sabato, Luglio 27

Qualche anno dopo l’estinzione dei dinosauri

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L’asteroide che 66 milioni di anni fa causò l’estinzione  dei dinosauri e del 76% di tutte le  specie che popolavano il nostro  pianeta colpì la piattaforma continentale producendo il cratere di Chicxulub, nella  penisola dello Yucatan,  che ha un diametro di circa 180 chilometri e metà di esso si trova ancora oggi in mare.

L’esplosione equivalse a  oltre un miliardo di volte quella della bomba atomica sganciata su Hiroshima e l’impatto sollevò circa 100.000 chilometri cubi di polveri. Fino ad oggi, anche in base a risultanze emerse in altre zone del pianeta si ritieneva che la vita  abbia impiegato quasi 300.000  anni per riprendersi da questo cataclisma.

Adesso uno studio recente a cura  di un gruppo internazionale di ricercatori coordinati da Christopher M. Lowery dell’Università del Texas a Austin, che firmano un articolo di qualche mese fa  su Nature rimescola le carte con una rivelazione che ha del sorprendente.

In  prossimità del sito dell’impatto i primi segni del ritorno della vita risalgono ad appena due o tre anni di distanza dall’evento. Ed appena 30.000 anni dopo la catastrofe in quell’area  prosperava  una ricca popolazione di fitoplancton che sosteneva una comunità diversificata di organismi nelle acque superficiali e sul fondo marino.

Secondo  la ricerca la  ripresa  della vita in c osi breve tempo nella  zona del cataclisma dipende essenzialmente da fattori locali,  per esempio le interazioni fra organismi, la prevalenza di certe specie invece di altre, l’esistenza di particolari nicchie ecologiche e l’andamento delle correnti. Mentre nelle  altre  aree del pianeta la presenza  nell’atmosfera di polveri contenenti metalli tossici ha reso necessaria fino a 300.000  anni affinché la  vita prosperasse nuovamente.  
 

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