sabato, Maggio 18

La corsa allo spazio: Lo Sputnik in orbita!

Alle 19.28 del 4 ottobre 1957 il cosmodromo sovietico di Baykonour si illumina a giorno quando il gigantesco R7 si libra dalla rampa di lancio con il prezioso carico dello Sputnik 2. Il primo stadio procede l’ascesa per 244 secondi dopodiché si stacca ed entra in funzione il corpo centrale che grazie al motore RD108 prosegue il volo verso il punto orbitale (228×947 km inclinato verso l’equatore di 65,1°) per altri 244 secondi. Terminato il suo compito il secondo stadio si sgancia ed il terzo rilascia lo Sputnik esattamente nel punto previsto.

Il primo satellite artificiale dell’umanità è in orbita. Si tratta di una sfera di 58,4 cm di diametro cui verranno applicate 4 antenne radio lineari di varia lunghezza. All’interno pressurizzato a 1,3 bar, sono installati una radio trasmittente, una batteria di alimentazione argento-zinco, e sensori per la misurazione della temperatura e della pressione.

Lo Sputnik orbiterà per 92 giorni, prima di precipitare distruggendosi sulla Terra, e compierà un’orbita completa del pianeta in poco più di 96 minuti. Il comunicato di Radio Mosca, trasmesso perfidamente in inglese, avrà per gli americani l’effetto di un uppercut alla mascella: “Il primo satellite artificiale della Terra è stato lanciato con successo ed ora sta girando intorno al globo su una traiettoria ellittica alla quota….:”.

Lo Sputnik trasmetteva a 20.005 e a 40.002 MHz, permettendo l’ascolto a operatori radio di tutto il mondo. I segnali continuarono per 21 giorni fino a quando le batterie del trasmettitore si esaurirono il 26 ottobre 1957. Per l’America è uno shock senza precedenti, la prima di una serie di sconfitte tecnologiche, politiche e propagandistiche che la troveranno del tutto impreparata. Il terrore che l’Unione Sovietica possa inviare nello spazio una flotta di satelliti “armati” e da li dominare il pianeta diventa qualcosa di tangibile ed incontrollato.

E se la Casa Bianca del tramortito Presidente Eisenhower cerca di minimizzare, per altro senza riuscirci, il successo sovietico, la stampa di tutto il mondo, compresa quella americana, con più o meno entusiasmo, celebra o ammette il primato russo nella corsa alla conquista dello spazio.

Così scriverà in un celebre pezzo che verrà ripreso in seguito più volte il New York Tribune: “Occorre da parte nostra uno sforzo gigantesco nel campo della ricerca scientifica e tecnologica simile a quella del Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica. E’ tardi. Molto tardi. L’orologio segna mezzanotte meno due minuti.”

In realtà, gli americani ancora non lo sanno, ma la mezzanotte è già passata e le sorprese negative sono tutt’altro che terminate.

…..continua…..

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