sabato, Maggio 4

La prostituzione nei lupanari e nell’antica Roma

La prostituzione nei lupanari, come ogni altra attività, era ben regolamentata. Anche Frosinone, come ogni altra città romana, aveva le terme, l’anfiteatro, la palestra dei gladiatori e anche i “lupanari” ovviamente.

La prostituzione dei lupanari

La prostituzione nei lupanari, avevano un aspetto e un modo d’atteggiarsi che le distingueva. Spesso si riconoscevano dal rosso dei capelli, che le prostitute sceglievano come tinta, o come parrucca, infatti, sovente la meretrice era chiamata rufa, cioè “rossa”. Tuttavia non era solo rossa la capigliatura delle donne dedite al meretricio, poiché potevano essere definite “flava coma” per via della  capigliatura bionda scelta. Esse si riconoscevano anche perché indossavano una corta tunica di velo giallognolo, senza altro addosso. Le donne romane avevano comunemente un reggiseno, contrariamente a quanto si creda, poiché non si tratta di un’invenzione moderna. Esso però era per lo più in cuoio, ma non era nel costume delle prostitute. Le meretrici, sotto le suole dei sandali, avevano la scritta “akoloythi”, ovvero “seguimi”. Questa scritta era composta da chiodi, e camminando, lasciavano l’orma sul terreno. Nella Roma imperiale, le prostitute raggiunsero la cifra di 35.000.

La prostituzione nei lupanari ai tempi dei romani

Tra le donne dedite al meretricio, c’erano le “quadrantarie”, che concedevano i loro favori per un quarto di asse. Le “copae” invece, concedevano le loro grazie anche soltanto per un solo bicchiere di vino. Come dicevamo, esse non portavano la stola e ciò le distingueva. I bordelli erano chiamati comunemente ovunque “lupanari” dal nome delle prostitute che vagavano nelle campagne, e rimandava alle “lupe”.

La prostituzione dei lupanari - donna distesa dipinta

La leggenda dice che Romolo e Remo furono allattati da una lupa, e Acca Larenzia, la moglie del pastore Faustolo; che trovò e adottò i gemelli, era anch’essa una “lupa”, quindi una prostituta. All’epoca le meretrici erano chiamate con diversi nomi e nomignoli, a seconda del luogo dove esercitavano il mestiere, ma erano molto libere, e rispettate. Tante vivevano in autonomia, e mettevano una lanterna fuori dall’uscio, altro segno di distinzione. La “prostibula” si poteva trovare facilmente davanti ad una stalla o a un lupanare povero.

Le meretrix

La “bustuaria” si aggirava nei cimiteri, una “tabernaria” adescava nelle taverne, mentre quelle che esercitavano in casa, erano dette “castides”. Le “meretrix” invece lavoravano sempre dopo la merenda. In alcuni periodi, in tutto l’Impero, la concorrenza della prostituzione maschile si fece molto pressante, e“ il vizio greco”, così chiamato, superò il meretricio femminile. Secondo alcuni storici, sembra che sia stato Solone nel VI secolo a.C. a regolarizzare la prostituzione, istituendo dei bordelli statali. A Roma la prostituzione non solo dall’antichità è sempre stata un’istituzione, ma soprattutto una congrua entrata per lo stato. Le risorse ricavate dalle tasse pagate dalle prostitute hanno contribuito a rimpinguare molto spesso le tasse dello stato, anche nei secoli successivi. Dopo il “sacco di Roma”, nella città rimasero solo 20.000 individui, tanti sfamati e alloggiati proprio dalle prostitute. Anche in seguito, grandi cortigiane, con le loro tasse hanno pagato i marmi delle città dell’Impero.

Messalina

Si chiamava Flora, una delle più note cortigiana dell’antica Roma, che esercitava ai tempi di Anco Marzio. Venne divinizzata e a lei vennero dedicati i Ludi Florales, baccanali e spettacoli con seni nudi. Si ricordano anche donne regali che si prostituivano per loro piacere con falsi nomi, come Faustina, Giulia e la più famosa Valeria Messalina.Ella era la terza moglie di Claudio, e di notte, frequentava i bordelli con il nome di Licisca; soprannominata “meretrix augusta” per la sua vita dissoluta, e messa a morte dallo stesso marito. Tante indossavano solo tinta aurea sui seni, e parrucche colorate. Molte prostitute poterono riacquistare la libertà con i soldi guadagnati dalla loro attività grazie anche ai loro talenti intellettuali o artistici.

About The Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights