mercoledì, Maggio 22

Ecco come il cervello umano percepisce i movimenti nello spazio

Lo studio, che è stato svolto dai ricercatori dell’Università della California a Los Angeles, l’UCLA, ha coinvolto un gruppo di partecipanti che soffriva di epilessia resistente ai farmaci, con un’età compresa tra i 31 ed i 52 anni.

I soggetti sono stati muniti di una serie di elettrodi in grado di controllare le crisi. Inoltre, hanno indossato degli zaini speciali, appositamente ideati per poter analizzare e monitorare costantemente le loro onde cerebrali, mentre si spostavano all’interno di una stanza completamente vuota alla ricerca di un punto nascosto.

Lo studio effettuato è stato condotto per “poter comprendere meglio come il nostro cervello possa registrare le informazioni derivate dalla realtà spaziale e come le onde fluiscono secondo uno schema distinto. Questo studio suggerisce che il cervello di ogni persona sembra capace di mappare le pareti e i confini dello spazio che lo circonda”.

Queste sono le parole utilizzate da Nanthia Suthana, dell’Università della California a Los Angeles, l’UCLA, che ha così raccontato il suo lavoro di ricerca effettuato insieme ad un team di ricercatori dell’ateneo americano, che è stato pubblicato sulla rivista Nature. Dallo studio è emerso che il cervello umano è in grado di orientarsi attraverso lo spazio fisico tenendo traccia della posizione degli altri. Inoltre, ha reso noto come la sua attività si caratterizzi attraverso onde cerebrali specifiche dell’orientamento.

Ma qual è il ruolo delle onde cerebrali?

I ricercatori dell‘UCLA sottolineano che lo studio fa parte del National Institutes of Health’s, Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies Initiative, NIH BRAIN, un progetto di ricerca collaborativa, creato con l’obiettivo di poter supportare lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative, utili per una comprensione dinamica più approfondita della funzione cerebrale.

Nanthia Suthana, spiega che: “Le onde cerebrali di ogni soggetto scorrevano in modo simile quando si sedevano in un angolo della stanza e guardavano qualcun altro camminare. Questo potrebbe suggerire che le onde venivano usate anche per tracciare i movimenti delle altre persone”.

Secondo Nanthia Suthana, lo studio conferma che: “L’idea è che in determinati stati mentali alcune cellule possano reindirizzare le funzioni dell’organismo, aiutando così il cervello a sapere dove si trovano i confini e gli ostacoli nell’ambiente”.

La scoperta di un codice comune

L’esperta Nanthia Suthana, sottolinea che: “Grazie ai risultati ottenuti dalla ricerca si è potuto capire che il cervello umano riesce ad usare un codice comune, per sapere dove siamo noi e dove sono gli altri nei vari contesti sociali. Inoltre, è stato scoperto che le onde a bassa frequenza dell’attività neurale, possono aiutare i partecipanti a sapere dove si trovano i loro compagni attraverso un labirinto”.

Matthias Stangl, primo firmatario del lavoro di ricerca, spiega che: “Esistono varie prove indirette che supportano il ruolo del lobo temporale mediale nel modo in cui ci orientiamo. Un aspetto è stato tecnicamente difficile, ossia testare queste idee”. Inoltre, ha spiegato come: Lo studio fornisca delle prove dirette, mai testate fino ad oggi, a sostegno dell’ipotesi che gli esseri umani siano in grado di orientarsi e di mappare lo spazio circostante per conoscere la posizione degli altri”.

Ecco lo studio dei movimenti naturali

La ricerca rientra nell’ambito del progetto NIH BRAIN, uno studio che ha come scopo quello di permettere ai ricercatori di poter creare nuovi strumenti da poter poi utilizzare per rivoluzionare quello che effettivamente si conosce attualmente del cervello e dei disturbi cerebrali.

John Ngai, direttore dell’iniziativa accademica, conclude affermando che: “Fino adesso l’unico modo per poter studiare direttamente l’attività del cervello umano richiedeva che il soggetto fosse fermo e sdraiato in un enorme scanner cerebrale, oppure collegato ad un dispositivo di registrazione elettrico. Invece adesso è possibile monitorare l’attività del paziente osservandone i movimenti naturali”.

Fonte;

https://tg24.sky.it/scienze/2020/12/31/cervello-movimenti-spazio

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