giovedì, Maggio 9

L’intestino e la sua centralità nella digestione alimentare

La felicità è una buona digestione scriveva Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e l’intestino gioca un ruolo fondamentale in questo processo. Il tratto gastrointestinale di un maschio misura circa 12 metri, quello della donna poco meno.

La durata della digestione

Il passaggio del cibo, già parzialmente digerito  a livello orale e gastrico, all’interno dell’intestino tenue e del colon ha una durata del tutto soggettiva e anche all’interno dello stesso individuo, dipende dall’attività svolta e da cosa e quanto ha mangiato.

Se ci limitiamo ai valori medi non possiamo non notare una significativa differenza tra uomo e donna. Nel maschio il transito, dalla bocca all’ano, dura circa 55 ore. Nella donna questo tempo si dilata fino a 72 ore! Schematizzando ogni pasto consumato trascorre dalle quattro alle sei ore nello stomaco, dalle sei alle otto ore nell’intestino tenue – dove le sostanze nutritive (o ingrassanti) vengono separate e inviate al resto del corpo o stoccate, creando le premesse per il sovrappeso.

Giunto nel colon, il transito si ferma per circa 3 giorni, decine di miliardi di batteri passano in rassegna quello che gli intestini non sono riusciti a smaltire, soprattutto le fibre. L’assunzione di molte fibre sembra in netta correlazione con la riduzione del rischio di cardiopatia, diabete, cancro colorettale e altre spiacevoli e spesso letali malattie.

Lo stomaco

Lo stomaco che ha la forma di un guantone da box, è lungo circa 25 cm e si colloca sopra la pancia, spostato verso sinistra. Il cibo entra nello stomaco attraverso il piloro. Dal punto di vista della digestione lo stomaco contribuisce meno di quello che si ritiene comunemente. Il bolo alimentare è quella poltiglia di cibo frammisto a saliva che si forma in bocca durante la masticazione, grazie all’attività meccanica dei denti, compattante della lingua e lubrificante della saliva.

Nello stomaco il bolo viene ulteriormente “strizzato” e sottoposto all’azione dell’acido cloridrico. La funzione più importante dello stomaco è proprio il “lavaggio” del bolo con l’acido cloridrico. Questa operazione uccide molti microbi, senza di essa molti alimenti ci farebbero ammalare.

Per renderci conto di quali “pericoli” evitiamo grazie agli acidi presenti nello stomaco, un’indagine della Food and Drug Administration statunitense, condotta nel lontano 2016, ha scoperto che l’84% dei petti di pollo, circa il 70% della carne macinata e quasi la metà delle braciole di maiale contenevano il bacillo dell’Escherichia coli. Di alimenti infatti si può morire e l’America ne è un esempio, ogni anno tremila persone muoiono per avvelenamento da cibo e altre 130.000 vengono ricoverate.

L’intestino tenue

La vera digestione però avviene a livello intestinale. Lo stomaco ha una capacità di circa un litro e mezzo, non molto in confronto ad altri mammiferi. Un cane, ad esempio, ha una capacità doppia. Il bolo dopo una serie di trasformazioni, assume la consistenza di una purea di piselli ed assume il nome di chimo. Il cuore dell’apparato digerente è l’intestino tenue, un tubo lungo sette metri e mezzo circa in cui avviene il grosso della digestione.

È in questo tratto dell’apparato gastro intestinale che il chimo si trasforma in chilo. Il chilo, in fisiologia umana, è il liquido lattiginoso raccolto dai vasi chiliferi nell’intestino tenue, contenente chilomicroni, durante l’assorbimento intestinale delle sostanze nutritive. L’intestino tenue si divide in tre sezioni: duodeno, digiuno e ileo. Nell’intestino tenue  si completa la scomposizione chimica degli alimenti e avviene l’assorbimento di quasi tutte le sostanze nutritive.

L’intestino tenue è rivestito da minuscoli peli chiamati villi, che ne ampliano a dismisura la superficie. Gli alimenti lo attraversano grazie al processo di contrazioni noto come peristalsi e avanzano alla velocità di due centimetri e mezzo al minuto. L’intestino tenue poi “sfocia” in un tubo lungo quasi 2 metri, chiamato intestino crasso o colon. Nel punto di incontro c’è una sacca chiamata cieco, importante negli erbivori ma molto meno negli umani, da qui si protende a forma di dito, l’appendice, la cui funzione non è ancora del tutto chiara.

L’appendicite, ovvero l’infiammazione di questo peduncolo a forma di dito, che può essere cronica o acuta, a volte può degenerare con esiti letali, tanto che nel mondo ogni anno, circa 80.000 persone perdono la vita a causa delle sue complicanze. L’intestino crasso è una specie di vasca di fermentazione, sede di feci, flato e della flora microbica.

Illustration of female small intestine anatomy

L’intestino crasso

L’intestino crasso riassorbe grandi volumi d’acqua restituendola al corpo e ospita vaste colonie di microbi che distruggono tutto ciò che l’intestino tenue non ha trattenuto catturando le utili vitamine B1, B2, B6, B12 e K, anche queste restituite al corpo. Il resto è destinato all’evacuazione sotto forma di feci. Ed a proposito di feci, anche in questo caso ci sono delle statistiche curiose.

Nel mondo occidentale sembra che un individuo medio produca circa due etti di feci al giorno, 73 chili l’anno e approssimativamente sei tonnellate nel corso dell’intera vita. Quando si dice una vita di cacca!

Fonti:

Alcune voci di Wikipedia

myPersonaltrainer.com

Bryson, Bill. Breve storia del corpo umano: Una guida per gli occupanti

Per saperne di più:

L’apparato digerente

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