sabato, Maggio 18

L’inversione dei poli magnetici della Terra, che potrebbe accadere nuovamente, ha probabilmente innescato l’estinzione dei Neanderthal

Secondo un nuovo studio l’inversione dei poli magnetici terrestri, unita ad una temporanea rottura del campo magnetico terrestre, avvenuta circa 42.000 anni fa, potrebbe aver innescato una serie di cambiamenti ambientali, delle tempeste solari e l’estinzione dei Neanderthal.

Il campo magnetico terrestre agisce come scudo contro il vento solare, riuscendo così a proteggere la Terra dal flusso di particelle cariche e dalle radiazioni che fuoriescono dal Sole. Purtroppo, il campo geomagnetico non è stabile per quanto riguarda la sua forza e la direzione. Inoltre, possiede anche la capacità di capovolgersi o invertirsi.

In un evento conosciuto con il nome Laschamp Excursion, circa 42.000 anni fa, i poli si sono invertiti per un periodo di circa 800 anni, prima di ritornare allo stato precedente. Fino ad ora gli scienziati non erano convinti che l’inversione sia riuscita ad avere un impatto sulla Terra.

Il nuovo studio, svolto dai ricercatori dell’Università del New South Wales di Sydney e del South Australian Museum, rende noto che il capovolgimento, unito insieme al mutamento dei venti solari, potrebbe aver causato una serie di cambiamenti climatici decisamente drammatica, che hanno causato dei cambiamenti ambientali e di conseguenza un estinzione di massa.

I ricercatori hanno preso in esame gli anelli presenti all’interno degli antichi alberi kauri della Nuova Zelanda, tra cui alcuni erano stati conservati all’interno dei sedimenti risalenti a più di 40.000 anni fa, riuscendo così a ricreare una scala temporale di come l’atmosfera terrestre sia cambiata col passare dei secoli.


Il team, attraverso l’utilizzo della datazione al radiocarbonio, ha analizzato le sezioni trasversali degli alberi, in cui erano presenti gli anelli di crescita annuali. Le informazioni acquisite dagli alberi, che hanno tenuto traccia dei cambiamenti nei livelli del radiocarbonio durante l’inversione dei poli, sono state utilizzate come indicatore temporale naturale.

Chris Turney, professore presso UNSW Science, direttore del Centro di ricerca scientifica sulla Terra e la sostenibilità dell’università e co-autore principale dello studio, ha dichiarato che: “Utilizzando gli alberi secolari abbiamo potuto misurare e datare il picco nei livelli di radiocarbonio atmosferico, provocato dal collasso del campo magnetico terrestre”.

Successivamente il team ha messo a confronto la scala temporale ricreata con le registrazioni presenti nei siti di grotte, nelle carote di ghiaccio e nelle torbiere di tutto il mondo. Il team ha così scoperto che l’inversione ha causato dei “cambiamenti climatici pronunciati”. Inoltre, i loro modelli hanno reso noto che la calotta glaciale, la crescita dei ghiacci in Nord America e i sistemi di tempeste tropicali potrebbero essere state influenzate dal periodo di mutamento dei poli magnetici, denominato dagli scienziati come “evento di Adams”.

Chris Turney, spiega che: “In effetti, il campo magnetico terrestre, è quasi scomparso, lasciando la possibilità a tutte le particelle ad alta energia dallo spazio esterno di entrare nel pianeta. Potrebbe essere stato un momento incredibilmente spaventoso, vissuto quasi come la fine dei giorni”.

I ricercatori ritengono che “l’evento di Adams” potrebbe riuscire a spiegare molti dei misteri evolutivi della Terra fino adesso non risolti. Tra questi è presente l’estinzione dei Neanderthal e l’improvvisa comparsa dell’arte figurativa presente in molte parti della Terra.

Il campo magnetico terrestre, prima che avvenisse l’evento di Adams, ha vissuto una discesa dallo 6% al 0% della sua forza, in concomitanza di un’attività solare piuttosto tranquilla. Chris Turney, chiarisce che: “In sostanza non avevamo alcun campo magnetico, il nostro scudo per le radiazioni cosmiche era completamente sparito”.

L’indebolimento del campo magnetico a portato i brillamenti solari e i raggi cosmici ad arrivare verso la Terra. Chris Turney, a riguardo spiega che: “Le radiazioni non filtrate provenienti dallo spazio hanno strappato le particelle d’aria nell’atmosfera terrestre, separando così gli elettroni ed emettendo luce, un processo che prende il nome di ionizzazione. L’aria ionizzata ha “cotto” lo strato di ozono, innescando così un’ondata di cambiamento climatico in tutto il pianeta”.

Gli abitanti presenti sulla Terra, durante questo periodo, hanno assistito a molte luci abbaglianti nel cielo, provocate dai venti solari che colpivano l’atmosfera terrestre, da nord a sud. L’aria ionizzata, nel frattempo ha aumentato la frequenza delle tempeste elettriche, una condizione che secondo gli scienziati ha indotto le persone a rifugiarsi nelle caverne.

Alan Cooper, ricercatore onorario del South Australian Museum, ha precisato che: “Questo potrebbe essere la causa comune dell’inizio dell’arte rupestre, tra cui erano presenti delle impronte di mani di ocra rossa, un materiale usato come crema solare, una tecnica utilizzata ancora oggi da alcuni gruppi”.

Alan Cooper, ha inoltre aggiunto che: “Le incredibili immagini create nelle grotte, durante questo periodo, sono state preservate, mentre altre opere d’arte fatte in aree aperte da allora sono state erose, facendo così sembrare che l’arte fosse iniziata improvvisamente 42.000 anni fa”.

Il documento, che è stato pubblicato sulla rivista Science, mette in luce che attualmente vi è un rapido movimento del polo magnetico nord verso l’emisfero settentrionale, una condizione che potrebbe segnalare una possibile nuova inversione.

Alan Cooper, spiega che: “Questa velocità, unita insieme all’indebolimento del campo magnetico terrestre di circa il 9% negli ultimi 170 anni, potrebbe indicare un’imminente inversione. Se un evento simile accadesse oggi, le conseguenze sarebbero enormi per la società moderna. La radiazione cosmica in arrivo distruggerebbe le nostre reti elettriche e le reti satellitari”.

Alan Cooper, conclude sottolineando che: “L‘attività umana ha già spinto il carbonio nell’atmosfera a livelli mai registrati prima dall’umanità. Un’inversione del polo magnetico o un cambiamento estremo nell’attività del Sole, potrebbero accelerare il cambiamento climatico senza precedenti. Anche per questa ragione abbiamo urgente bisogno di ridurre drasticamente le emissioni di carbonio, prima che un evento così casuale e pericoloso per la Terra accada di nuovo”.

Fonte:

https://edition.cnn.com/2021/02/19/world/magnetic-fields-earth-intl-scli-scn/index.html?fbclid=IwAR3xeQNCAsb-Z9PyIPOLZ9ZBi4grUdhmz986Rrst14EstX0vP4M192F7De4

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