sabato, Maggio 18

Sulla Terra le montagne hanno smesso di crescere e le specie di evolversi

Secondo una nuova ricerca, che è stata pubblicata su Science, il supercontinente Nuna-Rodinia è scomparso verso la fine dell’era proterozoica, momento in cui, un miliardo di anni fa, in concomitanza si è vissuto il blocco dell’evoluzione di nuove formazioni montuose.

Secondo la nuova ricerca la Terra, per per un periodo che va da 1,8 miliardi a 0,8 miliardi di anni fa, ha vissuto un periodo di stand by dell’evoluzione delle montagne. In altre parole, le montagne presenti sul nostro pianeta hanno smesso di crescere, dando il via ad un processo di erosione, che ha causato una riduzione dei picchi esistenti.

I ricercatori affermano che l’erosione persistente della crosta continentale terrestre è coincisa con un eone particolarmente tetro, che i geologi hanno ribattezzato come il “noioso miliardo”. Inoltre, non solo si è vissuto un blocco della crescita delle montagne, ma anche le semplici forme di vita presenti negli oceani, o non si sono più evolute o lo hanno fatto molto lentamente per circa un miliardo di anni.

Sulla Terra nelle zone in cui convergono le placche continentali, che vanno così a scontrarsi, si elevano le montagne secondo un processo denominato orogenesi. La crosta continentale su questi confini risulta essere più spessa e retta dal magma, arrivando così a sollevare le rocce superficiali fino ad arrivare ad altezze vertiginose.

Nello stesso tempo, però, le formazioni delle montagne hanno vissuto i processi di erosione e di gravità, che una volta terminati i processi tettonici e magmatici, le hanno sopraffatte, cominciando così a ridurle. In questo modo anche le montagne più alte possono scomparire col tempo, per questo occorre studiare lo spessore della crosta terrestre più antica, per riuscire a valutare, quanto in maniera attiva, si siano formate le montagne in passato.

Gli autori, per riuscire ad effettuare queste analisi, hanno studiato la composizione mutevole dei minerali di zircone, un materiale che miliardi di anni fa si è cristallizzato nella crosta terrestre. I minuscoli granelli di zircone sono facilmente rintracciabili nelle rocce sedimentarie, che sono situate su tutta la superficie del pianeta. La composizione di ogni granello può rivelare le condizioni nella crosta, in cui questi minerali si sono cristallizzati per la prima volta molti eoni fa.

L’autore principale dello studio Ming Tang, spiega che: “ Una crosta molto spessa riesce a formare montagne più alte. Lo spessore della crosta riesce a tenere sotto controllo la pressione nel punto in cui il magma cambia composizione. Questa condizione crea una formazione di anomalie negli zirconi, che si cristallizzano dal magma”.

Ming Tang, in un precedente studio pubblicato a gennaio sulla rivista Geology, insieme ai suoi colleghi, ha riscontrato che la quantità di europio, presente all’interno dei cristalli di zircone, potrebbe rivelare lo spessore della crosta nel momento in cui si sono andati a formare. Una grande presenza di europio comporta quindi una maggiore pressione sul cristallo, e di conseguenza una crosta più spessa.

I ricercatori hanno analizzato i cristalli di zircone e la loro quantità di europio, riuscendo così a ricreare una storia evolutiva delle spessore continentale risalente a miliardi di anni fa. Inoltre, hanno scoperto che: “Lo spessore medio della crosta continentale attiva riscontrato, variava su delle scale temporali di miliardi di anni. La crosta più spessa si è formata durante l’eone archeologico, da 4 miliardi a 2,5 miliardi di anni fa, e nel Fanerozoico, da 540 milioni di anni fa fino ad oggi”.

Ed è proprio durante queste fasi molto attive di formazione delle montagne, che lo spessore della crosta è precipitato, durante il cosiddetto l’eone proterozoico, da 2,5 a 0,5 miliardi di anni fa.

Una coincidenza scoperta durante lo studio di Ming Tang, è stata che il l’eone più basso sulla terraferma, sia stato anche il l’eone più “noioso” nel mare. Ming Tang, dichiara che: “È ampiamente riconosciuto che l’evoluzione della vita è stata estremamente lenta tra 1,8-0,8 miliardi di anni fa. Sebbene gli eucarioti siano emersi 1,7 miliardi di anni fa, sono diventati dominanti solamente 0,8 miliardi di anni fa”.


Ming Tang, continua spiegando che: “L’esplosione del Cambriano, avvenuta circa 300 milioni di anni dopo, ha vissuto l’evoluzione di quasi tutti i principali gruppi di animali che vediamo oggi. Qualunque sia la ragione, la vita si è evoluta molto lentamente durante il “noioso miliardo”, e poi è ripartita quando la crosta terrestre ha cominciato ad ispessirsi”.

Ma qual è la correlazione tra questi elementi? Secondo i ricercatori se durante questo periodo non si sono formate nuove montagne, di conseguenza non sono neanche stati introdotti dei nuovi nutrienti sulla superficie terrestre dal mantello sottostante.

Il team di ricercatori suggerisce che mentre la formazione di montagne si è fermata per un miliardo di anni, è avvenuta anche una mancanza di fosforo e altri elementi essenziali. Questa condizione potrebbe aver affamato le creature marine, limitato la loro produttività e bloccato la loro evoluzione.

I ricercatori concludono affermando che: “Quando il supercontinente Nuna-Rodinia si è disgregato, durante l’era proterozoica, l’evoluzione delle montagne è rifiorita. Prima della sua scomparsa però il gigantesco continente, a causa della sua massa, ha alterato la struttura del mantello sottostante, e ha fermato, durante il “noioso miliardo”, la tettonica delle placche”, risultando così in un eone di assottigliamento crostale”.

Saranno necessarie ulteriori ricerche per poter comprendere a pieno il mistero dell’evoluzione delle montagne.

Fonte:

https://www.livescience.com/earth-mountains-disappear-boring-billion.html

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