

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale aveva sorpreso diverse formazioni navali tedesche lontane dalle acque territoriali. La più importante e potente delle quali era quella al comando del
vice ammiraglio conte Maximilian von Spee, comandante dalle grandi qualità professionali.
La squadra di cui von Spee era al comando disponeva di una divisione di incrociatori corazzati, cui si accompagnavano quattro incrociatori leggeri (dei quali solo due presero parte alla battaglia). Le sue navi più potenti, lo Scharnhorst e il Gneisenau, entrati in servizio nel 1907, erano una eccellente realizzazione nel panorama degli incrociatori corazzati, che però ormai erano una classe di navi superata rispetto ai moderni canoni della guerra navale.
Per diversi mesi la flotta di von Spee creò il caos in tutto il Pacifico assaltando il traffico mercantile inglese e persino il trasporto truppe dall’Australia e dalla Nuova Zelanda. Il trionfo più grande di von Spee, tuttavia, giunse quando attaccò il South American Squadron inglese (gli incrociatori armati Good Hope e Mammouth, l’incrociatore leggero Glasgow e l’incrociatore ausiliario Otranto) al comando del viceammiraglio Sir Christopher Craddock, nella battaglia di Coronel, al largo del Cile, il 1° novembre 1914.
La vittoria di von Spee fu favorita dalla condotta imprudente di Craddock che accettò lo scontro contro una forza superiore e meglio armata. Lo scontro fu breve quanto cruento, riviviamolo in parte nelle parole del tenente Ernest Knoop, SMS Scharnhorst,
In gran parte dei casi i colpi di proiettili altamente esplosivi erano immediatamente seguiti dallo scoppio di un incendio. Per due volte osservai quella che credevo un’esplosione di munizioni. Le fiamme si alzarono subito dopo l’impatto e si potevano distinguere dagli altri incendi per le dimensioni e la forma. Alcuni colpi, forse sul ponte, lanciavano piogge di scintille su una zona molto vasta. Quando veniva colpita la corazza si potevano osservare dense nuvole nere con un contorno netto. I colpi erano tanto frequenti che era impossibile notarli in ordine cronologico. Il Good Hope fu gravemente colpito nella parte anteriore dello scafo, sul ponte superiore, sull’albero a circa nove metri di altezza sopra il ponte, sulla parte poppiera della coffa di trinchetto, oltre a ripetuti colpi a mezzanave, gran parte dei quali avevano provocato un incendio. La batteria poppiera venne colpita parecchie volte e anche lì scoppiarono incendi. Attraverso gli oblò si potevano vedere le fiamme all’interno della nave. Due proiettili la colpirono vicino alla torretta di poppa. Il Mammouth venne centrato sulla torretta di prua da 6 pollici: il proiettile, altamente esplosivo, fece saltare la copertura. Una terrificante esplosione di cariche deve poi aver fatto volar via l’intera torretta dal castello, perché scomparve completamente. Osservai come molti proiettili colpissero a mezzanave. Un’enorme colonna di fuoco, alta quasi quanto l’albero, con un diametro fra i 18 e i 27 metri, si alzò all’improvviso sul lato di dritta. Contammo in tutto fra i trenta e i quaranta colpi. In alcuni momenti tre o quattro incendi scoppiavano simultaneamente.
La battaglia fu combattuta con il mare in tempesta che rese difficili le manovre dei due schieramenti. Alle 18.34 lo Scharnhorst aprì il fuoco da 13.400 yards; in pochi minuti il Good Hope rispose, anche se con meno efficacia; del pari il Gneisenau concentrò il suo tiro sul Monmouth, inquadrandolo pericolosamente. La terza salva dell’ammiraglia tedesca centrò il Good Hope, devastandone le strutture e quasi immobilizzandolo, in fiamme. Al termine del breve e furioso scontro con il contrammiraglio Cradock scomparvero 920 uomini, e il mare tempestoso non concesse nessun superstite. Alle 21 circa si compì anche il destino del Monmouth, che ricevette il colpo di grazia da un siluro del Nürnberg. Anche in questo caso nessuno dei 735 uomini di equipaggio sopravvisse. Il Glasgow, colpito più volte, riuscì a sfuggire alle navi tedesche, riguadagnò l’Atlantico e riparò a Rio de Janeiro.
Von Spee attraccò a Valparaiso il 3 novembre con soli tre feriti e la squadra navale praticamente indenne. Ma il vice ammiraglio tedesco era un uomo molto preparato ed esperto e sapeva benissimo che ormai era tagliato fuori dalla madrepatria e che la sua sopravvivenza così lontano dalle basi amiche era destinata a durare poco.
Infatti poco più di un mese dopo, l’8 dicembre del 1914, presso l’imbocco delle isole Falkland la flottiglia di von Spee veniva attaccata e distrutta da una flotta britannica decisamente più numerosa e potente al comando del viceammiraglio Doveton Sturdee.