Una delle più belle avventure di Tex sui mari è, a mio avviso, la storia che si dipana tra i numeri 154 e 156 ed in particolare gli albi “San Francisco” e “Lotta sul Mare”.
L’avventura nasce quando Tex ed i suoi pards fanno tappa a San Francisco per salutare gli amici Tom Devlin e Mike Stacy: ma il bieco Diamond Jim, che gestisce mille attività illecite in città, per vendicare il fratello fatto fuori dai rangers durante un precedente repulisti a Frisco, fa rapire Kit Willer da capitan “Barbanera” Drake, che lo imbarca sul suo veliero, il Black Shark.
La storia quindi si svolge nell’insolito scenario marino, tra porti e vascelli, in un crescendo di colpi di scena.
Per la sceneggiatura Gian Luigi Bonelli si ispirò vagamente al film “I fratelli senza paura” (“All the Brothers Were Valiant” ) di Ben Ames Williams che aveva visto al cinema assieme al figlio Sergio nel 1953.
Il grande Galep costrui’ addirittura due modellini di nave in legno, nella fattispecie quelle delle navi di Billy Bart e del capitano Barbanera, modellini che gli permettevano ovviamente di disegnare correttamente i due natanti della storia.
La storia “marinara” ebbe poi un seguito immediato in un’altra avventura che inizia nello stesso numero 156 e prosegue nel n. 157 “Il tiranno dell’isola”.
Tra i pirati veramente vissuti nel XIX secolo un posto di riguardo spetta a Jean Lafitte. Nato in Francia nel 1776 e morto nei Caraibi nel 1826, Jean Baptiste Lafitte discendente di una famiglia nobile decaduta, poliglotta (parlava francese, inglese, italiano e spagnolo) ha praticato la pirateria
nel Golfo di Barataria e a New Orleans (altra location di molte avventure texiane).
La sua carriera di pirata, in grado di organizzare una vera e propria società di bucanieri, fini quando si mise contro la Marina degli Stati Uniti.
Nel 1821 la Marina Militare americana emise un ultimatum per Lafitte: fuggire o essere giustiziato. Allora Lafitte appiccò il fuoco alla sua roccaforte e fuggì. Non si sa dove sia morto. Probabilmente nello Yucatan o nell’Illinois.