venerdì, Maggio 17

Il fronte di Salonicco

Nei Balcani, nell’estate del 1915, le cose iniziavano a mettersi male per la piccola Serbia. Fin tanto che aveva dovuto vedersela esclusivamente con l’Austria le cose erano andate piuttosto bene, ma da quando con un audace azione strategica la Germania aveva iniziato a sostenere le posizioni austriache, le sorti serbe iniziavano ad essere segnate. A settembre divenne chiaro che la Bulgaria avrebbe approfittato della situazione per sferrare il colpo di grazia ai serbi.

In questo contesto maturò nell’Intesa la convinzione che soltanto un’azione di forza avrebbe potuto impedire il precipitare della situazione. L’invio però di un corpo di spedizione era precluso dalla possibilità di utilizzare porti sicuri nell’Adriatico. L’unica possibilità era quindi sfruttare il porto greco di Salonicco.

La Grecia allo scoppio della guerra era rimasta neutrale ma la classe dirigente del paese era divisa sul ruolo da giocare all’interno di un conflitto che divorava l’intera Europa. Re Costantino favoriva le Potenze centrali, essendo stato educato in Germania, dove aveva anche prestato il servizio militare; era inoltre sposato con Sofia, la sorella del Kaiser. Il suo Primo Ministro Venizelos era invece un convinto sostenitore degli Alleati.

Alla fine prevalse la fazione favorevole all’intesa e un corpo di spedizione anglo-francese, costituito dalla 10ma Divisione britannica e dalla 156ma francese, al comando del generale francese Maurice Sarrail, uno dei pochi ufficiali di idee di sinistra e per questo inviso al Comandante Supremo Joffre, sbarcò il 5 ottobre a Salonicco.

La Bulgaria non era ancora entrata in guerra. L’arrivo degli Alleati aprì però un violenta crisi politica in Grecia che si risolse con le dimissioni del Primo Ministro. Alla fine però la presenza della SEF (corpo di spedizione di Salonicco) fu accettata anche senza entusiasmi. Il giorno dopo però il generale tedesco August von Mackensen lanciava la sua offensiva contro i serbi a cui poco dopo si univa anche la Bulgaria.

L’intervento della SEF sembrava fallito in partenza ma Sarrail decise di spingersi lo stesso all’interno con l’intento di sostenere le forze serbe. Con il senno di poi questa azione era ormai tardiva ed il massimo del risultato poteva essere quello di mantenere sgombere le linee di ritirata per l’esercito serbo ormai sconfitto.

Quest’ultimo ormai sconfitto iniziò a ritirarsi nei piccoli porti dell’Adriatico e fu salvato dalla Royal Navy che riuscì a trasportare 250.000 soldati serbi nell’isola di Corfù. La parte inglese della SEF voleva ritirarsi ma su pressione dei francesi fu disposto un cordone di forze all’interno del confine greco per contenere l’avanzata bulgara.

Il fronte di Salonicco divenne quindi una realtà duratura che seguì tutto il corso della guerra. Con il tempo questo fronte secondario iniziò ad assorbire cospicui rinforzi: i primi ad arrivare furono la 22a, la 26a, la 27a, la 28a e (temporaneamente) la 60a divisione inglese, mentre i francesi assegnarono sempre più riserve alla campagna, giungendo a schierare nove divisioni.

Successivamente, nell’aprile del 2016, iniziarono ad arrivare da Corfù le ricostituite divisioni serbe. Gli italiani mandarono una divisione e persino i russi diedero il loro contributo con una brigata. Sarrail fu confermato comandante di questa Armée d’Orient.

La città di Salonicco divenne il cuore di questo fronte, contemporaneamente porto, deposito principale di rifornimenti, piazzaforte trincerata. La zona, servita da pessime strade, era anche tormentata dalla malaria, endemica in quelle regione e la lotta e la prevenzione di questa malattia costituì uno dei problemi principali della SEF per tutta la durata della guerra. Malgrado questo solo gli inglesi ebbero ben oltre 182.000 casi di malaria.

