sabato, Maggio 18

La balbuzie, una disfunzione che agisce su corpo e psiche

Questo termine indica un disturbo del linguaggio, dalla sua interruzione e da involontarie ripetizioni e prolungamenti di suoni, sillabe, parole o intere frasi, con frequenti pause o blocchi in cui la persona che balbetta non è in grado di esprimere verbalmente, in modo continuo, un pensiero o un concetto, nonostante lo abbia già formulato mentalmente.

Si tratta di un disturbo che causa in chi ne soffre stati d’ansia, forme depressive e fobie specifiche e che può portare ad un auto isolamento per evitare il confronto verbale con gli altri. Queste disfluenze verbali, questo il nome tecnico dei blocchi di linguaggio, riguarda circa l’1% degli adulti e il 4% dei bambini.

La balbuzie nella Storia

La balbuzie nel corso dei secoli ha suscitato nelle società umane curiosità, interesse scientifico ma anche discriminazione e irrisione verso chi ne soffriva. Si trovano accenni a persone che erano vittime di questa disfunzione verbale fin dall’antica Grecia, Demostene, ad esempio, cercava di controllare la sua balbuzie tenendo in bocca dei sassolini. Ancora prima Il Talmud , uno dei testi sacri degli ebrei, interpreta alcuni passaggi della Bibbia indicativi del fatto che anche Mosé era un balbuziente: la sua balbuzie era stata provocata da un carbone ardente posto nella sua bocca che aveva reso “lenta ed esitante la sua parola” (Libro dell’Esodo 4, 10).

Molteplici nella storia sono state le figure illustri che hanno sofferto di balbuzie come Aristotele, Virgilio, Charles Darwin, Lewis Carroll, Winston Churchill (da giovane), Henry James, John Updike, Marilyn Monroe e re Giorgio VI di Gran Bretagna, magnificamente interpretato da Colin Firth nel film del 2010 Il discorso del re.

Cause sconosciute

L’eziologia di questa malattia è tuttora sconosciuta. Si suppone ma non ci sono evidenze solide e incontrovertibili che possa originare da cause genetiche e neurofisiologiche. Pur essendo disponibili molti trattamenti e terapie che possono aiutare le persone che balbettano a migliorare la propria fluenza, al momento non esiste sostanzialmente una cura univoca e risolutiva per questo disordine.

Per ragioni sconosciute a soffrirne sono soprattutto i maschi (80%) e i mancini rispetto ai destrimani, soprattutto quelli a cui è stato imposto di scrivere con la mano destra. Molte persone cessano di balbettare se cantano, parlano da soli o parlano in una lingua straniera. I bambini che rappresentano la maggioranza dei balbuzienti, nella maggior parte dei casi recuperano una normale fluenza verbale superata l’adolescenza.

Le terapie

Come abbiamo detto non esiste una singola cura per eliminare questo angosciante disturbo e l’esito è tutt’altro che scontato. Nel XIX secolo, uno dei più rinomati chirurghi tedeschi, Johann Dieffenbach, la riteneva una patologia muscolare risolvibile rimuovendo alcuni muscoli dalla lingua dei pazienti. Per questo li operava asportando una parte dei muscoli della lingua. Nonostante non ci fosse alcuna evidenza scientifica dell’efficacia di questa pratica e diversi pazienti morissero in seguito all’operazione (e tutti soffrissero terribilmente senza perdere la balbuzie), questa intervento venne adottato da molti chirurghi in tutta Europa e negli Stati Uniti.

Oggi fortunatamente, come terapia prevalente, si usa la logopedia, coadiuvata nelle forme che ingenerano forti stati depressivi e d’ansia da psicofarmaci. Insieme ai trattamenti comportamentali, protesici e farmaceutici che forniscono un limitato sollievo dai sintomi palesi della balbuzie, medici e professionisti ritengono molto utile frequentare gruppi di auto-aiuto. Il motivo principale è che, siccome la cura non esiste, la qualità della vita del disfluente può essere migliorata attraverso una piena accettazione di sé stessi e della propria balbuzie.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Bryson, Bill. Breve storia del corpo umano: Una guida per gli occupanti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights