Accanto alle battaglie campali, alla guerra nei cieli e nei mari di tutto il mondo, durante la Seconda Guerra Mondiale si svolse una guerra segreta, dove al posto dei cannoni e dei fucili, le armi erano le informazioni vere o artatamente false che le potenze in conflitto carpivano o diffondevano per influenzare l’esito degli scontri militari.
Una guerra combattuta da migliaia di uomini e donne sotto tutte le bandiere, con un grande dispendio di soldi e della migliore tecnologia allora disponibile. Una guerra che per la verità era già cominciata qualche anno prima del 1939, in un’Europa che già precipitava verso l’immane conflitto scatenato dalle ambizioni farneticanti di Hitler.
František Moravec era nato a Caslav nel 1895, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, diciottenne studente di filosofia all’Università di Praga, viene arruolato dall’esercito austriaco. Come gran parte dei giovani cecoslovacchi Moravec detestava lo Stato asburgico ed alla prima occasione durante la battaglia di Rawa, disertò passando nelle file russe. Combattendo per lo Zar rimase ferito in Bulgaria e terminò la Grande Guerra al seguito di un’unità di volontari cechi sul fronte italiano. Quando in seguito alla dissoluzione dell’Impero Austro-ungarico, la Cecoslovacchia diviene uno Stato indipendente, Moravec, ritorna in patria ed entra come ufficiale nel neo esercito ceco. Nel 1934 Moravec passa ai servizi segreti e tre anni dopo ne diviene il capo. Moravec non sa quasi niente della guerra di spie, la sua formazione è in buona parte frutto di letture di opere di narrativa spionistica, ma è un uomo intelligente, abile giocatore di scacchi e buon organizzatore, lentamente mette su, fortemente compartimezzate, numerose reti di spie. L’obiettivo principale è la Germania, le cui intenzioni annessionistiche nei confronti del piccolo stato sono piuttosto evidenti.
Aprì in seno al Reich tedesco una piccola agenzia di prestiti personali indirizzata soprattutto a militari e dipendenti pubblici tedeschi, in questo modo Moravec sperava di pescare qualche soggetto che per soldi fosse disposto a passare informazioni sulle intenzioni naziste. Di li ad un anno, l’agenzia di prestiti contava novanta dipendenti, per lo più inconsapevoli pedine, con una decina di spie ceche infiltrate, che giravano per la Germania rilasciando piccoli prestiti e cercando di agganciare militari o funzionari pubblici disposti a tradire per denaro.
Ma il colpo di fortuna capita al colonnello Moravec in un giorno di marzo del 1937 quando nel suo ufficio gli viene recapitata una lettera di uno sconosciuto Mr X tedesco che si dice disposto a passare informazioni in cambio di denaro.
Inizialmente questa lettera viene accolta con molto scetticismo dal capo dell’intelligence cecoslovacca, tutto sembrava portare a considerarla una provocazione dei servizi segreti nazisti. Nonostante ciò, prudentemente, Moravec risponde. Inizia così un lungo scambio epistolare al termine del quale, A-54 come è stato codificato la presunta spia accetta di incontrare Moravec a Kraslice, una piccola cittadina dei Sudeti.
L’incontro per un pelo non va a monte a causa del nervosismo di uno degli agenti di Moravec che inavvertitamente lascia partire un colpo di pistola. Fortunatamente A-54 arriva con qualche minuto di ritardo e viene portato in una casa sicura, con lui ha interi faldoni di documenti segreti che lui ha tranquillamente portato fuori dai patrii confini con una valigetta.
Uno di questi è il piano segreto della disposizione delle difese cecoslovacche in caso di aggressione nazista. Moravec capisce che nell’esercito c’è un traditore che sarà ben presto rintracciato ed impiccato. Nel frattempo A-54 che rimane ancora anonimo per Moravec, se ne torna in Germania con 100.000 Reichsmark in più ed una valigetta di meno.
Per tre anni, periodicamente continuerà a tornare portando informazioni preziose sugli intenti, l’esercito, e le armi tedesche. In seguito si scoprirà che A-54 si chiamava Paul Thummel, un trentaquattrenne ufficiale dei servizi segreti dell’Abwher.
Moravec riuscì ad ottenere con qualche giorno d’anticipo l’informazione dai suoi agenti in Germania che Hitler avrebbe ordinato l‘invasione della Cecoslovacchia per il 15 marzo del 1940. Il giorno prima Moravec, insieme ad altri 10 alti ufficiali dei servizi ed a tutti i documenti segreti dell’intelligence ceca, si imbarcò su un piccolo aereo all’aeroporto di Praga, riuscendo a riparare a Londra, dove lavorerà per il governo in esilio fino alla fine della guerra.