lunedì, Maggio 20

Quando è nata la guerra?

Il drammatico conflitto russo-ucraino, nel cuore dell’Europa, è l’ennesimo anello di una lunghissima catena di guerre che hanno costellato la storia dell’umanità. Ma quando è nata la guerra? Dove è stato combattuto il primo conflitto armato tra gruppi di individui? E ancora, esiste una definizione di guerra? La violenza collettiva che chiamiamo guerra è il frutto della sedentarizzazione dei primi agricoltori o era prassi anche dei cacciatori-raccoglitori?

Sembrano domande oziose ma la scienza sia pure faticosamente cerca delle risposte a queste domande anche per capire se questo evento drammatico sia un tratto costitutivo degli esseri umani o se invece, in un futuro speriamo non troppo lontano, la guerra possa essere bandita dalle relazioni umane.

Il primo punto è cercare di definire lo sfuggente concetto di guerra. Etnografi, archeologi e antropologi ne dibattono da tempo. Razzie, faide, azioni di vendetta tra piccole comunità possono essere considerate guerra? Se stabiliamo che è guerra lo scontro tra inter-gruppi di persone anche al di fuori di una società stratificata e fatta da guerrieri di professione, allora abbiamo una prima risposta all’interrogativo sul primo conflitto armato della storia dell’umanità.

Oggi Jebel Sahaba non esiste più, il sito è stato ricoperto dalle acque del Lago Nasser negli anni Sessanta, uno dei bacini artificiali più grandi del mondo. Prima di questa data in questa necropoli situata vicino al confine del Sudan sono stati rinvenuti dei fossili dall’archeologo statunitense Fred Wendorf attualmente conservati al British Museum di Londra.

Da allora si sono succeduti studi sempre più approfonditi su questi fossili, gli ultimi dei quali effettuati dal CNRS francese e dall’Università di Tolosa che hanno confermato le prime intuizioni dello stesso Wendorf, ovvero che i 61 individui risultanti dall’analisi dei fossili avessero partecipato alla prima guerra documentata della storia dell’umanità.

Nell’articolo pubblicato su “Scientific Report” viene descritto, fra gli altri, un bambino dell’età di circa 4 anni colpito al cranio da quattro proiettili di pietra, un trentenne di sesso maschile con due punte conficcate nelle ossa ed un’altra quindicina liberate dalla decomposizione del corpo, una donna di oltre trent’anni con ventuno artefatti litici associati, uno dei quali conficcato nella quarta costola. Le punte di pietra ritrovate nel sito sono profondamente differenti tali da far pensare che appartengano a tribù diverse.

Le punte sono state lavorate obliquamente allo scopo di lacerare meglio i tessuti, penetrare in profondità causando gravi emorragie sanguigne. Inoltre la natura delle ferite riscontrate, alcune guarite e altre no, fa pensare che si sia trattato di una serie di scontri differenti, seppur avvenuti in un lasso tempo piuttosto ravvicinato. Gli scheletri sono stati analizzati con la datazione al radiocarbonio e secondo i risultati appartengono a uomini vissuti intorno a 11.400 anni fa. Questa, ad oggi, sarebbe la prima guerra documentata della storia umana.

I corpi sono distribuiti in tre siti vicini tra loro, due dei quali chiamati Jabel Sahaba e il terzo Tushka. Circa il 40% dei corpi di Jabel Sahaba sono deceduti per morte violenta e mostrano gravi ferite; nei loro corpi vi erano pietre appuntite, in punti che suggeriscono un attacco subito da lance o frecce.

Quali possono essere state le cause di questo conflitto? Secondo i ricercatori le motivazioni andrebbero ricercate nei drastici cambiamenti ambientali che hanno interessato la Valle del Nilo tra la fine dell’ultimo massimo glaciale (20.000 anni fa) e la stabilizzazione del periodo umido africano (15.000-11.000 anni fa). Il casus belli dello scontro armato di Jebel Sahaba può quindi essere stato la capricciosità del regime fluviale del Nilo e quindi l’accesso ai tratti più pescosi o più adatti alla raccolta spontanea di cibo che andavano difesi o conquistati con la forza.

Ai fattori ambientali potrebbero anche associarsi fattori culturali come si evincerebbe dalle differenze dei manufatti ritrovati. Tribù con diverso background culturale costrette a vivere in un ambiente relativamente ristretto avrebbero inevitabilmente consegnato alla logica delle armi la conquista o il mantenimento di territori più adatti alla sopravvivenza.

Se gli assalitori non appartenevano certamente alla comunità delle vittime, quest’ultime furono senz’altro seppellite dai sopravvissuti agli scontri armati. L’inumazione è infatti avvenuta con molta cura in sepolture singole, doppie o multiple. A contendere il triste “primato” di prima guerra dell’umanità, nel 2016, sulla rivista “Nature“, un articolo degli archeologi del Centro Leverhulme dell’università di Cambridge cita un massacro avvenuto circa 10.000 anni fa nei pressi di  Nataruk, vicino al lago Turkana, in Kenya. In questo luogo ventisette scheletri e numerosi reperti dimostrerebbero come un piccolo gruppo di uomini, donne e bambini sia stato catturato, legato e massacrato a colpi di frecce e di pietre.

Non solo secondo gli autori questo sarebbe il primo episodio di conflitto della storia dell’umanità ma dimostrerebbe che la guerra ha preso forma ancora prima che le popolazioni preistoriche si organizzassero in comunità stanziali, ai tempi dei cacciatori-raccoglitori che attorno a Nataruk vivevano delle risorse disponibili nell’ambiente, muovendosi sul territorio, cacciando e raccogliendo senza praticare forme di agricoltura o allevamento.

Questo secondo caso ha diverse differenze con quello di Jebel Sahaba: prima di tutto si tratta di un unico scontro, inoltre le vittime non sono state sepolte e quindi fanno pensare che l’intera tribù sia stata sterminata e soprattutto che il sito al confine con il Sudan presentava caratteri di maggiore stanzialità rispetto a quello kenyota che probabilmente era un accampamento provvisorio.

Le prove raccolte nei due siti suggeriscono comunque che i conflitti inter-gruppo abbiano coinvolto sia le prime popolazioni stanziali che i nomadi cacciatori-raccoglitori. Inoltre è altamente probabile che intorno al 15.000 a.e.v. i conflitti armati fossero endemici e che quindi la guerra sia comparsa molto presto nella vita sociale dell’umanità.

Tornando alla definizione di guerra se ne accettiamo una versione estesa per la quale non è necessario per la sua definizione l’esistenza di una società stratificata, di armi costruite apposta per offendere altri esseri umani e di guerrieri di professione, allora possiamo tristemente affermare che la guerra è sempre esistita e fa parte integrante della lunga storia dell’uomo.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Le Scienze, gennaio 2022, ed. cartacea

Focus.it

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