sabato, Maggio 4

Mare Nostrum

Il Mediterraneo, il mare crocevia del mondo che ha fatto la storia dell’umanità.

I Romani lo chiamavano anche Mare Internum e con loro divenne l’epicentro di un impero multietnico che abbracciava tre continenti: Europa, Asia e Africa. Il Mar Mediterraneo ha una superficie di 2.509.000 km2, una profondità media di 1501 metri (il suo abisso è presso il Capo Matapan e raggiunge i 5.150 metri) e per rinnovare la sua acqua impiega quasi un secolo (per una completa rigenerazione sono necessari invece 7.000 anni). Oggi si affacciano sulle sue coste quasi 600 città, mentre intorno all’anno Mille, i centri urbani significativi che si specchiavano sul Mediterraneo erano circa una sessantina.

Queste cifre però ci dicono poco o niente del ruolo fondamentale che il Mediterraneo ha ricoperto (e ricopre ancora oggi in misura minore) nella globalizzazione delle economie, delle idee e della cultura.

Il Mediterraneo è idealmente diviso in due distinti distretti geografici e culturali dal canale di Sicilia, costellato di isole grandi (Sicilia, Sardegna, Corsica) e piccole e piccolissime, alcune delle quali come Malta e Rodi sono state luogo di incontro ma soprattutto di scontro tra Islam e Cristianità. Non meno importanti sono gli stretti che caratterizzano questo mare, a tratti elementi di congiunzione tra terre e popoli, a volte barriere difensive contro invasori. Quello di Gibilterra poi, separa di soli venti chilomentri Europa e Africa, marcando più un tratto di continuità che di distinzione.

Il Mediterraneo ha svolto fin quasi al XIX secolo una funzione connettiva fondamentale mettendo in comunicazione l’Europa centrale con il Maghreb e il centro Africa e ad est collegando il Mar Arabico e l’oceano Indiano e permettendo relazioni politiche, commerciali e culturali con l’Estremo Oriente. Per più di 500 anni, il Mediterraneo fu soggetto alla dominazione dell’impero Romano. Attraverso gli innumerevoli porti non soltanto garantiva proficue e intense relazioni economiche tra Asia, Africa ed Europa, ma collegava insieme le genti più diverse, dando vita ad una enorme società multietnica, unita, grazie alla costituzione di Caracalla del 212 d.C., dalla condivisione della cittadinanza romana.

Un ruolo altrettanto significativo lo giocò il cristianesimo diventato grazie a Costantino e Teodosio religione ufficiale di Stato, questo salto di qualità permise alla religione cristiana di diffondersi capillarmente attraverso una fitta rete organizzativa che poggiava la sua stessa esistenza nel ruolo dei vescovi, i principali dei quali, i primus inter pares, erano quello di Roma e quello di Costantinopoli.

Grazie alla forte coesione economica e culturale garantita dal Mare Nostrum, la divisione politica dell’impero in due parti, quella occidentale e quella orientale sancita di fatto dall’imperatore Costantino con la fondazione di Costantinopoli (324 d.C.) e poi pienamente formalizzata dall’imperatore Teodosio (395 d.C.) non ebbe riflessi negativi sulla funzione di questo straordinario mare interno.

L’influenza economica, culturale e politica romana si trasmise ben oltre le sponde del Mediterraneo giungendo in Gallia, Britannia, Dacia, nelle aree della Mesopotamia, in Arabia, fino a penetrare a fondo nel mar Rosso, connettendosi con le grandi linee di traffico dell’oceano Indiano. E questo espansionismo egemonico fu possibile grazie alla funzione connettiva del Mare Internum, in grado di mettere in comunicazione territori tra loro abissalmente distanti per l’epoca.

Quando l’impero romano d’Occidente cadde nessuna potenza fu più in grado di controllare l’intero bacino mediterraneo, così dopo il V secolo la storia di questo mare prenderà un’altra piega, più fluida, legata a potenze regionali che ne controllavano soltanto una parte. Il Mediterraneo diventa così un mare regionalizzato dove si confronteranno principalmente tre civiltà ed entità politiche, quella bizantina, quella islamica e quella cristiano-latina.

Sarà proprio l’avvento dell’Islam iniziato nei primi decenni del VII secolo a tagliar fuori, per una lunga fase, la parte occidentale dell’Europa dalle connessioni economiche e culturali con le progredite aree del Medio ed Estremo Oriente. L’impetuosa avanzata politica e militare degli arabi mussulmani porterà la conquista in un tempo relativamente breve di Siria, Mesopotamia, Iraq, Egitto e Iran; in meno di un secolo a questi territori si sarebbero aggiunti da un lato il Nord Africa e quasi tutta la Spagna, dall’altro l’Asia centrale e, nel IX secolo, la Sicilia, la punta più avanzata della conquista.

Italia, Gallia, gran parte dei territori germanici si trovarono così isolati, quasi accerchiati e le coste mediterranee limitrofe divennero insicure e quasi disconnesse con il resto del bacino mediterraneo. Un isolamento che l’Occidente latino pagò duramente e da cui iniziò a riprendersi soltanto intorno all’anno Mille.

Foto di hjrivas da Pixabay

Fonti:

Mascilli Migliorini, Luigi; Feniello, Amedeo; Francesca Canale Cama. Storia del mondo

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