domenica, Maggio 5

Il cuore umano: un incredibile pompa

Al cuore attribuiamo tutta una simbologia che poco ha a che fare con la sua vera natura. Si giura solennemente o si canta l’inno nazionale con la mano appoggiata sul cuore, pronunciamo tutta la nostra disperazione di partner tradito con l’iconica frase “mi hai spezzato il cuore” o ci dichiariamo amore eterno con “ti amo con tutto il cuore“. Peccato che il cuore non abbia niente a che fare con la sfera emotiva dell’essere umano.

Questo fondamentale organo ha un solo compito, tutt’altro che banale e semplice come vedremo, battere e attraverso le sue pulsazioni assicurare la corretta circolazione sanguigna, fino alle zone più periferiche del nostro corpo. In questo breve articolo ci soffermeremo soltanto su alcuni aspetti e curiosità poco noti sul cuore, che per altro non ha affatto la forma del simbolo con il quale lo rappresentiamo e che pare apparso per la prima volta in alcuni dipinti del Nord Italia nel XIV secolo.

Qualche numero

Il cuore batte poco più di una volta ogni secondo, circa centomila volte al giorno. È stato calcolato che durante una vita media i battiti cardiaci sono circa tre miliardi e mezzo. Attraverso il battito diffonde il sangue nel corpo, con delle spinte molto violente. La riprova di questa poderosa intensità si ha nel malaugurato caso di un’arteria recisa, il sangue può schizzare fino a tre metri di altezza. Ogni ora dispensa circa 260 litri di sangue, 6240 al giorno. Questa potenza è necessaria non soltanto per permettere al sangue di raggiungere le zone periferiche del corpo ma anche per riportare il sangue indietro contrastando la forza di gravità.

Secondo alcune stime nell’arco di una vita il cuore svolge un lavoro paragonabile al sollevamento di una massa di una tonnellata in aria per 240.000 chilometri. Queste straordinarie performances sono assicurate da un organo che pesa meno di mezzo chilo ed è diviso in quattro cavità due atri e due venticoli. L’organo si divide in due sezioni non uguali, la sinistra dove circola sangue arterioso ricco di ossigeno e la destra dove circola sangue venoso deossigenato; ognuna di queste sezioni comprende una cavità superiore, atri a pareti sottili, e una inferiore, ventricoli a pareti più spesse. Ciascun atrio è in connessione con il ventricolo sottostante per mezzo dell’orifizio atrioventricolare; il cuore sinistro è separato da quello destro a livello atriale dal setto interatriale e a livello ventricolare dal setto interventricolare.

Del sangue ossigenato pompato dal cuore l’organo che ne assorbe di più è il cervello (15%) ma quello che ne prende una quantità maggiore sono ii reni con il 20%. L’intero viaggio del sangue pompata dal cuore dura in tutto cinquanta secondi.

Battito e pressione sanguigna

Il battito si divide in due fasi, la sistole (quando il cuore si contrae e spinge fuori il sangue) e la diastole (quando si rilassa e si riempie). La differenza tra le due è il valore della pressione sanguigna. La pressione sanguigna non è uguale in ogni parte del corpo, tra la pressione a livello della spalla e quella misurata alla caviglia esiste una differenza di poco inferiore al 20%. Inoltre la pressione sanguigna varia durante le fasi della giornata. Tende ad alzarsi durante il giorno, quando dovremmo essere in piena attività e la sera si abbassa, raggiungendo il suo minimo poco dopo mezzanotte. Il cuore può non avere sempre un battito regolare. Se il battito è troppo lento il disturbo si chiama bradicardia, se è troppo veloce tachicardia.

Diversi studi epidemiologici hanno stabilito che il numero maggiore degli infarti si concentra proprio nelle ore notturne e alcuni scienziati ipotizzano che ci possa essere un nesso con la variazione notturna della pressione. Ancora nei primi anni del Ventesimo secolo molti medici ritenevano che la pressione alta fosse indicatore di un flusso sanguigno potente e regolare. Oggi sono ben noti i rischi connessi ad una pressione alta cronica, rischi che si traducono in un significativo aumento dell’incidenza di infarti e ictus. Una pressione sanguigna nella norma deve avere i valori di 130 su 80.

Purtroppo per lo stile di vita e di alimentazione che manteniamo la popolazione che supera anche nettamente questi valori è sempre più in crescita e richiede un intervento farmacologico per abbassare il valore eccessivo. Solo per rimanere agli Stati Uniti su 332 milioni di abitanti circa 104 milioni di individui soffrono di pressione alta.

L’infarto

La medicina ha fatto enormi progressi per garantire la salute del muscolo cardiaco. Il tasso di mortalità per disturbi cardiaci si è notevolmente ridotto anche se le loro conseguenze rappresentano ancora la prima causa di morte. Solo negli Stati Uniti oltre 80 milioni di persone soffrono di malattie cardiovascolari, e per curarle il paese spende 300 miliardi di dollari l’anno.

Tra le patologie più gravi del cuore ci sono l’infarto e l’arresto cardiaco che molti ritengono un sinonimo. Non è così. Un infarto è la necrosi di un tessuto per ischemia, cioè deficit di flusso sanguigno. In altre parole il sangue ossigenato non riesce ad arrivare al miocardio a causa di un’ostruzione di un’arteria coronarica. I tessuti a valle dell’ostruzione muoiono per sempre entro un’ora dall’interruzione del flusso sanguigno.

I sintomi sono diversi a seconda dell’organo interessato, tuttavia il sintomo principale è rappresentato da dolore acuto di varia intensità (ad insorgenza improvvisa); è però possibile che l’infarto sia clinicamente asintomatico, soprattutto qualora sia di dimensioni molto piccole. Il fatto che di solito sia improvviso lo fa definire anche come “attacco cardiaco”.

L’arresto cardiaco e altri malanni del cuore

L’arresto cardiaco invece si verifica quando il cuore smette di pompare del tutto, di solito per un’alterazione degli impulsi elettrici. Il cervello viene privato di ossigeno e ben presto subentra la perdita di coscienza e, in assenza di un intervento rapido e risolutivo, la morte. L’arresto cardiaco può essere conseguenza di un infarto ma può avere anche altre cause. Anche una vita virtuosa fatta di alimentazione sana, attività motoria costante e basso livello di stress non ci mette al sicuro da questa patologia subdola.

Circa la metà dei primi infarti (fatali o meno) si verifica in soggetti sani e in forma che non corrono rischi evidenti: non fumano, non bevono troppo, non sono sovrappeso, non hanno la pressione alta cronica e nemmeno il colesterolo alto. Uno stile di vita corretto quindi non ci mette al sicuro ma abbassa le probabilità di essere vittime di un infarto.

Ma le malattie cardiache severe non si limitano ad infarti e arresti cardiaci, l’elenco contrassegnato dai nomi dei medici che le hanno scoperte o studiate è piuttosto lungo: l’angina di Prinzmetal, la malattia di Kawasaki, l’anomalia di Ebstein, la sindrome di Eisenmenger, la cardiomiopatia di Takotsubo e ci fermiamo qui.

Per saperne di più:

Il cuore

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Bryson, Bill. Breve storia del corpo umano: Una guida per gli occupanti

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