mercoledì, Maggio 15

Alle origini dei retrovirus

I retrovirus comprendono due classi e cinque famiglie virali. La caratteristica peculiare del loro genoma a RNA è che una volta penetrato nella cellula ospite può essere convertito in DNA e inserito nel genoma dell’ospite. A questa tipologia di virus appartiene il virus  HIV, agente eziologico dell’AIDS e svariati altri capaci di provocare l’insorgenza di tumori.

Secondo uno studio pubblicato nel 2017 ad opera di due ricercatori dell‘Università di Oxford, contrariamente a quanto ritenuto prima, i retrovirus non sono un prodotto recente dell’evoluzione ma risalgono ad almeno mezzo miliardo di anni fa. Precederebbero quindi il periodo della colonizzazione animale della terraferma.

Quando questo virus ad RNA penetra nelle cellule dell’ospite convertendo il suo genoma in DNA occasionalmente può avvenire che questa integrazione del genoma virale avvenga nelle cellule della linea germinale dell’ospite, nel qual caso può essere ereditato e passare da una generazione all’altra sotto forma di retrovirus endogeno.

Lo studio si è concentrato su una classe di retrovirus endogeni le cui sequenze genetiche sono caratteristiche e molto simili a quelle degli spumavirus, così chiamati per la loro capacità di provocare una
proliferazione di vacuoli nelle cellule invase, che assumono
così un aspetto schiumoso.

Comparando la loro presenza non soltanto nei mammiferi ma anche nei pesci e negli anfibi è stato possibile costruire un modello della loro
evoluzione, che ne fa risalire la comparsa a 500 milioni di anni fa.
Lo studio inoltre recita che l’avvento di questi retrovirus coincide con le origini dell’immunità adattativa, e quindi è probabile che i retrovirus abbiano avuto un ruolo importante nella nascita di questo fondamentale strumento di difesa antivirale dei vertebrati.


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