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Melatonina e insonnia, cosa dice la scienza?

La melatonina è il principale ormone coinvolto nella regolazione del ciclo di sonno e veglia. Negli anni il suo utilizzo come possibile trattamento dell’insonnia ha catalizzato un notevole interesse, innanzitutto poiché è facilmente sintetizzabile e può essere somministrata per via orale.

Inoltre la produzione di quest’ormone diminuisce con l’età, quando maggiormente si presentano disturbi del sonno, lasciando suggerire che possa esservi una correlazione tra bassi livelli di melatonina e insonnia. Di conseguenza, un trattamento mirato a rialzare i livelli di melatonina, sembrerebbe essere un modo naturale per trattare i disturbi del sonno. In commercio troviamo moltissimi preparati basati su questa sostanza, ma quali evidenze scientifiche esistono a supporto?

La melatonina come regolatore del sonno e non solo

Andiamo prima di tutto a capire meglio come funziona la regolazione del sonno e il ruolo della melatonina. La melatonina non è un ormone nel senso classico del termine, in quanto è prodotta da tanti diversi organi e tessuti (retina, midollo osseo, pelle, cervello, intestino) e non agisce su un organo specifico.

La sintesi della melatonina e la sua secrezione sono regolate da una regione del cervello, nell’ipotalamo, che è la parte del sistema nervoso deputata alla regolazione dei ritmi circadiani, cioè il sistema che hanno sviluppato gli organismi viventi per sincronizzare le loro funzioni fisiologiche e il loro comportamento con il ciclo giornaliero di luce e oscurità causato dalla rotazione terrestre. Una volta prodotta la melatonina è rilasciata nel circolo sanguigno e distribuita in tutto il corpo, dove viene rapidamente metabolizzata.

La melatonina agisce sull’ipotalamo stesso, contribuendo a sincronizzare l’orologio biologico interno del nostro cervello con il ciclo luce-buio. Elevati livelli di melatonina nel sangue, segnalano che è notte, bassi livelli che è giorno. La melatonina nell’uomo è anche coinvolta nella maturazione sessuale. Inoltre sono stati dimostrati effetti antiossidanti e anti-infiammatori.

Come la melatonina cambia durante lo sviluppo e durante la giornata

I livelli di melatonina cambiano nel corso della vita. La produzione di quest’ormone comincia a 3-4 mesi di vita e cresce progressivamente fino a raggiungere un picco attorno agli 8-10 anni. Durante la pubertà i suoi livelli diminuiscono drasticamente e dopo i 40-45 anni i livelli di melatonina scendono ancora in modo progressivo arrivando attorno ai 70 anni a circa il 10% dei livelli pre-pubertà.

Negli individui sani la melatonina è sintetizzata come risposta al buio, tra le ore 20 e le 22, arrivando a un picco tra la mezzanotte e le 3 del mattino, dove si arriva a circa 100-200 pg/ml. Dopo questo picco, la sintesi di melatonina diminuisce progressivamente, restando molto bassa durante la giornata (10-30 pg/ml).

L’esposizione alla luce è il fattore principale nella regolazione della secrezione della melatonina, e tale effetto dipende dal tempo e dalla durata di esposizione, dall’intensità luminosa e anche dalla lunghezza d’onda luminosa (ad esempio la luce blu inibisce la sintesi di melatonina). L’esposizione a luce artificiale tra la mezzanotte e le 4 del mattino inibisce la secrezione di melatonina.

Il ritmo circadiano stesso (e quindi la produzione di melatonina) può essere quindi influenzato dall’esposizione alla luce. Un’esposizione alla luce del mattino porta a un anticipo del ritmo circadiano e quindi il picco dei livelli di melatonina sarà raggiunto prima durante la notte, al contrario l’esposizione alla luce di sera causa un ritardo del ciclo circadiano.

Trattamento dei disturbi del sonno con melatonina

Vediamo innanzitutto come si comporta l’ormone melatonina quando è somministrato. La melatonina viene rapidamente assorbita e raggiunge la sua massima concentrazione circa quaranta minuti dopo la somministrazione (o anche più in caso di stomaco pieno).

Dosi alte ritardano il picco di concentrazione e aumentano la sua stabilità, di conseguenza maggiore è la dose utilizzata, con maggiore anticipo la melatonina dovrebbe essere somministrata prima di andare a letto. Esistono anche formulazioni a lento rilascio, che portano a un picco di concentrazione tra i 90 e i 210 minuti, oltre che una maggiore stabilità dell’ormone. Queste formulazioni quindi simulano meglio il naturale ciclo fisiologico di produzione di melatonina. A oggi l’EMA ha approvato come formulazione a lento rilascio il Circadin per individui sopra i 55 anni che soffrono d’insonnia.

La melatonina a rilascio immediato è quindi più efficace per indurre il sonno, mentre quella a lento rilascio per mantenerlo. Ad ogni modo, l’assorbimento di melatonina varia molto da individuo a individuo e non è chiaro se questo abbia implicazioni a livello clinico.

A oggi numerosi studi svolti con trial clinici controllati hanno utilizzato la melatonina per trattare l’insonnia. Per quanto riguarda bambini e adolescenti l’insonnia è il principale disturbo del sonno (circa il 20% ne soffre, con una leggera prevalenza tra le ragazze). Come primo trattamento si raccomanda una terapia volta a correggere comportamenti o altre cause legate alla sfera individuale e quando il trattamento farmacologico è richiesto la melatonina è il farmaco di prima scelta.

La dose raccomandata è di 1-3 mg per notte per bimbi fino a circa 5-6 anni, 2,5-5 mg per notte per bambini in età scolare e 1-5 mg a notte per gli adolescenti. Il trattamento dovrebbe essere introdotto in maniera progressiva e circa 30-60 minuti prima di andare a letto. Il trattamento non dovrebbe durare oltre il mese.

Diverso è quanto emerso finora invece sugli adulti, dove numerosi studi non hanno ancora evidenziato un beneficio chiaro della melatonina nel trattare l’insonnia e altri disturbi del sonno. Non esistono quindi ancora convincenti indicazioni scientifiche che suggeriscano di utilizzare la melatonina negli adulti, nonostante quanto pubblicizzato su numerosi prodotti. Su individui anziani l’effetto della melatonina pare essere leggermente più evidente, con alcuni benefici nel trattare l’insonnia sia con melatonina a rilascio rapido, sia con quella a rilascio ritardato.

Conclusioni

In conclusione la melatonina sembra essere potenzialmente un buon sistema per trattare differenti disturbi del sonno ma sono ancora richiesti studi che dimostrino chiaramente, specialmente negli adulti, se e quale dose possa essere realmente efficace. Va comunque sempre ricordato che la melatonina deve essere considerato un trattamento farmacologico e non un integratore della dieta ed essere quindi somministrata soltanto all’occorrenza.

Fonti:

Poza et al., Neurologia, 2022

Choi et al., Sleep Med. Rev., 2022

Per saperne di più:

Melatonina

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