Mentre in Italia ci si azzuffa sul ruolo della Banca d’Italia nella crisi del sistema bancario in un patetico tentativo di scaricabarile reciproco tra la politica (PD in testa) e l’Istituto di Vigilanza, oppure si giocano squallide manovre politiche intorno a leggi di civiltà come il bio testamento e lo ius soli, nel nostro paese e nel mondo maturano fatti sempre più allarmanti e drammaticamente urgenti.
a) Il ritorno del fascismo
Le cronache degli ultimi mesi sono li, impietose ed innegabili, il fascismo si sta di nuovo radicando nel nostro paese. In modo diverso e paradossalmente più pericoloso del fascismo nostalgico post seconda guerra mondiale e perfino di quello sdoganato da Berlusconi a metà degli anni Novanta.
Quello che sta montando è un fascismo al momento privo di un progetto politico, che vive nelle periferie urbane e culturali del nostro paese, che ha individuato simbolicamente nel migrante il nemico naturale, sfruttando le pulsioni e le insicurezze di vasti strati della società, che al di fuori di ogni analisi razionale e storica, sono alla disperata ricerca di un “nemico” che giustifichi di volta in volta la mancanza di un lavoro, l’indebolimento del welfare, persino il proprio fallimento personale.
L’ascesa di questo nuovo fascismo che spesso collude con la criminalità organizzata è stato reso possibile da una serie di errori gravissimi, del tutto nazionali.
La banalizzazione ed il riduzionismo storico sulla tragica parentesi fascista della nostra storia, la liquidazione del valore fondante della Resistenza partigiana con grotteschi tentativi di paragonarla, almeno negli “afflati ideali” ai repubblichini di Salò ed infine l’ipocrisia della cosiddetta cultura liberale che non ha mai mancato di fare la morale democratica al PCI ed ai sempre più spenti eredi di quella tradizione mentre ha bellamente ignorato la stessa “opera educativa” nei confronti della destra eversiva.
b) La Corea del Nord e l’orrore di una guerra nucleare
Il nuovo lancio del missile coreano sancisce il fallimento della politica americana verso questo paese. Una politica beninteso che non vede il solo Trump come responsabile ma chiama direttamente in causa anche l’Amministrazione Obama e persino la precedente repubblicana.
La tensione è alle stelle ed i due estremismi, quello di Trump e quello dello sciagurato Kim Yoing-un, sono ad un passo nel far precipitare il mondo verso la sua prima guerra nucleare. E’ stato stimato che se questa insensata opzione si dovesse tragicamente realizzare ci sarebbe un milione di morti soltanto nel primo giorno di guerra.
L’aspetto drammatico della questione è che la diplomazia sembra ormai disarmata. L’opzione delle totale denuclearizzazione della Corea del Nord è ormai impraticabile. L’unica piccola scintilla di speranza è convincere la Cina a giocare un ruolo più attivo nel teatro regionale e puntare ad un accordo simile a quello iraniano. La strada che l’Occidente e gli USA non dovrebbero comunque mai percorrere è quella di una “guerra preventiva”. I disastri che questa opzione già nel passato ha provocato sono sotto gli occhi di tutti e qui ci sarebbe il drammatico moltiplicatore del fattore nucleare.
3) Il primario che lavorava troppo
Paese singolare il nostro. Ci sono inchieste su medici ospedalieri assenteisti, ci sono primari che attraverso l’intra moenia guadagnano cifre esorbitanti ed abbiamo anche un primario che incappa in una contestazione disciplinare perchè per smaltire liste d’attesa lunghissime operava anche il pomeriggio ed il sabato mattina. Pare che uno dei sei anestesisti dell’ospedale di Merate (Lecco) appena andato in pensione si sia “vendicato” di questo stakanovista segnalando la violazione di regole che impedirebbero le operazioni di sabato mattina tranne che per le urgenze.
Cosi Gabriele del Boca, titolare del Reparto di Ostetricia e Ginecologia al San Leopoldo Mandic si è visto arrivare una sospensione dal servizio e dallo stipendio, rientrata dopo qualche giorno per la sollevazione di un foltissimo gruppo di mamme. Apparentemente è una notizia piccola e forse irrilevante rispetto a quelle che abbiamo commentato, ma rivela le drammatiche contraddizioni di un paese dove spesso può capitare che chi cerca di interpretare il servizio pubblico non come fatto meramente burocratico rischi di incappare in brutte disavventure.