sabato, Maggio 18

La corsa allo spazio: Il primato sovietico – Ep. 2

Le basi per il primato sovietico nella corsa alla conquista dello spazio vengono gettate nel 1954 quando una bozza dettagliata di un progetto parla di un grosso satellite e del vettore (il tristadio R7) che lo porterà in orbita. Il Partito consapevole dei vantaggi politici e propagandistici da il suo assenso purché non si perda di vista l’obiettivo militare del progetto.

Serghej Korolev, l’ingegnere astronautico a capo del Progetto, strappa l’autorizzazione a sviluppare un missile per la messa in orbita di un piccolo satellite per battere gli americani sul tempo, per una capsula in grado di ospitare un essere umano in volo orbitale e per un vago prototipo con usi specificatamente militari.

Nell’estate del 1956 gli aerei spia Usa rilevano un’insolita e frenetica attività in una landa sperduta del Kazakistan, che diverrà in seguito la famosa base di Baykonur. Sospettano e con ragione che i sovietici stiano allestendo un’altra base per missili intercontinentali quello che non sanno e che quel luogo è destinato a sviluppare un’impresa scientifica senza precedenti.

I progressi però sono piuttosto lenti, i vertici militari sovietici non sono molto entusiasti di un progetto che dal punto di vista strategico e tattico non sembra offrire i risultati sperati. Il punto di svolta avviene all’inizio del 1956 quando il segretario del PCUS Nikita Krushev visita la base di Baykonur.

L’uomo più potente dell’Unione Sovietica rimane impressionato dal gigantesco R-7 e Korolev riesce a convincerlo che manca pochissimo per battere gli americani nel campo scientifico e successivamente nel nuovo campo di confronto militare: lo spazio. Krushev gli assicura impegno totale e appone il massimo livello di segretezza al progetto, al punto tale che da quel momento anche il nome del Progettista Capo, sparirà da ogni fonte ufficiale e non sarà conosciuto neppure dalla stragrande maggioranza dei collaboratori tecnici e scientifici della base.

La gara per arrivare prima nella conquista dello spazio ha un ulteriore svolta quando il Presidente americano decide di puntare sul progetto dell’Aviazione che utilizza un problematico missile Vanguard invece che quello dell’esercito più affidabile ed avanti nei tempi di realizzazione.

Si arriva così al primo test del R7 che viene anticipato al 15 maggio 1957. Il missile si disintegra ed il test si rivelerà un clamoroso insuccesso. Kolorev sente lo spettro della Siberia su di se (la deportazione nelle gelide lande siberiane era il metodo più usato per punire gli insuccessi o le deviazioni rispetto ai desiderata del Partito).

Per sua fortuna e dell’URSS il secondo tentativo dell’agosto 1957 riesce perfettamente ed il missile multi stadio esegue impeccabilmente tutte le operazioni previste e si conferma il missile più a lunga gittata mai progettato. L’agenzia si stampa sovietica, TASS, emette un laconico comunicato nel quale da conto del riuscito collaudo del primo missile balistico intercontinentale.

L’allarme negli Stati Uniti si fa altissimo ma è quasi esclusivamente rivolto alle implicazioni di carattere strategico e militare mentre l’Unione Sovietica si avvia ad assestare un primo, duro colpo nella gara per la conquista dello spazio.

Ormai il primato dell’URSS in questa speciale competizione scientifica non sembra più colmabile….

….continua……

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