Circa un anno fa, esattamente il 19 ottobre 2017, la survey Pan-STARRS ha scoperto il primo oggetto interstellare in transito nel Sistema Solare. Oumuamua, che in lingua hawaiana significa “messaggero che arriva per primo da lontano” o “messaggero da un lontano passato” è stato classificato come asteroide.
Un asteroide però molto particolare e con non poche stranezze che l’estrema velocità del passaggio di questo oggetto interstellare non ha permesso di chiarire. Secondo un articolo pubblicato il 20 novembre del 2018 su Scientific American a firma di Abraham Loeb, preside del Dipartimento di astronomia della Harvard University, direttore e fondatore della Black Hole Initiative e direttore dell’Institute for Theory and Computation dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. queste stranezze sarebbero almeno sei.
- Oumuamua implica che la popolazione di oggetti interstellari è molto più numerosa del previsto. Ogni stella nella Via Lattea ha bisogno di espellere un numero di questi oggetti pari a 10 elevato alla 15 (10^15) durante la sua vita per rendere conto di una popolazione grande quanto quella implicata da Oumuamua. Pertanto, i vivai di oggetti simili a Oumuamua devono essere diversi da quelli che conosciamo in base al nostro sistema solare.
- Il “messaggero” ha origine da un sistema di riposo locale (SRL) molto speciale. In quel sistema, solo una stella su 500 si muove tanto lentamente quanto ‘Oumuamua. L’SRL è la cornice ideale per la mimetizzazione, ovvero per nascondere le origini di un oggetto ed evitare la sua associazione con una particolare stella.
- La maggior parte degli asteroidi interstellari viene strappato via dalla propria stella quando si trova alla periferia del sistema planetario di nascita (come la nube di Oort nel sistema solare, che si estende fino a 100.000 Unità astronomiche), dove è più debolmente legata alla gravità della stella. A queste condizioni periferiche basta una piccola spinta per espellere l’asteroide dall’attrazione gravitazionale della stella. Per quanto riguarda Oumuamua deve essere stato espulso con una spinta di velocità insolitamente elevata. A rendere le cose ancora più strane, c’è il fatto che l’impulso dovrebbe essere stato uguale e opposto alla velocità della sua stella rispetto all’SRL, che è di circa 20 chilometri al secondo per una stella tipica come il Sole. L’origine dinamica di ‘Oumuamua è quindi estremamente rara.
- Non siamo riusciti a fotografare questo insolito oggetto ma in base alla sua luminosità, dovuta alla luce del Sole riflessa, abbiamo notato che essa variava di un fattore di dieci mentre ruotava periodicamente ogni otto ore. Questo implica che ‘Oumuamua ha una forma estremamente allungata: la sua lunghezza è da cinque a dieci volte più grande della sua larghezza proiettata. Una forma estrema rispetto agli asteroidi precedentemente osservati nel sistema solare, che hanno un rapporto lunghezza-larghezza al massimo di tre.
- Ed a proposito di caratteristiche estreme, l’assenza di calore sotto forma di radiazione infrarossa rilevata dal telescopio spaziale Spitzer, associata alla temperatura della superficie, determinata dalla traiettoria di Oumuamua vicino al Sole, proietta una dimensione di questo oggetto di diversi centinaia di metri almeno 10 volte in media più grande degli asteroidi del Sistema Solare osservati fino ad adesso.
- La traiettoria di ‘Oumuamua deviava da quella attesa basandosi solo sulla gravità del Sole. La deviazione è piccola (un decimo di punto percentuale) ma statisticamente molto significativa. Oumuamua non sembra essere una tipica cometa né un tipico asteroide, anche se rappresenta una popolazione molto più abbondante del previsto.
Questa deviazione piccola ma significativa potrebbe derivare una spinta aggiuntiva che analizzati i pochi dati in possesso disegnerebbero una forma di questo oggetto davvero estrema se non addirittura bizzarra:
dovrebbe essere spesso meno di un millimetro ma con una dimensione di almeno 20 metri (per essere un riflettore perfetto), cioè dovrebbe essere simile a una vela solare di origine artificiale.
L’insieme di questi elementi ha scatenato la fantasia di media, avvistatori di Ufo ed anche di alcuni membri della comunità scientifica. Quello che possiamo fare per risolvere l’enigma di questo misterioso “messaggero” e convalidare l’origine esotica ed artificiale di Oumuamua dovremo aspettare che compaia il prossimo ospite interstellare. Entro pochi anni diventerà operativo il Large Synoptic Survey Telescope (LSST) che sarà molto più sensibile alla rilevazione di oggetti simili a ‘Oumuamua e forse ci permetterà di capire tutti i punti oscuri di questi oggetti interstellari.
D’altra parte come affermò il grande e compianto astronomo Carl Sagan:
“Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie”.