mercoledì, Maggio 15

Il rebus del sangue

Non c’è bisogno di rimarcare la fondamentale importanza che ha, per la nostra stessa sopravvivenza il sangue. Può invece essere affascinante addentrarsi un po’ nelle sue caratteristiche e nei misteri che ancora circondano questa linfa vitale. Dai gruppi sanguigni alle trasfusioni ci soffermeremo su complessità, criticità, enigmi del nostro flusso sanguigno.

Il salasso, una pratica millenaria

Non c’è niente come il salasso per capire quale importanza ha da sempre rivestito il sangue per l’uomo. Il salasso è una delle più antiche pratiche mediche, essendo stato praticato in diversi popoli antichi, tra cui gli abitanti della Mesopotamia, gli Egizi, i Greci, i Maya e gli Aztechi. In Grecia, il salasso era già in uso nel periodo di Ippocrate. Secondo Galeno il sangue era creato e poi consumato, non circolava e perciò poteva ‘stagnare‘ alle estremità. Era il bilancio umorale che decideva tra malattia e salute, con i quattro umori che erano il sangue, la flemma, la bile nera, e la bile gialla, in parallelo ai quattro classici elementi greci aria, acqua, terra e fuoco.

Anche dopo che il sistema umorale era caduto in disuso, la pratica venne continuata dai chirurghi e dai barbieri-chirurghi. Si pensa che questa suddivisione del lavoro sia stata alla base della distinzione tra medici e chirurghi. La pratica continuò per tutto il Medioevo, ma cominciò a essere messa in discussione nel XVI secolo, particolarmente nell’Europa settentrionale e nei Paesi Bassi. In Francia, i medici della corte e delle università suggerivano frequenti flebotomie. In Inghilterra, l’efficacia del salasso era molto dibattuta, è declinata nel corso del XVIII secolo, e ha avuto una breve ripresa nel XIX secolo come trattamento delle febbri tropicali.

La fine di questa pratica inutile e spesso dannosa sarà definitivamente certificata dalla scoperta dei gruppi sanguigni.

La scoperta dei gruppi sanguigni

È un giovane ricercatore viennese Karl Ernest Landsteiner (Baden, 14 giugno 1868 – New York, 26 giugno 1943) che nel 1900 nota che quando il sangue di persone diverse veniva mischiato a volte non si agglutinava. Osservando quali campioni risultavano compatibili, fu in grado di suddividerli in tre gruppi, A, B e 0 (zero). In seguito due collaboratori ne scoprirono un quarto che chiamarono AB e dovranno passare circa quarant’anni quando lo stesso Landsteiner contribuì all’individuazione del fattore Rh che sta per reso (rhesus in inglese), la tipologia di scimmia in cui fu trovato.

La scoperta dei diversi gruppi sanguigni finalmente spiegava il fallimento di molte trasfusioni di sangue, dovuta all’incompatibilità tra donatore e ricevente. Per le sue scoperte Landsteiner ricevette nel 1930 il Premio Nobel perla medicina.

Come funzionano i gruppi sanguigni

Le cellule ematiche all’interno sono tutte uguali, ma all’esterno sono coperte da antigeni (proteine) diverse ed è questa diversità della superficie esterna che determina il gruppo sanguigno. Ci sono circa 400 tipi di antigeni diversi ma ma non tutti incidono sulla trasfusione.

Chi ha il gruppo A può donare il sangue all’A o all’AB, ma non al B; chi ha il gruppo B può donarlo al B o all’AB, ma non all’A; chi ha l’AB può donarlo solo ad altri AB. Chi ha il gruppo 0 può donarlo a tutti ed è definito donatore universale. Il gruppo A ha sulla superficie l’antigene A, il gruppo B il B e il gruppo AB li ha entrambi. Se viene effettuata una trasfusione tra gruppi sanguigni incompatibili il corpo del ricevente lo riconosce con un elemento estraneo e lo attacca.

