giovedì, Maggio 2

‘Il Mio Amico Robot’ di Pablo Berger

Candidato agli Oscar 2024 come miglior film d’animazione, “Il mio amico robot” di Pablo Berger, girato volutamente nel classico formato 2D è una riflessione delicata e poetica sulla solitudine e sulla fragilità dell’amicizia. Il titolo originale “Robot Dreams” meglio del titolo italiano, rappresenta la dimensione onirica nella quale si sviluppa una parte importante della pellicola.

La trama di “Il mio amico robot”

Dog ha vissuto tutta la sua vita a Manhattan, immerso nel frastuono frenetico della città, ma costantemente avvolto dalla solitudine. Desideroso di compagnia, si imbatte casualmente in un annuncio televisivo che promuove un kit per costruire un robot e lo ordina, assemblandolo con cura: è così che Robot entra nella sua vita, portando con sé energia e entusiasmo e diventando inseparabili.


Ma la loro amicizia viene messa alla prova quando, dopo una giornata al mare, i meccanismi di Robot vengono danneggiati dall’acqua marina, lasciandolo bloccato sulla sabbia. Il robot suggerisce a Dog di tornare a casa per la notte, così da poter riprovare il giorno successivo. Purtroppo però, l’indomani Dog scopre che le spiagge sarebbero rimaste chiuse fino al giugno dell’anno successivo e un recinto gli impedisce l’accesso.

Robot, immobilizzato sulla spiaggia, trova rifugio nei suoi sogni, immaginando coreografie nel magico Regno di Oz, mentre Dog rimane prigioniero della sua solitudine, cercando disperatamente conforto attraverso visioni oniriche. Questi momenti di fuga fantastica costituiscono un elemento centrale del film, e il regista Pablo Berger li integra abilmente nel racconto, sfumando i confini tra sogno e realtà, la cui linea di demarcazione diventa quasi invisibile.
Riusciranno, infine, i nostri due amici a ritrovarsi?

Un film apprezzato dalla critica

Questo è il cuore pulsante del magnifico fanta-dramma animato “Il mio amico robot”, che ha debuttato il quattro Aprile nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Diretto dal talentuoso Pablo Berger, famoso per il suo precedente successo “Blancanieves” che nel 2012, insignito di 10 premi Goya (tra cui quello per la miglior pellicola), rivisitava in chiave gotica la celebre novella dei fratelli Grimm e presentava una resa in live action che richiamava le modalità stilistiche tipiche degli anni Venti del secolo scorso.

“Il mio amico Robot” invece, è un adattamento dell’omonima graphic novel della scrittrice nordamericana Sara Varon: attraverso una narrazione senza parole, il film esplora i temi universali dell’amicizia e della resilienza, guadagnandosi elogi e riconoscimenti in importanti festival cinematografici come Cannes e Annecy, oltre a una prestigiosa nomination agli Oscar come Miglior Film d’Animazione.

I valori dell’amicizia e della sua fragilità


Berger trasporta gli spettatori in una New York degli anni ’80 popolata da animali antropomorfi, creando un mondo surreale ma stranamente familiare. Le note incalzanti degli Earth, Wind and Fire e le canzoni dell’epoca si fondono armoniosamente, contribuendo a creare un’atmosfera coinvolgente e nostalgica che avvolge lo spettatore dall’inizio alla fine.
“Il mio amico robot” è un’opera cinematografica che riesce a catturare l’attenzione di un vasto pubblico. I più piccoli saranno attratti dallo stile cartoon e dalla vivace animazione, mentre gli adulti troveranno stimolante la riflessione sul tema dell’amicizia e della sua fragilità; nonostante un ritmo narrativo che potrebbe risultare lento per alcuni spettatori, il film riesce a conquistare grazie alla sua semplicità e alla sua capacità di toccare corde emotive universali.

Per saperne di più:

Pablo Berger

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