domenica, Maggio 5

Tre batteri possono rendere fertile il suolo lunare

La Luna, il nostro vicino celeste più prossimo, ha affascinato l’umanità per millenni. Con l’avvento dell’era spaziale, la Luna è diventata non solo un soggetto di meraviglia e mistero, ma anche un potenziale campo di prova per la colonizzazione umana. Una delle sfide più significative per la vita sulla Luna è il suo suolo sterile, noto come regolite lunare. Ma potrebbe essere possibile rendere fertile questo suolo lunare?

Il suolo lunare

Il suolo lunare, o regolite, è un materiale molto diverso dal terreno che troviamo sulla Terra. È composto principalmente da piccoli frammenti di roccia e polvere di vetro prodotti da impatti meteorici. Questo suolo non contiene sostanze organiche o nutrienti necessari per la crescita delle piante, rendendo la coltivazione di cibo una sfida ai limiti dell’impossibile.

Rendere fertile il suolo lunare

Nonostante questo, gli scienziati stanno esplorando diversi metodi per rendere fertile il suolo lunare. Uno di questi metodi implica l’uso di microrganismi e piante per arricchire il suolo. Questi organismi possono decomporre le rocce e rilasciare nutrienti nel suolo, rendendolo più adatto alla crescita delle piante.

Un altro approccio è l’uso di fertilizzanti e altri additivi per migliorare la qualità del suolo. Questi possono includere compost, fertilizzanti chimici e persino l’urina umana, che è ricca di azoto e altri nutrienti essenziali.

L’esperimento cinese

Grazie a tre batteri, un gruppo di ricerca dell’Università Agraria della Cina è riuscito a far crescere una pianta parente del tabacco, la Nicotiana benthamiana, su un terreno ottenuto utilizzando come modello i campioni riportati dalla missione Apollo 14 della Nasa, sbarcata sulla Luna nel 1971.

Il suolo lunare è privo di azoto e contiene fosforo in una concentrazione inutilizzabile, i ricercatori cinesi guidati da Yitong Xia hanno quindi cercato un modo per alterare le caratteristiche fisiche e chimiche del suolo lunare ottenuto in laboratorio, aggiungendo all’equazione 3 batteri: Bacillus mucilaginosus, Bacillus megaterium, e Pseudomonas fluorescens.

Dopo alcune settimane di coltivazione le piante in questione avevano un contenuto di clorofilla maggiore, possedevano steli e radici più lunghi, tendevano ad essere più pesanti e ad avere gruppi di foglie più grandi. Insomma un interessante passo in avanti per rendere la regolite lunare meno un terreno più fertile.

Sfide e prospettive future

Nonostante l’entusiasmo, ci sono ancora molte sfide da superare. La mancanza di atmosfera e l’esposizione alla radiazione solare possono rendere difficile la sopravvivenza dei microrganismi. Inoltre, la bassa gravità della Luna può influire sulla crescita delle piante.

Tuttavia, con l’avanzamento della tecnologia e la nostra crescente comprensione della biologia delle piante, la possibilità di rendere fertile il suolo lunare non è più un sogno lontano. Potrebbe richiedere ancora alcuni decenni di ricerca e sperimentazione, ma la prospettiva di coltivare cibo sulla Luna potrebbe essere un passo fondamentale verso la creazione di una colonia umana permanente e sostenibile.

hay bales in the night. Elements of this image furnished by NASA.

Con la giusta combinazione di biologia, chimica e ingegneria, potremmo un giorno vedere campi di grano che ondeggiano sotto il cielo stellato della Luna. E quel giorno, la Luna non sarà più un deserto sterile, ma un nuovo giardino rigoglioso per l’umanità. È un sogno? Forse, ma l’uomo che sa sognare spesso riesce a rendere reali anche i sogni più arditi.

Per saperne di più:

L’agricoltura sulla Luna, realtà o fantasia?

Fonti:

ANSA Scienza

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