sabato, Aprile 27

La difficile equazione: più cibo e più salute

L’agricoltura di oggi, non solo quella italiana, presenta varie problematiche gravi e impellenti. I cambiamenti climatici si sono fatti più incisivi e imprevedibili, causando a volte nelle stesse zone momenti di grande siccità seguiti da altri alluvionali. Inoltre l’aumento graduale della popolazione mondiale comporta una maggiore richiesta di cibo, in particolare cereali e carne, e quindi la necessità di avere raccolti e prodotti maggiori.

Pesticidi e fertilizzanti artificiali

La richiesta, la produzione e l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti risultano in crescita costante in questi ultimi decenni, con costi di circa 309 miliardi di euro entro il 2025. Le conseguenze sulla salute sono davvero preoccupanti: secondo l’UNEP (Agenzia Onu per l’Ambiente), infatti, i pesticidi causerebbero circa 385 milioni di casi di avvelenamento nel mondo e ben 11.000 morti all’anno. E non basta. Ci sono ripercussioni negative anche sulle api, che tendono a ridursi in modo considerevole, e altri insetti impollinatori, e sui nemici naturali dei parassiti, sugli uccelli insettivori e in generale sulla perdita globale di biodiversità.

L’uso eccessivo dei fertilizzanti causa perdite di nutrienti , la contaminazione dell’acqua da consumo e l’eutrofizzazione di fiumi e laghi e in generale delle zone costiere.

OGM: qualche pro e vari contro

Con le nuove pratiche di ingegneria genetica, che consentono la modifica del DNA di certe piante alimentari e animali da allevamento, si sono avute molte varietà di piante con caratteristiche rilevanti, come la resistenza ai parassiti, a condizioni climatiche avverse e il miglioramento delle loro qualità nutrizionali. Si tratta in particolare di soia, mais per alimentazione animale, cotone e colza.

Esistono due gruppi principali di piante OGM, coltivate su più di 190 milioni di ettari nel mondo, pari al 12% del totale:

quelle resistenti a parassiti, avendo inserito il gene di un batterio che le rendono velenose per un determinato parassita

quelle resistenti a diserbanti, che sopravvivono a certe sostanze tossiche o cancerogene, come il famigerato gliofosato.

Da un punto di vista economico, la coltivazione di piante OGM assicura raccolti più abbondanti. Inoltre l’uso di pesticidi si riduce di un buon 50%.

Eppure queste coltivazioni sembra possono causare danni assai gravi , come l’inquinamento di falde acquifere, suolo contaminato, aumento di residui di diserbanti nei prodotti e sviluppo di erbacce infestanti e resistenti. Inoltre sembra accertato la possibilità di reazioni allergiche e forse di avvelenamenti. Ci potrebbero anche essere aumenti per il prezzo di semi troppo costosi per le popolazioni del terzo mondo.

Agricoltura biologica: tanti pro e qualche contro

Questa tipologia di coltivazione usa tecniche e sostanze naturali per rendere i terreni più fertili. Innanzitutto sono abolite tutte le varie sostanze chimiche pericolose, adoperando rame e zolfo contro i parassiti. La concimazione è ottenuta tramite stallatico e compost. Inoltre si sfrutta la lotta biologica, con certi insetti, come le coccinelle, che mangiano gli insetti dannosi. Infine non si impoverisce il terreno, cambiando il tipo di pianta coltivata in un posto ogni anno e si pratica anche il sovescio.

La bio agricoltura è in crescita: ogni anno, nel mondo, si ha un aumento di circa 400.000 ettari, una superficie grande come il Molise. In Italia il 5% della superficie agricola totale è destinata all’agricoltura biologica e siamo il terzo produttore mondiale di prodotti biologici.

Nel caso della vite e degli agrumi, la Sicilia si distingue, risultando la regione con le maggiori percentuali di coltivazione bio (rispettivamente del 36 e 59 %). Invece per gli olivi, Puglia e Calabria, che entrambe superano il 30%.

In generale, i costi di questi prodotti sono maggiori rispetto agli altri, dal 10 al 25%, a causa del costo della manodopera, della resa minore dei terreni e degli scarti maggiori.

Conclusioni

Sarebbe auspicabile sia per la nostra salute che per quello dei vari ecosistemi, una produzione e un consumo maggiore di prodotti biologici, ma da parte dei produttori bisognerebbe acquisire una mentalità più consapevole e lungimirante, rispetto alle solite logiche di interessi e guadagni immediati e più facili.

Foto di Chris LeBoutillier da Pixabay

Foto di Nicholas Demetriades da Pixabay

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