Il motivo per cui esistono diversi gruppi sanguigni non è affatto chiaro. Probabilmente si tratta di una conseguenza dell’evoluzione che non prevedeva la possibilità di contaminazioni tra il sangue di due diversi individui. Inoltre la differenziazione degli antigeni può determinare vantaggi (e svantaggi) dal punto di vista evolutivo, è accertato infatti che chi ha il sangue di gruppo 0 è più resistente alla malaria e meno al colera.

La molteplicità di antigeni diversi, e conseguentemente di gruppi sanguigni diversi, comporta un vantaggio evolutivo per la specie umana ma, ciò non sempre vale per il singolo individuo.

Non solo trasfusioni

I gruppi sanguigni hanno una notevole importanza non soltanto per effettuare trasfusioni sicure ma anche per stabilire la genitorialità in caso di nascite controverse. Famoso è il caso dei coniugi Bamberger e Watkins che nel 1930 avevano avuto un figlio nello stesso ospedale lo stesso giorno, tornati a casa scoprirono con sgomento che sull’etichetta dei neonati c’era il cognome dell’altra coppia. Si trattava di una semplice svista nella registrazione degli infanti oppure c’era stato un vero e proprio scambio di neonati?

Per risolvere il mistero fu convocato, diverso tempo dopo, uno dei massimi esperti dell’epoca, il professor Hamilton Fishback che attraverso un semplice esame del sangue stabilì che i signori Watkins avevano il sangue di gruppo 0, per cui potevano generare solo figli dello stesso gruppo, mentre il neonato che avevano ricevuto era di gruppo AB. Si era trattato quindi di uno scambio di neonati a cui fu posto rimedio con non poco dolore da parte dei quattro genitori, che nel frattempo si erano molto affezionati al bambino che non era il loro.

Le trasfusioni

Ogni anno, in tutto il mondo, centinaia di migliaia di persone sono salvate grazie a trasfusioni di sangue. Noi siamo abituati a sentire spesso appelli sulla scarsità di sangue, che incoraggiano le persone a donarlo. Prelevare e conservare il sangue umano è in effetti un’operazione complessa e costosa. Il sangue è un tessuto vivo ed appena viene estratto inizia a deteriorarsi.

Non sappiamo esattamente la “scadenza” del sangue prelevato, basandosi sulla durata della circolazione di un globulo rosso, la Food and Drug Administration statunitense ha stabilito in 42 giorni la conservazione massima del sangue. In realtà l’efficacia potrebbe essere inferiore alle tre settimane. In passato i medici reintegravano totalmente la quantità persa in seguito ad una ferita, trauma od operazione poi con la scoperta che il sangue trasfuso può essere veicolo di AIDS o dell’epatite, le trasfusioni subirono un calo significativo.

Con grande sorpresa dei clinici si scoprì che spesso i pazienti miglioravano di più e prima senza trasfusione. Se il sangue è particolarmente “vecchio”, ovvero si avvicina alla scadenza convenzionale dei 42 giorni, conservato in frigorifero tra i 2 e i 4° centigradi, spesso é preferibile lasciare il paziente anemico, condizione che garantisce tempi di recupero più rapidi.

Riepilogando la conservazione

Per quanto riguarda i concentrati di piastrine si conservano per un massimo di cinque giorni, a temperatura ambiente (+20 -22°C) e in costante agitazione. I globuli rossi vengono stipati in appositi frigoriferi a una temperatura fra i +2°C e i +6°C e dato che si deteriorano con l’invecchiamento e nel sangue conservato avvengono varie modificazioni chimiche, devono essere usati entro conservati fino a 42 giorni con l’aggiunta nelle sacche di sostanze nutritive (Mannitolo + Adenina). I globuli rossi  si possono congelare a –60°C per anni.

Il plasma viene congelato e, se conservato costantemente a una temperatura inferiore ai 25 °C, può essere impiegato fino a due anni. I globuli bianchi invece sono quelli soggetti al deterioramento più veloce, tanto che devono essere usati entro poche ore dalla preparazione e comunque non oltre le 24 ore.

Per saperne di più:

La trasfusione

Il sangue: la linfa della vita

Fonti:

Alcune voci di Wikipedia

Bryson, Bill. Breve storia del corpo umano: Una guida per gli occupanti

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