lunedì, Novembre 11

Tex e la pista dell’Oregon

Una delle più belle avventure di Tex è “Verso l’Oregon” un albo speciale del 2011 disegnato da Carlos Gomez su soggetto e sceneggiatura di Gianfranco Manfredi.

Tex e Carson sono sulle tracce di un serial killer psicopatico che ha mietuto vittime in Texas senza apparente motivo. Alcuni avvistamenti lo segnalano in fuga sulla pista per l’Oregon. Mentre cercano l’assassino, i due ranger si imbattono in una carovana in difficoltà: alcune donne stanno cercando di raggiungere Oregon City dove devono incontrare i loro futuri mariti, che hanno conosciuto per corrispondenza, tramite una strana agenzia matrimoniale. Prestandosi a fare da scorta alle future spose, lungo la pista Tex e Carson devono affrontare infinite difficoltà: sentieri quasi impercorribili, fiumi in piena, disastri naturali e l’attacco di una banda di indiani ribelli.

Questa avventura ci permette di tuffarci nella “Oregon trail” una delle principali piste della migrazione del continente nordamericano che seguendo l’asse del fiume Missouri e snodandosi per circa 3.200 chilometri giungeva fino al territorio dell’Oregon.
Tra il 1841 ed il 1869 prima dell’avvento delle grandi ferrovie l’Oregon Trail fu usata da cow-boy, uomini d’affari, coloni per migrare da est ad ovest, fino alle sponde del Pacifico.
Una volta che fu completata la First Transcontinental Railroad dalla Union Pacific e dalla Central Pacific, l’uso di questo percorso da parte dei viaggiatori per lunga distanza diminuì rapidamente, poiché la ferrovia era in grado di soddisfare la maggior parte delle necessità di viaggio in modo più rapido e confortevole.
I viaggi lungo l’Oregon Trail si concentravano tra aprile ed ottobre sfruttando la nuova erba per il bestiame e il terreno asciutto, oltre a condizioni meteo più favorevoli. I migranti che si avventurarono su questa pista viaggiarono sui carri, pack train, a cavallo, a piedi, con zattere, e con barche per fondare nuove fattorie, rifarsi una nuova vita e affari commerciali nell’Oregon Country.
Insidie e pericoli erano all’ordine del giorno per un viaggio che poteva durare da 4 a 6 mesi ed attraversava più di metà del continente.

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