sabato, Maggio 18

Il pannaiolo, il precursore dell’industriale moderno

Una delle principali svolte che farà dell’Inghilterra la potenza commerciale che dominerà per secoli il mondo avviene nel Medioevo. Si tratta del passaggio del commercio della lana a quello del panno lavorato, che prima dell’avvento dell’acciaio e del cotone, sarà di gran lunga il manufatto più esportato dalla “perfida Albione”. Già verso la fine del 1300 i pannaioli inglesi incominciavano a rivaleggiare con quelli dei Paesi Bassi nella fabbricazione di stoffe pregiate, fino ad allora leader quasi incontrastati del mercato delle stoffe lavorate.

Questa competizione commerciale tra Inghilterra e Paesi Bassi, viene decisamente vinta dalla prima già verso la fine del XVI secolo.

Una nuova organizzazione del lavoro

Per produrre un panno entravano in gioco diversi mestieri e corporazioni, che rendevano quasi impossibile organizzare la produzione su base corporativa. La filatura e la cardatura erano considerate operazioni preliminari demandate a donne e bambini e pertanto non meritevoli di una corporazione. Cosa che invece avevano tessitori e follatori che feltravano il tessuto; e cosí pure i cimatori che compivano le operazioni di finitura; e i tintori che lo tingevano.

Questa parcellizzazione degli artigiani necessari per produrre delle stoffe di qualità rendeva problematico il fine ultimo del processo produttivo, ovvero la sua commercializzazione. Si imponeva pertanto la necessità di un intermediario tra la fase della produzione e quella della commercializzazione dei panni.

Cosí a poco a poco si formò una categoria di persone che compravano lana in grandi quantità e la vendevano ai tessitori, e che poi, per naturale evoluzione, non si limitarono piú a venderla, ma incominciarono ad affidarla ai tessitori per la tessitura, ai follatori per la feltratura e ai cimatori per la finitura, pagando loro un salario e facendosela riconsegnare a lavoro ultimato. Il “pannaiolo” come viene identificato questo archetipo del moderno industriale si arricchisce a tal punto che inizia ad assumere come salariati Infollatori, tessitori, tintori.

Inizialmente i servi dei pannaioli portavano la lana nelle misere case del proletariato dove donne e bambini provvedevano a cardarla e filarla. Poi portavano il filato ai tintori, ai tessitori, ai follatori, ai cimatori, secondo la sequenza produttiva e riportavano la pezza finita all’intermediario industriale, il pannaiolo (the clothier), che a sua volta la vendeva all’intermediario commerciale, il mercante di stoffe.

Per sfuggire alle pretese delle corporazioni, ben presto i pannaioli spostarono l’industria delle stoffe dalle città ai villaggi rurali. Nell’Inghilterra orientale e nell’East Anglia i pannaioli continuarono ad utilizzare il sistema di far transitare la lana e i suoi derivati nelle case dei vari artigiani, soltanto l’avvento della rivoluzione industriale sposterà la produzione dalla casa alla fabbrica.

I luoghi della produzione

Forse il distretto “industriale” più importante per la produzione di stoffe era l’Essex, con alcuni paesi famosi per la fabbricazione della stoffa, Coggeshall e Braintree, Bocking e Halstead, Shalford e Dedham, e soprattutto Colchester, che era non soltanto un importante centro produttivo ma ospitava il più grande mercato di stoffe di questa regione ed uno dei più importanti di tutta l’Inghilterra.

Prospera così, negli ultimi due secoli del Medioevo, una classe media numerosa e in ascesa dal punto di vista sociale ed economico, che deva la sua fortuna non alla proprietà terriera ma all’industria e al commercio.

