domenica, Maggio 5

Trotula, la pioniera della moderna ginecologia

Si può essere certi della reale esistenza di un essere umano vissuto mille anni fa e della sua indubitabile importanza nella storia della medicina senza per altro avere notizie biografiche certe e sufficienti per individuarla senza ombra di dubbio? Se ci riferiamo a Trotula, la risposta è sì.

Una biografia quasi inesistente

Diverse sono state le ricostruzioni della vita di questa donna, una delle esponenti più famose della celebre Scuola Medica Salernitana, tutte però, secondo gli storici moderni, prive di fonti incontrovertibili e certe. Anche quella che esporremo in questo breve articolo va quindi considerata più come un affresco verosimile che come un resoconto biografico consolidato di colei che si può considerare la pioniera della moderna ginecologia.

Trotula, che in latino significa piccola trota, è quindi un diminutivo, nasce a Salerno in una data incerta tra il 1035 e il 1040, forse da una ricca e potente famiglia normanna quella dei De Ruggero, che si erano distinti per le generose elargizioni donate a favore della costruzione del Duomo di Salerno. L’appartenenza ad una classe nobile, ricca e acculturata spiegherebbe la possibilità per una donna come Trotula di studiare, fino ad essere ammessa alla scuola di medicina salernitana che aveva consentito alle donne l’accesso al curriculum studiorum in medicina (per saperne di più clicca qui).

Trotula il medico

Dopo aver superato un durissimo esame Trotula diventa a tutti gli effetti un medico anche se una società fortemente maschilista l’obbligherà ad accontentarsi del titolo di quasi magister e non quello di magister che veniva normalmente attribuito ai colleghi uomini. Ben presto Trotula diverrà anche uno dei più apprezzati insegnanti della scuola medica salernitana, all’epoca famosa in tutta Europa.

I suoi insegnamenti furono inseriti in un compendio curato da sette maestri coevi, il De aegritudinum curatione. La specializzazione di Trotula era quella di occuparsi della salute delle donne, insieme ad Abella Salernitana, Rebecca Guarna e Mercuriade, era fra le più preparate e sapienti mulieres salernitanae, apprezzate non soltanto in Italia ma in tutta Europa, ma osservate con diffidenza dalla Chiesa cattolica. Non dobbiamo sottovalutare il fatto che la scuola medica salernitana era un centro educativo e formativo laico, una delle rarissime eccezioni dell’epoca.

Nonostante la diffidenza della Chiesa e i limiti imposti da una società tutt’altro che paritaria, la fama di Trotula si ingigantì anno dopo anno, tanto che uno dei medici più famosi dell’epoca Rodolfo Malacorona, incontrandola nel 1059, durante una visita alla Scuola di Salerno, la definì sapiens matrona, affermando che era l’unica donna in grado di competere con lui nell’arte della medicina.

La sua opera più importante

La sua opera più famosa il De passionibus mulierum ante in et post partum (‘Sulle malattie delle donne prima, durante e dopo il parto’), un’opera medica in latino della fine del XII secolo gli è attribuita prima ancora della fine del Medioevo. In realtà si tratterebbe della raccolta di tre testi medici indipendenti scritti da autori diversi nel XII secolo. Probabilmente nonostante l’opera fosse in seguito chiamata Summa qui dicitur Trotula, soltanto uno dei testi apparterrebbe a Trotula.

Come che sia, la Summa qui dicitur Trotula divenne la raccolta di informazioni sulla medicina della donna più diffusa nell’Europa medievale. Del testo sono sopravvissute in totale 122 copie manoscritte, mentre un’altra cinquantina di manoscritti è composta da traduzioni in diverse lingue. Questo straordinario testo di medicina sulla natura delle donne, gli aspetti ginecologici e ostetrici, e gli studi riservati al feto, ai neonati e ai lattanti, venne stampato per la prima volta a Strasburgo nel 1544.

Igiene e desiderio sessuale

Tra le tante cose che colpiscono di questo manuale è l’ossessione per l’igiene che Trotula raccomandava caldamente, consapevole come la mancanza di essa fosse la causa della maggior parte delle infezioni. Si sofferma inoltre sul desiderio sessuale femminile che considera naturale e legittimo e per le donne che non possono soddisfarlo, come le religiose o le vedove, Trotula consiglia “di prendere del cotone imbevuto di olio di muschio o di menta e applicarlo sulla vulva. È un buon calmante e placa il desiderio e il dolore che ne deriva”. A Trotula si deve anche l’invenzione del primo detergente intimo che lei, espertissima erborista, ricaverà dai petali di rosa fatti macerare insieme a del bicarbonato.

Briciole di vita privata

Della sua vita privata sappiamo ancor meno, secondo un’interpretazione Trotula avrebbe sposato un altro medico, Giovanni Plateario; da lui avrebbe avuto due figli, Giovanni Plateario il Giovane e Matteo, a loro volta medici, che, insieme al padre, sono ricordati come Magistri Platearii.

La fama che godette ancora in vita fu tale che quando morì, presumibilmente nel 1097, il corteo funebre si snodava per più di tre chilometri, testimonianza di un’ammirazione e una popolarità straordinaria per una donna dell’epoca.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Musini, Daniela. Le indomabili: 33 donne che hanno stupito il mondo

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