
Rispondere con assoluta certezza al quesito posto dal titolo di questo post non è possibile e probabilmente, a meno di non inventare la macchina del tempo, non lo sarà mai.
Ciò non di meno esistono numerosi, concreti indizi che fanno supporre che Homo neanderthalensis, l’ominide che visse nel periodo paleolitico medio, compreso tra i 200 000 e i 40 000 anni fa avesse una capacità di fonazione simile alla nostra.
La struttura della loro laringe non era molto differente dalla nostra e nel 1839, nella grotta di Kerbara in Istraele fu rinvenuto un osso ioide.
Lo ioide è un osso a forma di ferro di cavallo, situato nell’area di giunzione tra il collo e il mento ha una struttura corrugata assai tipica ed è sorretto da un delicato incrocio di muscoli (dodici, in totale) che interessano lingua, bocca, sottolingua, faringe, laringe ed epiglottide.
Appare evidente il ruolo che ricopre nel processo di fonazione e l’uomo di Neanderthal possiede le stesse caratteristiche per questo piccolo ossicino. La funzione del linguaggio investe numerose aree del nostro cervello anche se quella determinante è conosciuta come area di Broca, dal nome dello studioso francese di neuroanatomia che nell’Ottocento curò due pazienti divenuti afasici a causa di una lesione proprio in quell’area.
L’area di Broca però è presente anche nelle grandi scimmie benché esse non sappiano parlare. Anche in questo caso la genetica può darci una mano. Esiste un gene, molto studiato e celebrato, che ha un legame strettissimo con il linguaggio. È il gene FOXP2 e anche se non sappiamo bene quale ruolo abbia nel nostro organismo, è chiaro che è indispensabile per la comunicazione verbale. Sperimentazioni fatte con gli animali o studiando alcune forme patologiche negli esseri umani, dal 1990 anno in cui è stato scoperto, hanno confermato che la sua soppressione o la sua mutazione ha dirette implicazioni sul linguaggio e le capacità verbali.
Di sicuro il FOXP2 è indispensabile per parlare. L’analisi del genoma neandertaliano completato nel 2006 ha rivelato che i Neanderthal possedevano lo stesso tipo di FOXP2 che abbiamo noi, ma diverso da quello dello scimpanzé.
Quindi per tornare alla domanda iniziale sulle facoltà verbali di
Homo neanderthalensis, pur non potendo dare una risposta sicura al 100%, potete tranquillamente scommettere i vostri ultimi 100 euro, con ogni probabilità questo ominide scomparso improvvisamente intorno a 40.000 anni fa, sapeva parlare.