sabato, Maggio 18

I figli dei mercanti: apprendistato, vita e casi esemplari

Il mercante è una delle figure centrali dell’economia medievale, probabilmente la più importante. Questa professione spesso si tramandava di padre in figlio, costituendo a volte vere e proprie dinastie mercantili. Quale era l’apprendistato e la vita del figlio di un mercante? In questo breve articolo tracceremo un percorso tipico di questi giovanissimi, spesso destinati a perpetuare la professione del genitore.

A spasso per il mondo

Generalmente i rampolli dei mercanti, soprattutto quelli italiani, lasciavano la casa paterna giovanissimi, appena in condizione di viaggiare da soli. Ricordiamo che il viaggio nell’Età di Mezzo era un evento faticoso, dalla durata temporale spesso indefinita e in certe zone anche pericoloso. Lo scopo di questi viaggi è completare una formazione fino a quel momento sostanzialmente teorica.

Che siano figli di mercanti veneziani, fiorentini o napoletani l’educazione di questi giovanissimi è molto simile.

I giovani veneziani

I mercanti della Serenissima mandano i loro figli a svolgere attività modeste sulle galere della Repubblica. Lo scopo è quello di abituarli al contatto del mare, la principale via commerciale di Venezia e prendere confidenza con le tecniche commerciali.

Dopodiché partono per Paesi lontani, incaricati dai loro padri di sorvegliare il carico trasportato dalla galera di famiglia. Si spingono fino ai porti della Manica, ad ovest, oppure fino alle colonie veneziane, sul Mar Nero, ad est. A volte si stabiliscono in quello che oggi potremmo definire un hub commerciale per curare gli interessi della famiglia o quelli di un altro mercante per il quale lavorano.

I giovani fiorentini

Il figlio di un mercante o di un banchiere di Firenze passa prima per un apprendistato teorico e quindi per uno pratico, che dura circa un anno e nel quale non riceve alcuna retribuzione. In seguito il padre lo spedirà in una succursale dove curerà gli affari di famiglia e se dimostrerà le necessarie qualità potrà assumere con il tempo la carica di direttore.

Alcuni di questi giovani diverranno soci della filiale di famiglia, altri spiccheranno il volo e con amici creeranno una loro società. La maggioranza resterà però, per tutta la vita, un semplice agente di commercio. Ma seguiamo da vicino, grazie alle fonti che provengono dagli archivi personali di Francesco di Marco Datini, l’apprendistato e la vita di un giovane mercante toscano.

Francesco, uno spirito inquieto

Francesco nasce a Prato intorno al 1335 ed ha la sventura di vedere la sua famiglia decimata durante la terribile epidemia di peste del 1348. Perde i suoi genitori e due fratelli e a 13 anni rimane solo con il fratello Stefano. Un tutore si occupa di gestire la piccola eredità del padre che era un mercante apprezzato e oculato. I due fratelli vengono affidati ad una brava donna pratese che si prenderà cura di loro.

Francesco però è uno spirito inquieto e intraprendente e appena 13 mesi dopo la morte del padre si reca a Firenze per compiere il suo apprendistato. In questa città, centro tra i più importanti d’Europa per i traffici mercantili e le transazioni finanziarie, Francesco apprende da alcuni commercianti, le opportunità che Avignone, città francese che da alcuni anni ospita il Papa, offre a chi ci sa fare.

Avignone

La città è situata in eccellente posizione geografica, là dove il Rodano entra definitivamente in pianura e dove s’aprono, a est la valle della Durance, a ovest la pianura del Gard, sbocco del passaggio per le Cevenne e principio della pianura della Bassa Linguadoca. Avignone è dunque situata dove s’incrociano importanti vie che conducono dal Mediterraneo alla valle media del Rodano e dalla Linguadoca verso la Durance, le Alpi e anche l’Italia settentrionale. La città sorta in un punto facile a difendersi aveva poi un passaggio roccioso che facilitava la traversata del fiume.

Con la cosiddetta “cattività aragonese” dei Papi poi la città ebbe un impulso urbanistico e sociale che ne faceva un centro fondamentale del tessuto economico della regione.

 La scelta di Francesco

A quindici anni Francesco vende un piccolo appezzamento di terra per 150 fiorini e si trasferisce ad Avignone. Qui prosegue il suo apprendistato presso alcuni mercanti fiorentini che avevano una base nella città francese. Si appassiona agli affari e, nel 1363, a 28 anni, grazie all’eredità paterna fonda con un compatriota una società che in sei mesi frutta a ciascuno di loro un profitto di 200 fiorini. Rientrerà a Prato solamente nel 1383.

I figli dei mercanti anseatici

Un grande polo commerciale era costituito dalle città anseatiche, una ventina di centri tra cui Amburgo, Brema, Lubecca, Rostock e molte altre. I figli dei mercanti anseatici studiavano fino al quindicesimo anno di età circa. Dopo sotto la guida del padre iniziavano ad apprendere concretamente le tecniche e i segreti del mestiere., Dopo due o tre anni di questo tirocinio diventavano commessi e iniziavano a lavorare per conto proprio durante gli spostamenti fatti per conto del padre o del maestro a cui erano stati affidati.

Alcuni di questi giovani figli di mercanti anseatici rimarranno commessi per tutta la vita, altri più intraprendenti o fortunati avvieranno un’azienda personale. In questo caso si stabiliranno in una città e da li si muoveranno molto meno.

Altri ancora avranno una vita più movimentata e avventurosa, come nel caso di Franz Wessel. Non ancora tredicenne viene inviato alla fiera di Scania. Nei successivi otto anni, malgrado una malattia che gli impedisce spesso di viaggiare, si reca due volte in Olanda, altre due volte nella Scania, a Gotland e a Riga.

Per saperne di più:

Francesco Datini

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Treccani.it

Verdon, Jean. La vita quotidiana ai tempi del Medioevo

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