Se pensiamo al potere dell’argento il nostro pensiero vola immancabilmente alle “pallottole d’argento” necessarie per uccidere un vampiro. Ovviamente questa è pura fantasia, quello che invece appartiene al mondo della realtà e della scienza è il potere antibatterico di questo elemento chimico con numero atomico 47.
Da molto tempo si sa, infatti, del potere dell’argento nel combattere la proliferazione dei batteri sui piedi o su altre parti del corpo. Ciro il Grande, nel lontano V secolo a.C. ordinava ai suoi servitori di conservare le scorte d’acqua in vasellame d’argento.
Ciro ovviamente non aveva alcuna nozione di chimica, però faceva buon uso delle tradizioni secolari che avevano notato come l’acqua si conservasse meglio ed in condizione di maggior purezza se era stoccata in vasellame d’argento.
Narra la leggenda inoltre che al contrario di Re Artù, che indossava un’armatura d’oro, Lancillotto preferiva quella in argento che con il suo potere antibatterico sfavoriva la produzione di sudore. Risultato Lancillotto puzzava molto meno del suo Re e probabilmente questo favori’ la conquista del cuore di Ginevra a scapito di Artù.
Per gran parte del medio evo la pulizia delle stoviglie fu, eufemisticamente, sommaria. Questo favori’ la diffusione di batteri come l’Escherichia coli e la salmonella, con le conseguenti infezioni.
La classe più abbiente che poteva permettersi stoviglie e posate d’argento era maggiormente protetta da questi batteri grazie al potere dell’argento.
Da dove deriva questa peculiarità?
L’argento metallico in conseguenza del contatto con l’ossigeno è rivestito da un sottile strato di ossido d’argento. In altre parole gli atomi d’argento hanno donato un elettrone ciascuno all’ossigeno con cui si sono combinati diventando ioni argento con carica positiva.
Sono questi ioni argento a legarsi a varie proteine che sono essenziali alla vita dei microrganismi disattivandole.