e condannato a morte. Trentatrè giovani e giovanissimi avevano trovato la morte per mano di Gacy e di alcuni di loro non si riuscì a dare neppure un’identità.

Trasferito nel  Menard Correctional Center di Chester, Gacy rimase nel braccio della morte per 14 anni. In questo periodo si diede con discreto successo alla pittura, e molti suoi quadri furono venduti all’asta con prezzi che talvolta sfiorarono i 20.000 dollari. Tutti i suoi appelli per trasformare la sentenza in carcere a vita furono respinti. Dopo un ulteriore serie di duelli legali con la Corte Suprema, tutti persi, John Wayne Gacy, fu giustiziato per mezzo di un’iniezione letale il 10 maggio 1994. Chissà se il maestro dell’horror Stephen King non si sia ispirato alla vicenda di Pogo, il clown per tratteggiare l’agghiacciante protagonista, del suo romanzo “IT”, il pagliaccio Pennywise.

Le ultime parole di John Wayne Gacy, prima che l’ago affondasse nelle vene, furono: “Baciatemi il culo!”.

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