Sarrail inoltre doveva affrontare anche le turbolenze politiche greche con il re Costantino che manteneva una neutralità ostile verso le forze dell’Intesa. Nel giugno del 1916 la Romania entra in guerra a fianco dell’Intesa in seguito al successo dell’offensiva russa contro l’Austria-Ungheria. Per sostenere l’iniziativa rumena viene ordinato a Sarrail di sviluppare un’offensiva dal fronte di Salonicco per alleggerire la pressione bulgara.

Sarrail programmò un attacco prevalentemente condotto da truppe serbe e francesi che ottenne qualche modesto successo territoriale, ma l’arrivo dell’inverno balcanico, arrestò nel mese di dicembre, l’offensiva in corso.

Nel frattempo forze tedesche, austriache e bulgare sconfissero duramente l’esercito rumeno e la situazione sul fronte di Salonicco torno a stagnare fino ad aprile del 1917. In primavera infatti, lo scalpitante Sarrail, lancia una grande offensiva. Stavolta toccherà alla British Salonika Force, ora al comando del tenente generale Sir George Milne, il peso principale dell’attacco.

Dopo tre giorni di un fuoco di sbarramento piuttosto inefficace, la 22a e la 26a divisione britannica attaccarono di notte, con ora zero alle 21:45 del 24 aprile. L’artiglieria bulgara rispose con un furioso fuoco di sbarramento, nonostante questo le forze inglesi riuscirono a travolgere qualche trincea bulgara sulle pendici più basse del Petit Couronné. Mentre gli inglesi cercavano di far avanzare i rinforzi attraverso quella ripida desolazione, i bulgari lanciarono una serie sempre più furiosa di contrattacchi.

Inglesi e francesi subirono perdite pesantissime e le insignificanti conquiste territoriali vennero ben presto abbandonate di fronte a violenti contrattacchi dei bulgari. Il fallimento di queste offensive provocò la crisi definitiva con il governo greco, fermo nella sua posizione di neutralità. Nel giugno del 1917 gli alleati obbligarono Costantino ad abdicare e lo sostituirono con il figlio Alessandro, molto più malleabile. Venezelos, il Primo Ministro liquidato dall’ex Re, riprese la guida del governo greco che il 27 giugno 1917 dichiarò guerra agli Imperi Centrali.

Nel novembre di quell’anno lo stesso Sarrail viene sostituito quale comandante in capo del fronte di Salonicco dal nuovo governo francese di Clemenceau. Il sostituto di Sarrail fu dapprima il generale Marie Louis Adolphe Guillaumat poi, quando questi nel giugno del 1918 fu richiamato in Francia, dall’apprezzato generale Louis Franchet D’Espèrey.

Quest’ultimo lanciò una grande offensiva nell’ultimo scorcio della guerra, affidando a francesi e serbi l’attacco principale che doveva avvenire attraverso il terreno montuoso a ovest della valle del Vardar. Dopo duri combattimenti i francesi riuscirono a conquistare le cime delle montagne.

Il 18 settembre 1918 D’Espèrey. chiese a Milne di lanciare un attacco insieme ai greci per bloccare i bulgari, evitando che inviassero truppe nel settore minacciato. L’esito fu un disastro, e la seconda battaglia di Doiran sarebbe costata 7100 morti fra britannici e greci.

Questo diversivo però consentì ai francesi di sfondare le line ed il 20 settembre 1918 i bulgari per il timore di essere accerchiati iniziarono a ritirarsi lungo tutta la linea. La notizia della resa della Germania minò quel poco di morale che ancora restava alla truppe bulgare. Il 29 settembre le forze bulgare che occupavano Skopje si arresero e, il giorno successivo, la Bulgaria si arrendeva formalmente.

La funzione di quel secondario e tutto sommato inutile fronte di Salonicco era conclusa, per gli inglesi si era rivelata un’esperienza frustrante, per tre anni si erano dovuti accontentare di un ruolo marginale e nonostante questo circa 24.000 uomini erano morti in battaglia ma soprattutto oltre 182.500 soldati avevano contratto la malaria.

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