Thomas Paycocke, il pannaiolo

Thomas Paycocke è stato uno dei più importanti pannaioli di Coggeshall. All’inizio del XIV secolo i Paycocke erano già una famiglia piuttosto agiata di Clare, nel Suffolk, molto prima che il primo Paycocke arrivasse a Coggeshall a metà del XV secolo. Si trattava di Thomas, (un avo del Thomas di cui ci occupiamo brevemente in questo articolo), che morì qui nel 1461, e una lapide, ora perduta, che commemorava la sua morte recitava: “quondam carnifex de Coggeshall” (ultimamente macellaio di Coggeshall).

La famiglia di provenienza del nostro pannaiolo era infatti una famiglia di macellai e con la carne si era sufficientemente arricchita. Anche il padre di Thomas (e di altri due fratelli John e Robert) era un macellaio e possedeva probabilmente un grande campo in Church Street, dove allevava pecore.

Ricostruire la vita di Thomas Paycocke non è impresa facile, ma molte informazioni preziose si ottengono studiando attentamente la sua casa, la sua lapide e il suo testamento. La sua dimora, situata in West Street, è riconoscibile dal marchio personale di Thomas: una coda di ermellino che si presenta come un trifoglio con due gambi. Questo marchio, oltre ad essere presente in varie parti nella sua casa, era sempre impresso sulle sue balle di stoffa. La casa di West Street fu fatta costruire da Thomas per sua prima moglie Margaret.

Un testamento “parlante”

Dal testamento ricaviamo che Paycocke era una persona di animo gentile, con un buon rapporto con i suoi lavoranti. Nelle sue disposizioni testamentarie sono presenti lasciti per i familiari (moglie, nipoti, cognati) per molti amici, per alcuni lavoratori alle sue dipendenze e per la chiesa. Paycocke era infatti molto religioso ed era membro dei Fratelli Crociati di Colchester a cui destinò, alla sua morte, un lascito di cinque sterline, affinché pregassero per la sua anima.

Il fatto che Thomas Paycocke fosse stato accolto nella comunità dei fratelli crociati è un segno del rispetto che gli veniva tributato in tutto il paese. Sempre dal suo testamento si può osservare come oltre alla Chiesa a cui andranno numerose donazioni, il pannaiolo di Coggeshall, che probabilmente era uso muoversi a cavallo per lavoro e per esigenze personali, si preoccupò di lasciare alla sua città ben quaranta sterline, di cui venti per riparare un tratto di West Street (dove si trovava la sua casa), e le altre venti «da impiegare per le pessime strade fra Coggeshall e Blackwater, dove ce n’è piú bisogno».

(Coggeshall oggi)

La morte

La vita di Thomas fu molto agiata e serena: la sua attività molto redditizia e, pur non avendo avuto eredi maschi, ebbe un ottimo rapporto con le due mogli. AI nipoti toccò l’onere e l’onore di portare avanti la produzione di stoffe pregiate consolidando la compagnia strutturata dallo zio. Lui, Thomas, si spense in un giorno di settembre del 1518, accudito dalla seconda giovane moglie. Il suo funerale fu all’altezza della posizione sociale ed economica che il pannaiolo ricopriva a Coggeshall e in tutto l’Essex e si svolse non soltanto nel giorno della sua sepoltura, ma anche sette giorni dopo e di nuovo allo scadere di un mese dalla dipartita.

Secondo le sue disposizioni durante il funerale dovevano essere celebrate almeno trenta messe e partecipare “tutti i preti che sia possibile procurare in quel giorno per celebrare le messe, cantare, pregare, commemorare, e se ne mancheranno si completi al settimo giorno”. Lo stesso ciclo doveva essere ripetuto a 30 giorni dalla morte.

Per il funerale del pannaiolo furono spese 500 sterline, questa enorme somma da la dimensione della ricchezza dell’uomo e della redditività della produzione e del commercio di tessuti nell’Inghilterra, a cavallo tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna.


Fonti:

Coggeshall Museum

Power, Eileen. Vita nel Medioevo: Il contadino. Il viaggiatore. La badessa. La donna di casa. Il mercante. Il fabbricante di panno

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