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La scoperta di un cimitero dell’età della pietra rivela le loro usanze

Il rinvenimento del cimitero ha messo in luce che le persone che vivevano durante l’età della pietra possedevano degli abiti abbelliti con denti di alce.

Secondo i ricercatori i ciondoli con i denti di alce erano i gioielli preferiti in un gruppo dell’età della pietra risalente a 8.200 anni fa. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Archaeological and Anthropological Sciences.

Nell’immagine compare una delle tombe individuate, in cui erano presenti 90 denti di alce posti vicino ai fianchi e alle cosce del corpo, generalmente attaccati ad un indumento, una specie di grembiule. Inoltre, sono stati ritrovati anche dei pendenti con denti di alce, e la presenza di una polvere di ocra rossa, spruzzata sulla parte superiore del defunto.

Il cimitero, risalente all’età della pietra, è stato rinvenuto su una piccola isola russa, una scoperta che ha riportato alla luce ben 4.300 ciondoli di denti di alce eurasiatici, che sono stati individuati in 84 differenti luoghi di sepoltura. La posizione in cui sono stati rinvenuti i ciondoli all’interno delle tombe, nonostante non sia stato ritrovato l’abbigliamento, a causa del deterioramento dovuto dal tempo, suggerisce che adornavano cappotti, vestiti, mantelli, cinture e copricapi.

L’isola Yuzhniy Oleniy Ostrov, in cui è stato ritrovato il cimitero, è larga solamente 1,5 miglia ed è situata nella Repubblica russa di Carelia. Insieme ai denti di alce, è stata rinvenuta anche una consistente quantità di polvere di ocra rossa all’interno delle sepolture, un pigmento di argilla naturale che veniva usato per gli ornamenti ed altri scopi.

Questa scoperta effettuata all’interno delle tombe riesce a far comprendere quale fossero gli ornamenti e molti altri beni utilizzati da queste culture. Inoltre, mette in luce su cosa fosse realmente importante e sacro per queste popolazioni.

Kristiina Mannermaa, archeologa dell’Università di Helsinki, insieme ai suoi colleghi, hanno analizzato attentamente i denti di alce, che attualmente sono conservati presso il Museo di Antropologia ed Etnografia di Pietro il Grande a San Pietroburgo, con l’intento di comprendere il vero significato degli oggetti rinvenuti, così da poter conoscere le persone che sono state sepolte insieme ai ciondoli.

Gli archeologi hanno scoperto che alcuni ciondoli provenivano da denti di castoro e di orso, mentre molti erano realizzati con incisivi di alce. Il più grande ornamento rinvenuto conteneva una quantità di denti di 18 alci, una specie piuttosto rara nella zona della foresta in cui vivevano queste popolazioni.

Secondo i ricercatori l’alce era l’animale più importante per i cacciatori-raccoglitori preistorici eurasiatici, sia per quanto riguarda l’ideologia che nelle credenze. La maggior parte dei denti di alce è stato rinvenuto nelle tombe di giovani donne e uomini, una scoperta che suggerisce un’associazione dell’oggetto con il picco di riproduzione. Mentre per quanto riguarda le sepolture di bambini e anziani, la quantità di denti di alce era molto più bassa.

I ricercatori, analizzando i denti, hanno scoperto che venivano realizzati sempre con lo stesso processo, ossia con dei solchi realizzati sulla punta della radice del dente, in modo da poter essere attaccati agli oggetti.

Il modello di scanalatura era quasi sempre lo stesso nelle singole sepolture o negli stessi gruppi di tombe. Questo indica che venivano creati rapidamente attraverso un processo molto più semplice rispetto alla perforazione dei denti con fori per il fissaggio. Inoltre, i ricercatori pensano che i modelli riflettano una tradizione di scanalatura all’interno della cultura di questi popoli.

Riitta Rainio, coautore dello studio e ricercatore presso l’Università di Helsinki, afferma che: “È molto interessante notare che le scanalature non sono sempre state realizzate sul lato più ampio del dente, che sarebbe stata l’opzione più semplice. In molte fosse, le scanalature si trovano sul lato sottile del dente, dove la posizione instabile del dente le rendeva più difficili da realizzare. L’artigiano potrebbe aver fatto ricorso a questo metodo per poterli poi legare in una specifica una posizione”.

Nonostante i solchi non fossero visibili, probabilmente influenzavano il posizionamento dei pendenti, o magari producevano una determinata vibrazione collegata alle comunicazioni culturali.

Le culture indigene eurasiatiche, comprese le attuali comunità Sami in Norvegia, Svezia, Finlandia e nella penisola russa di Kola, hanno da sempre utilizzato le decorazioni come simboli delle origini e dell’identità di ogni individuo, degli ornamenti utilizzati per rafforzare la comunicazione e l’uniformità all’interno delle loro comunità.

Gli autori della ricerca, spiegano che: “I cacciatori-raccoglitori erano una comunità che spesso si muoveva attraverso una vasta area geografica, soprattutto attraverso l’intensa rete di corsi d’acqua che collegava il lago Onega, che offriva dei percorsi molto semplici da effettuare, consentendo così maggiori contatti con le altre popolazioni limitrofe”.

Gli autori concludono affermando che: “Basandosi sulle osservazioni svolte, riteniamo che i denti di alce fossero associati alla vita vissuta delle persone sepolte, e che i ciondoli fossero oggetti personali del defunto. La loro importanza era qualcosa di più profondo e significativo di un semplice simbolo di ricchezza”.

Fonte:

https://edition.cnn.com/2021/01/22/world/stone-age-people-elk-teeth-scn/index.html?fbclid=IwAR25g45YMbHuaJJ_Fk2KyrBZn2mgJ_8_WjAc4TQ7xC_b9uihaEl-MXJeCFI

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