venerdì, Maggio 3

Costantinopoli, pugnalata alle spalle

Con l’imperatore Basilio II, l’impero romano d’oriente, che conosciamo meglio con la definizione di impero bizantino, raggiunge la sua massima estensione nell’XI secolo. Proprio l’ampliamento territoriale, associato alla pressione da est dei turchi-selgiuchidi diviene uno dei fattori della crisi di questa millenaria entità politica. Il fronte sud-est dell’impero inizia a sgretolarsi progressivamente e la disastrosa sconfitta del 1071, a Mazinkert, causerà la perdita dell’Asia Minore.

L’ascesa di Venezia

Il colpo decisivo però che farà precipitare in una crisi irreversibile l’impero bizantino non proviene però dai turchi o da altri nemici orientali, bensì dalla cristianità occidentale e dalle sfrenate ambizioni di Venezia. La crescita veneziana segna infatti il declino della supremazia navale bizantina nel Mediterraneo orientale e i privilegi concessi da Costantinopoli a Venezia nel 1082 diverranno un boomerang letale.

Rinnovati di lustro in lustro, questi privilegi soffocheranno gli introiti bizantini derivanti dal commercio, innescando a partire dal governo del basileus Alessio I Comneno una fase economica depressiva a tutto vantaggio delle città marinare italiane, Venezia in testa. Le Crociate infliggeranno ferite irreversibili alla potenza bizantina, impreparata ad affrontare quelli che agli occhi di gran parte di loro, appaiono come barbari rozzi, avidi e violenti. Sotto questo profilo i turchi nel 1453 non faranno altro che assestare il colpo di grazia ad un impero morente.

Il tradimento dei latini

“L’assassinio” di Costantinopoli si consuma durante la quarta crociata. Agli inizi del tredicesimo secolo Costantinopoli è ancora una grande città, ricca e piena di fermenti culturali, seconda solo forse a Baghdad. Tutto inizia nel 1198 quando Papa Innocenzo III, appena eletto lancia una nuova crociata, la quarta, per cercare di riconquistare Gerusalemme saldamente nelle mani della dinastia ayubbide, fondata dal Saladino. Il piano della nuova crociata prevedeva la partenza da Venezia e un’azione militare contro l’Egitto, in modo da poter negoziare la liberazione di Gerusalemme.

Mancano i soldi e Venezia ne approfitta

Venezia viene incaricata di trasportare 30.000 soldati di cui 4500 cavalieri ma, nel 1201 i crociati non hanno le somme necessarie per onorare il contratto e il Doge di Venezia, Eugenio Dandolo, propose di accollarsi le spese di trasporto della spedizione, purché i crociati aiutassero Venezia a riprendersi la città dalmata di Zara. Stipulato l’accordo, nel novembre 1202 una flotta imponente di circa 200 navi, con a bordo 17.000 veneziani e 32.000 crociati parte e giunta di fronte a Zara, dopo un assedio di cinque giorni assalta la città, che viene presa e saccheggiata.

Con l’inverno alle porte la spedizione decide di svernare a Zara. Intanto il Papa informato del saccheggio di Zara, una città cristiana reagisce scomunicando la crociata. I comandanti crociati si discolparono affermando che avevano dovuto cedere al ricatto veneziano, il papa allora tolse loro la scomunica, lasciandola ai soli veneziani, che però non si fecero un grande cruccio della più potente arma spirituale in mano al Pontefice.

L’attacco a Costantinopoli

Orchestrata abilmente dai veneziani e qui che matura la decisione di attaccare Costantinopoli con il pretesto di prendere la parte di del principe bizantino Alessio IV Angelo, figlio dell’imperatore Isacco II, detronizzato, accecato e tenuto in ostaggio da suo fratello Alessio III Angelo. Innocenzo III, allettato dall’idea di riunire, sia pure con la forza, la chiesa cristiana d’oriente con quella d’occidente, dette il suo assenso al piano crociato e tolse la scomunica ai veneziani, indispensabili per la riuscita dell’azione.

Il 24 giugno 1203 l’imponente flotta crociata avvistò le mura di Costantinopoli. Il primo attacco dei crociati venne sferrato il 9 aprile 1204 ma fu respinto e procurò solo forti perdite. Il 12 aprile venne compiuto un nuovo tentativo e questa volta veneziani e francesi ricorsero ad uno stratagemma e riuscirono a sciamare dentro la città.

Un saccheggio brutale

Il saccheggio che ne seguì fu efficiente e brutale. Gli scatenati crociati entravano nelle case e asportavano qualsiasi cosa di valore che avessero trovato, dopo aver ucciso chiunque si trovasse dentro. Tutte le chiese vennero spogliate dei vasi sacri, delle immagini, dei candelabri e quanto non si poteva asportare veniva semplicemente distrutto.

Anche la basilica di Santa Sofia venne completamente saccheggiata, l’altare venne spezzato, gli arazzi fatti a pezzi. Queste profanazioni impattarono drammaticamente nella psiche dei superstiti quasi con la stessa intensità delle violenze, degli omicidi e degli stupri che la soldataglia latina commise senza alcuna pietà. Terminata la strage e il saccheggio si venne alla spartizione del bottino che alcuni storici calcolano di circa 900.000 marche imperiali d’argento, oggi equivalente a molte centinaia di milioni di euro.

I latini procedettero quindi all’elezione di uno di loro come imperatore e chiamarono un ecclesiastico da Venezia per ricoprire il ruolo di Patriarca di Costantinopoli. Fu proclamata quindi la riunificazione dei cristiani, in un’unica chiesa, sotto l’autorità del Papa. Ovviamente una riunificazione dei cristiani avvenuta attraverso lo spargimento di sangue di migliaia di bizantini, la profanazione delle chiese e la perdita della loro sovranità non poteva funzionare e quando nel 1261, Michele VIII Paleologo riprenderà Costantinopoli, le due chiese tornarono a dividersi.

La breve vita dell’Impero Latino d’Oriente

Il principale mandante dell’assassinio di Costantinopoli fu certamente Venezia, che poté contare sulla complicità del Papa e dei crociati. La presa di Costantinopoli da parte dei latini si rivelò però effimera, l’Impero Latino d’Oriente ebbe un’esistenza breve e decadente (1204-1261), fino a quando un’alleanza fra bizantini e genovesi lo rovesciò. In conseguenza dell’appoggio fornito, Genova guadagnò nel Levante una posizione di preminenza ma, Venezia non perse tutti i privilegi acquisiti in questo periodo.

Il risorto impero bizantino era però una pallida ombra di quello che era stato in passato e il suo destino era ormai segnato. Profondamente indebolito e ridimensionato ingaggerà una resistenza strenua ma perdente con i turchi che si concluderà con la presa di Costantinopoli nel 1453.

Per saperne di più:

La Quarta Crociata

Quanti furono i Crociati che andarono in Terra Santa?

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Mascilli Migliorini, Luigi; Feniello, Amedeo; Francesca Canale Cama. Storia del mondo

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