mercoledì, Maggio 15

La Chiesa si riorganizza

Già a partire dal XI secolo inizia un lungo ma costante processo riorganizzativo della Chiesa Cattolica il cui scopo è duplice, da un lato rafforzare il ruolo evangelico e di assistenza spirituale della comunità dei fedeli, dall’altro porre le basi per esercitare, in modo più incisivo, il potere temporale. In questo articolo affronteremo in modo necessariamente sintetico, la stratificazione organizzativa del clero secolare.

Il fulcro di quest’opera di rinnovamento e organizzazione si inserisce all’interno della cosiddetta riforma gregoriana, una serie di provvedimenti che fra l’XI e il XIII secolo caratterizzarono l’operato dei pontefici romani – soprattutto quello di Gregorio VII, da cui il nome – e che erano tese al ristabilimento dell’integrità morale del clero, all’eliminazione di ingerenze laiche e all’esaltazione della funzione papale intesa come guida unitaria e suprema della Chiesa. La riforma gregoriana ebbe profonde conseguenze in campo religioso, giuridico e politico.

Diventare sacerdoti

Nel XIII secolo, finalmente, si organizzano definitivamente gli ordini sul piano gerarchico, costituendo quella “piramide di comando” sulla cui sommità regna il Papa di Roma. Per accedere al sacerdote, il chierico tonsurato riceve una serie di ordini, maggiori o minori. I primi sono: ostiario o sacrestano, lettore, esorcista, accolito. Il sottodiaconato è già il primo ordine maggiore. Non sarà un processo indolore, anzi all’interno della Chiesa si manifesteranno perplessità e dissensi, ma siccome questo stato obbligava all’astinenza, Papa Innocenzo III confermerà questa svolta.

Il diacono può predicare e somministrare alcuni sacramenti, come ad esempio il battesimo. Spetta esclusivamente al prete o sacerdote, che dir si voglia, esercitare i sacramenti dell’eucarestia e della comunione. Questa prima fase organizzativa insisterà sulla necessità di una certa “formazione” dei chierici, si cerca in poche parole di acculturare per quanto è possibile, il clero.

Uno degli strumenti più importanti per perseguire questo obiettivo è il sinodo diocesano. D’altra parte in seguito alla riforma gregoriana tutti i predicatori avrebbero dovuto conoscere perfettamente il latino. I limiti della classe sacerdotale non si esauriscono ad una conoscenza approssimativa o addirittura nulla del latino, in molti hanno una scarsa conoscenza dei libri sinodali che sono le fonti della dottrina cattolica, per quanto riguarda i sacramenti.

In ogni caso il processo per essere ordinato sacerdote è lungo, e in genere avviene intorno alla soglia dei trenta anni. Intorno all’anno Mille i chierici non sono molto numerosi ma dopo la riforma gregoriana si creano nuove diocesi e aumentano vertiginosamente il numero delle parrocchie. In altre parole si creano le condizioni per una nuova, forte domanda di sacerdoti.

Il cardine del clero secolare: il curato

A titolo esemplificativo in Inghilterra, agli inizi del 1300, per una popolazione stimata di tre milioni di abitanti secondo delle stime c’erano almeno 40.000 chierici o sacerdoti, pari a quasi 65.000 persone se includiamo i religiosi di entrambi i sessi. Un numero imponente che in parte si spiegava con le buone retribuzioni assicurate dal possesso di un vasto patrimonio fondiario, oltre che dall’obolo dei fedeli.

Il curato è il capo della parrocchia, l’unità organizzativa di base della Chiesa. Come si evince dal termine stesso il suo compito è prendersi cura della comunità di fedeli assegnata e guidarla spiritualmente e moralmente verso la salvezza eterna. Deve perciò garantire il servizio di culto, somministrare i sacramenti, insegnare i precetti religiosi e sorvegliare la condotta dei parrocchiani. Si tratta di un impegno a tempo pieno che obbliga il curato (che in seguito diverrà parroco) ad avere la residenza nel cuore della sua parrocchia.

Il curato si può assentare dalla parrocchia solo per brevi periodi e per motivazioni fondate e importanti, per questo è necessario che egli abbia anche un vice, a cui affidare temporaneamente, la conduzione della parrocchia. Il curato ha quindi una funzione essenziale all’interno della gerarchia ecclesiastica e di questo i Vescovi sono consapevoli fin dal XI secolo, tanto che non lesinano esortazioni e linee guida al loro operato.

La vostra vita e il vostro comportamento devono essere irreprensibili: di conseguenza, la vostra residenza sarà nei pressi della chiesa, e voi non ci terrete alcuna donna. Alzatevi tutte le notti per celebrare gli uffici notturni. Cantate regolarmente le ore liturgiche, celebrate religiosamente le messe […]. Visitate i malati e concedete loro l’assoluzione […]. Di domenica e nei giorni festivi ognuno di voi terrà ai parrocchiani un sermone sul Vangelo o sugli apostoli, con tutto il sapere che possiede. Dovete predicare la parola del Signore. Prendetevi cura dei poveri, dei pellegrini e degli orfani, e invitateli al vostro desco.

I Vescovi

Le parrocchie sono organizzate all’interno di una Diocesi al cui vertice si colloca il Vescovo. Questa figura è ben consapevole dei suoi poteri, sia quelli più squisitamente spirituali che quelli legati alla sfera temporale. La sua carica è molto ambita perché procura potere e ricchezza. Da Clodoveo fino a Carlo Magno i Vescovi erano nominati dal Re, attraverso contrattazioni, scambi politici, riconoscimenti che alimentavano intrighi, faide e complesse relazioni politiche.

Il fatto di provenire dall’aristocrazia alimenterà con il passare del tempo la determinazione dei Vescovi di sottrarsi dalla tutela regale. La stessa cosa capiterà con gli Abati, i “capi” delle comunità monastiche. Intorno al XIII secolo esistono nel diritto canonico tre tipi di elezione episcopale: la designazione unanime; l’arbitrato quando ci sono diverse fazioni; e infine il voto, quando non si raggiunge alcun accordo. Non dobbiamo però pensare che dopo la riforma gregoriana le pressioni di sovrani e principi laici spariscano completamente. Tutt’altro pur non potendo più nominare direttamente un Vescovo, le interferenze esterne esplorano vie e canali nuovi, ma certamente sono lungi dal cessare.

Il Papa e i Cardinali

La piramide del potere ecclesiastico continua con l’Arcivescovo metropolitano da cui dipendono molti Vescovi e infine, il Papa, attorniato dai cardinali, sovrano temporale perché è alla testa degli Stati pontifici e ovviamente spirituale.

Il potere papale si afferma e si struttura nel corso di molti secoli. I cardinali, di norma una ventina, sono personaggi potenti che appartengono a famiglie prestigiose, ricche e politicamente influenti. Dal 1059, sono loro a eleggere il pontefice. Esercitano funzioni importanti e spesso, col nome di legati, rappresentano il Papa presso le corti reali o compiono importanti ambascerie anche ai confini del mondo conosciuto.

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