Nel post precedente Caccia agli esopianeti abbiamo visto che dal 1995 sono diverse migliaia i pianeti extra solari scoperti. Al luglio di quest’anno risultano conosciuti 4.100 pianeti extrasolari in 3.055 sistemi planetari diversi (di cui 665 multipli).
Un numero significativo ma rapportato ai circa 200 miliardi di stelle della Via Lattea quasi irrilevante. Abbiamo scoperto che ci sono pianeti che orbitano intorno a stelle simili al Sole, ed altri che hanno per compagna una stella molto più calda o molto più fredda. Pianeti che orbitano attorno ad un sistema binario ed altri che vagano, solitari nello spazio interstellare, al di fuori di ogni sistema stellare. Questi ultimi sono stati scoperti grazie alla distorsione gravitazionale rispetto a stelle molto lontane, sfruttando il fenomeno della lente gravitazionale.
E’ inevitabile a questo punto chiedersi quanti possono essere i pianeti “simili” alla Terra nella nostra galassia in base ai dati che possediamo attualmente. Innanzi tutto è bene intendersi sul concetto di simile, in questo caso ci limitiamo oltre a considerare esclusivamente i pianeti rocciosi, quelli che sono collocati nella cosiddetta fascia di abitabilità o come dicono in gergo gli scienziati anglosassoni, la fascia Goldilocks (dalla favola che in italiano traduciamo in Riccioli d’oro).
La fascia di abitabilità è collocata in una zona non troppo vicina né troppo lontana dalla stella, in modo tale che esistano le condizioni, almeno per quanto riguarda temperatura e venti solari, per la sussistenza di acqua liquida. Limitandoci soltanto a questi due parametri, secondo una stima statistica, nella Via Lattea, i pianeti grandi più o meno come la Terra, orbitanti nella fascia Goldilocks di una stella simile al nostro Sole, sarebbero non meno di 11 miliardi.
Se poi prendiamo in considerazione anche le stelle chiamate nane rosse, astri più piccoli e freddi del nostro sole, che rappresentano la specie stellare più diffusa nell’Universo, questo numero salirebbe addirittura a 40 miliardi di pianeti.
Pur considerando tutti i limiti propri di un’estrapolazione statistica si tratta di numeri impressionanti, tali da indulgere ad un cauto ottimismo che su uno di questi innumerevoli mondi possa celarsi un habitat che ha permesso lo sviluppo della vita.